«Evita» in italiano con Malika Ayane è un musical da non perdere

Abbiamo visto la prima rappresentazione dello show, debutto teatrale della cantante e primo adattamento dello storico spettacolo nella nostra lingua. Ci ha convinti: ecco perché

Malika Ayane in «Evita»
10 Novembre 2016 alle 11:34

La prima volta che sentiamo la sua voce, lo facciamo attraverso una decina di «radioline» che i ballerini, scesi dal palco, portano in mezzo al pubblico. La voce è filtrata da questo artificio scenico, ma inconfondibile: è quella di Malika Ayane, al suo debutto teatrale ieri sera a Milano con «Evita», popolare musical di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. Messo in scena, per la prima volta, totalmente in italiano.

Non era un'impresa facile per Massimo Romeo Piparo, regista, che ne ha curato anche l'adattamento: grazie soprattutto al film con Madonna del 1996 il musical è diventato uno dei più conosciuti al mondo, tanto da trascendere la sua origine teatrale. Un pilastro del genere anche per chi non ama il genere: per alcuni «intoccabile», è un oggetto complesso, persino bizzarro, che alterna alla leggerezza delle sue canzoni più memorabili il racconto di una discussa figura storica divenuta un'icona pop.

L'esperimento è riuscito: la versione italiana di «Evita», superato qualche naturale intoppo tipico delle «prime», convince a pieno. E lo fa a partire dal suo elemento di novità più rischioso: la traduzione italiana cerca in tutti i modi di non perdere la musicalità e la metrica dell'originale («Don't cry for me Argentina» diventa «Da ora in poi Argentina», «High flying adored» diventa «Dài, vola più su») mantenendosi però fedele anche alle sfide più difficili del libretto di Rice. Qua e là ne perde la spietata concretezza, ma il risultato è davvero ottimo se si tiene conto della difficoltà del compito.

Gli occhi, però, erano puntati soprattutto su Malika Ayane, unico nome a comparire a chiare lettere sui manifesti, anche perché la presenza di un'artista pop così famosa potrebbe aprire le porte del teatro anche a un pubblico diverso da quello che abitualmente popola le rappresentazioni dei musical in Italia. La scelta della produzione si è rivelata intelligente: Malika è una Evita impeccabile, raffinata e precisa, di certo più vicina alla versione trattenuta di Madonna rispetto a quella, più latina e «sguaiata», che la grande Patti LuPone impose sui palchi di Broadway. In un certo senso, Malika ha trasmesso nel musical anche parte della sua spiccata personalità musicale, ed entrambi ne hanno giovato.

Tra i momenti più intensi di questa sua «prima volta», oltre ovviamente al pezzo forte «Don't cry for me Argentina», c'è un'intensa, pur se molto misurata, versione di «You must love me», brano che Webber e Rice scrissero apposta per la versione cinematografica, e grazie al quale vinsero un Oscar. Cantata da Malika/Evita appena prima di morire, la canzone è il culmine emotivo della serata, mentre lo spettacolo più eleborato viene assicurato dai balletti (curati da Roberto Croce) su brani come «Buenos Aires» e «And the money kept rolling in (and out)», senza dubbio il numero più riuscito dello spettacolo.

Accanto a Malika Ayane c'è un cast di professionisti (40 persone tra gli attori e gli orchestrali diretti da Emanuele Friello) tra cui si fanno notare senza dubbio il Perón di Enrico Bernardi e, soprattutto, Filippo Strocchi nei panni del Che, il narratore «morale» dello spettacolo: quest'ultimo porta sul palco una prova straordinaria, sia per le sue capacità vocali che per la presenza scenica. Curiose le scenografie di Teresa Caruso, che sopperiscono ai limiti del palco con alcuni ingegnosi trucchi di scena e diverse proiezioni di filmati storici (ma anche un estratto da «La passione di Giovanna d'Arco» di Dreyer).

Evita è uno spettacolo che ha segnato la storia della cultura pop: non era facile essere all'altezza di una tale, sproporzionata fama. Questa versione italiana ha scelto un approccio rispettoso, ma non senza coraggio, mettendo le professionalità del musical italiano al servizio di una produzione intelligente e conscia dei propri limiti, con una protagonista che ha trovato il giusto equilibrio tra la sua identità artistica e la storia di questo musical. Missione compiuta.

Le date del tour di «Evita»

Milano, Teatro della Luna: dal 9 al 27 novembre

Genova, Teatro Politeama: dal 29 novembre al 4 dicembre

Firenze, Teatro Verdi: dal 6 all'11 dicembre

Roma, Teatro Sistina: dal 14 dicembre al 15 gennaio 2017

Trieste, Teatro Rossetti: dal 18 al 22 gennaio 2017

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