Ex-Otago: il concerto milanese è stato un vero spettacolo

«Siamo rimasti fedeli a noi stessi accettando il cambiamento»: da Genova, la band organizza una grande festa (sold out) tra attimi dance e ballad romantiche da non dimenticare

La grande notte degli Ex-Otago  Credit: © Ufficio stampa
8 Aprile 2019 alle 10:19

«L’obiettivo di Sanremo era portare chi ci ha visto attraverso la televisione, mezzo a cui diamo del lei, ai concerti. Volevamo rompere lo schermo e vederli sotto il palco»: impresa riuscita per gli Ex-Otago, i cinque ragazzi genovesi che sono saliti sul palco dell’Ariston con il brano Solo una canzone.

In realtà di palchi ne hanno visti molti di più: figli dell’ondata indie-pop che sta caratterizzando gli ultimi tempi discografici, il gruppo è sulla scena dal 2002 e, dopo vari cambi di formazione, quella attuale è composta da Maurizio Carucci, Simone Bertuccini, Olmo Martellacci, Francesco Bacci e Rachid Bouchabla.

Prima di vederli suonare sul palco del Fabrique nella data milanese del Cosa fai questa notte tour, li raggiungiamo dietro le quinte per avere una visione più completa di quello che hanno definito «Il tour più bello delle nostre vite». Sono rilassati e sorridenti, sanno mascherare bene quella leggera emozione di vedere il locale così gremito solo per loro.

Con un leggero ritardo, il concerto inizia e le luci si spengono.

UNA BELLA NARRAZIONE VISUAL

«Questo live è maturo a livello artistico e musicale. C’è un lavoro immenso che forse da fuori non viene percepito: ci sono vari momenti studiati ad hoc e dietro c’è anche un regista» ci raccontano riferendosi a Carlo Zoratti, art director d’eccezione che ha collaborato con alcuni dei più grandi nomi della musica italiana, tra cui anche Lorenzo Jovanotti.

«Il debutto a Torino ha avuto riscontri positivi. Abbiamo avuto la fortuna di crescere con molti strumenti in più, banalmente anche economici. Bisogna, però, avere sempre un'idea in testa e portarla avanti» ci tengono a sottolineare.

Non c’è solo da ascoltare, dunque, ma è un concerto anche da vedere: ad ogni canzone esplode una luce diversa e un visual ideato per la situazione musicale. Sul palco, molto semplice e popolato solamente dagli strumenti della band, c’è un grande ledwall che accompagnerà i più attenti in un viaggio tra grafiche e videogiochi degli Anni 80 e 90. Non solo: alle battute finali, quando la festa è nel suo pieno svolgimento, lo schermo si collega improvvisamente al telefono di uno dei componenti della band per riprendere in prima persona i volti felici di chi si è posizionato nelle prime file. 

«NOI E IL PUBBLICO SIAMO VASI COMUNICANTI»

«Vogliamo puntare su un pubblico trasversale e convincerlo che non siamo solamente la moda dell’estate, ma una band a cui affezionarsi» spiegano gli Ex-Otago. Tanti hanno storto il naso dopo l’annuncio della loro partecipazione a Sanremo: «Abbiamo una storia lunga alle spalle e l’Ariston è solo un tassello che ha colorato il puzzle. Ci piace definirci degli artigiani che hanno costruito passo dopo passo la loro gente, la stessa che ci ha visti rimanere umili e sempre fedeli a ciò che siamo».

A dimostrarlo ci sono i fatti: durante il nostro incontro, infatti, i ragazzi scherzano sull'attività secondaria di Maurizio, il cantautore della band, che nella sua casa di campagna continua ad essere un agricoltore e a produrre il vino. «Mi sembra la cosa più naturale del mondo» dice sorridendo. Non è l'unico che ha una "doppia versione" di se stesso: c'è un grafico, un architetto e un organizzatore di concerti. «Noi siamo così, siamo orgogliosi e lo rimarchiano ogni volta. Non abbiamo piani alternativi, stiamo dentro la musica così» aggiungono.

I concerti sono fatti anche dalle persone, ripetono spesso, e questo è un tour dove i cinque ragazzi sono decisamente riusciti a fare tutto quello che avevano in mente: «Dopo un periodo di scrittura disperata, il live è un momento di godimento e liberazione. C’è contatto fisico, balliamo, parliamo con la gente e siamo riusciti a ricreare tutti i suoni che avevamo fatto in studio». La realizzazione di una messa in scena pensata è la prova dell’avvenuta consacrazione artistica della band, che ha saputo costruire uno spettacolo per e con la loro gente.  


«GUARDARE SEMPRE AVANTI»

Lo spettacolo milanese, come direbbero Mauri, Fra, Simmi, Olmo e Rachid, è una bella otagata: «È un termine che usiamo per definire una roba sbagliata, come un dj che mette il liscio in una discoteca. Qualcosa che non ti aspetti, ma ti convince. Siamo riusciti, così, ad estremizzare i due lembi del nostro progetto: quello più poetico e quello danzereccio» dicono sorridendo.

Gli Ex-Otago fanno intendere che si tratta di uno show narrativo dove tutti possono vederci qualcosa di personale, un po’ come ricucire un abito secondo le proprie misure. Loro, però, lo fanno anche con le canzoni che si divertono ad arrangiare e modificare continuamente.

In scaletta, pochi pezzi del vecchio repertorio, ma spazio ai brani degli album Marassi e Corochinato che, secondo la band, combaciano alla perfezione con il nostro tempo. Da una prima parte più intima e sincera con brani come Le macchine che passanoBambini e Questa notte ai momenti più esilaranti, come il countdown di un “finto capodanno” che sancisce il via alle danze.

L’unico brano storico è Costa Rica, che Maurizio esegue seduto sul bancone di un bar prima di proseguire la traversata in mezzo alla folla. Un gesto che, aldilà del tuffo finale in mezzo al pubblico, è stato tra i momenti più belli della serata: una platea unita ed educata che ha creato un varco per far passare il proprio beniamino, toccarlo e cantare insieme a lui.

È STATA UNA VERA OTAGATA

Sono tanti gli elementi che rimangono dagli esordi: «In questa narrazione c’è molto “Otago vecchia scuola” quando lanciavamo i lecca lecca nel 2002 o indossavano camicie improponibili nel 2007». Non è cambiata la passione per l’abbigliamento: muniti di mocassini e calzino bianco, la band ricorre spesso al cambio d’abito per inseguire l’atmosfera giusta.

Pochi giri di parole: gli Ex-Otago sono bravi e hanno messo in piedi uno show equilibrato ed entusiasmante al quale molti hanno sognato di partecipare (è andato subito sold out). «Pensate a quando tra qualche anno diremo “ma ti ricordi quella sera bellissima al Fabrique?”» scherza il cantante della band, e siamo certi che anche il pubblico sorridente davanti a lui non dimenticherà così facilmente questa vera e propria otagata.

LA SCALETTA

Questa notte
Le macchine che passano
Bambini
Giovani d’oggi
Torniamo a casa
Infinito
Gli occhi della luna
La notte chiama
Tutto bene
Costa Rica
Stai tranquillo
Amore che vieni
Mare
La nostra pelle
Quando sono con te

Solo una canzone
Ci vuole molto coraggio
Cinghiali incazzati
Non molto lontano

LE DATE DEL TOUR

9 aprile - Bologna, PalaEstragon
10 aprile - Roma, Atlantico
12 aprile - Bari, Demodè

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