Harry Styles ha conquistato Torino con un supershow

Il cantante inglese ha stregato più di 14 mila persone con la sua musica (e ha parlato nella nostra lingua!)

4 Agosto 2022 alle 07:59

Se c’è qualcuno che negli ultimi anni ha ridefinito le regole del pop internazionale, questo è proprio Harry Styles. In molti ricalcano le sue orme ma è inimitabile perché alla base del successo dell’artista c’è qualcosa di unico: la sua personalità.

Ce ne siamo accorti il 26 luglio a Torino, in una delle date finali europee (in Italia si è esibito anche a Bologna) di ”Love on Tour” organizzato da Live Nation, un ciclo di concerti che questa estate ha accompagnato centinaia di migliaia di spettatori nel suo mondo, dalla scozzese Glasgow fino a Lisbona (Portogallo).

Lo spettacolo comincia già fuori dal concerto. Ragazze e ragazzi arrivati da ogni parte d’Italia e d’Europa (anche dal Regno Unito, che è casa sua) sono in città da ore sotto il sole per ascoltarlo e vederlo da vicino... vestiti a festa: trucchi appariscenti, boa di struzzo colorati, bandiere, cartelloni, polveri scintillanti sui capelli. L’unica regola è essere se stessi senza paura. Per molte altre persone presenti, per lo più ragazze giovanissime, questo è primo concerto: i genitori, soprattutto i padri, chiamano le loro figlie al cellulare a debita distanza per non metterle in imbarazzo con i nuovi amici. Sì, perché molte di queste persone si conoscevano solo tramite Twitter o Instagram, trovandosi per la prima volta in Piemonte dopo un’attesa infinita.

I concerti infatti erano previsti nel 2020 e sono stati rimandati più volte durante la crisi pandemica. Il palco, due anni e qualche mese dopo, sembra la migliore risposta a quell’evento: la scenografia è così tanto essenziale da sembrare trasparente. Da qualsiasi lato, anche da dietro il palco, è possibile vederlo cantare. Questo ha permesso al Pala Alpitour di Torino di contenere oltre 14 mila persone. Quando alle nove e qualche minuto il cantante è salito sul palco, è come se il tempo si fosse accelerato.

In un’ora e mezza l’artista ha cantato e ballato tutti i suoi brani più famosi senza mai prendere fiato: da “Sushi for a music restaurant” (l’avete ascoltata tantissimo in uno spot di un cellulare), passando per “Adore you” fino a perle preziose come “Matilda” e mega successi come “Sign of the times”. Harry più che cantare (e ha cantato benissimo!) era prodigo nel cercare il contatto con il pubblico. Chiunque in quel palazzetto si è sentito salutato, guardato, ringraziato.

«Stasera è molto speciale per me. Alcuni dei momenti più felici della mia vita sono stati in Italia» ha detto durante il concerto in un perfetto italiano. «Sono molto grato per tutto quello che questo Paese mi ha dato. Quindi a tutti voi va il mio amore». Poteva essere abbastanza per raccontare il suo forte legame con noi, ma ha fatto di più, accennando alcune note di “Se telefonando” di Mina che tutti hanno poi cantato a squarciagola mentre Harry ciondolava danzando, rapito dal suono della nostra lingua.

Nelle battute finali ha cantato il brano che tutti stavano aspettando: ”As it was”, il singolo da mesi in cima alle classifiche internazionali, amatissimo in Italia dalle radio e in streaming. Questo brano così divertente racconta in realtà alcuni dei dolori più intimi del giovane Harry. Proprio in quella condivisione festosa e intima sta la magia dell’evento: riuscire a identificare nell’amore, nel contatto umano e nella musica tre ottime ragioni per cui vale la pena essere felici.

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