Max Pezzali: «A San Siro la festa più bella della mia vita»

«Non escludo un ritorno con Mauro Repetto» ci svela l’ex 883 prima di esibirsi davanti a 60mila persone

16 Luglio 2022 alle 12:47

«È un sogno che si realizza» dice Max Pezzali con gli occhi che brillano di soddisfazione. D’altronde «sono arrivato qui a 54 anni, dopo trent’anni di carriera e due anni di continui spostamenti, te la godi di più»: San Siro canta Max, veramente.

Lo racconta a poche ore dal debutto, dove ci da l’impressione di essere sereno e tranquillo, ma anche molto sorridente: là fuori una generazione ad attenderlo, alcuni acquistano le mitiche fascette ricordo altri si ritrovano insieme ad amici di vecchia data per vivere un’esperienza da ricordare circondati dalla magia dei grandi classici.

Con un repertorio che sfida ogni varco temporale, Max mette in fila oltre venticinque canzoni, escluso il bis, in ben due ore e mezza di show: un lungo karaoke senza sosta con «brani senza sovrastrutture di cui rimane l’essenza, la gioia e la condivisione. Un ritorno agli happy days» risponde il mito del pop, la voce che continua a far sognare la generazione delle musicassette e del Festivalbar. «È un ritorno a un passato in cui tutto era più semplice» aggiunge.

Dopo una carriera trentennale e svariate hit indimenticabili, il cantautore è ancora incredulo su quello che sta per succedere (e poi è successo) al Meazza: «Non mi rendo conto, ho una percezione di me e degli anni con gli 883 diversa dagli altri, non l’avevo calcolata. Continuo a stupirmi di fronte all’entusiasmo che le persone dimostrano per la mia musica, canzoni anche di 30 anni fa, e non so spiegarmelo» ammette.

A noi non stupisce, invece, vedere lo stadio gremito, dagli spalti al parterre: dopo due anni di attesa, in cui i gusti musicali del pubblico possono cambiare o evolversi, Max non passa mai di moda, «nonostante la meraviglia della tecnologia, abbiamo tutti bisogno del qui e ora».

Lo stupore del cantautore si unisce alla sua immensa semplicità: a volte snobbato dalla critica ma amato a dismisura dal pubblico, Pezzali è sempre stato fedele a se stesso, lo spettacolo di San Siro ne è la prova tangibile. Un palco di 600 mq con una scenografia essenziale, nessun laser o effetti pirotecnici ma solo Max, la band e le sue canzoni per guidarci in un viaggio musicale all’insegna di ricordi, nostalgie e speranze.

Max tiene il tempo, e inizia la sua serata giocandosi una tripletta importante formata da “La lunga estate caldissima”, “Sei un mito” e “Gli anni”: con le sue camicie colorate, è su quel palco per divertirsi e far divertire. Sui maxi schermi scorrono visual divertenti ma anche immagini live del pubblico, che esplode in un boato quando intuisce che sta per arrivare la reunion più attesa di sempre: «Tutti erano venuti a vedere Diego Armando Maradona, era il 1990. Al terzo anello ero lassù con il mio miglior amico».

Su “Hanno ucciso l’uomo ragno”, che ha compiuto trent’anni tondi tondi, entra Mauro Repetto, l’altra metà degli 883: «Ci sentiamo come nella gita scolastica del liceo, avere ancora questo entusiasmo è bellissimo» ammette. Sul palco salgono anche Paola e Chiara, si uniscono quando è ora di cantare successi come “Nord sud ovest est”, “Tieni il tempo” e “La regola dell’amico”. Più tardi arriva anche J-Ax per “La mia hit” e “Sempre noi”, «Abbiamo vissuto tante esperienze insieme con carriere parallele» ci racconta.

Nonostante la notizia della rottura con Cecchetto annunciata a poche ore dal debutto milanese, l’artista saluta il suo pubblico non solo con la promessa di rivedersi nei palasport il prossimo autunno ma anche con una bella speranza: «C’è ancora un buon feeling tra me e Mauro, una bella energia che mi spinge a buttare giù qualche idea con lui. Lo andrò a trovare a Parigi con la famiglia, vedremo cosa succederà». Lunga vita agli 883, parola di Max.

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