MI AMI 2018, un segnale forte per il mercato discografico italiano

Il festival della musica italiana ci racconta un cambiamento culturale importante

Cosmo  Credit: © Mi Ami
29 Maggio 2018 alle 12:59

di Valentina Cesarini e Manuela Puglisi

Per chi segue il MI AMI dalla metà degli anni 2000, scoprire che la prima sera del festival quest'anno fosse sold out già dalle prevendite è stata una doccia fredda. Allo sconforto per il mancato acquisto del biglietto, però, si è accompagnata la gioia di veder finalmente rifiorire la passione del pubblico per la musica italiana contemporanea, quella che difficilmente vediamo comparire in tv, ma che negli ultimi anni è riuscita a riconquistare il suo posto sia nelle rotazioni radiofoniche che nell'interesse dei direttori artistici e di tutti gli addetti ai lavori.

Il grande successo della 14° edizione del MI AMI è un traguardo meritato, perché il festival durante questi quattordici anni ha sempre promosso un cartellone di artisti italiani validi, dai più piccoli ai nomi mainstream. Ma la vera novità di quest'anno è che per chiudere le casse non è stato necessario chiamare artisti o band nati da percorsi televisivi, con unica eccezione Francesca Michielin, la quale però con l'ultimo disco ha dimostrato di essersi emancipata del tutto dal ruolo di vincitrice di un talent show.


Venerdì 25 maggio: Francesca Michielin, Cosmo, Calcutta

Una prima serata, quella del 25 maggio, forse fin troppo densa di nomi che era prevedibile avrebbero attirato molte persone. Un venerdì pieno, ma anche equilibrato che ha portato al Magnolia non solo chi il Mi Ami lo frequenta da anni, ma anche un nuovo pubblico. Certo, bisognava scegliere tra farsi trasportare dal live elettronico di Cosmo o dalle parole dolcemente trascinate di Frah Quintale (che con Giorgio Poi ha cantato il loro singolo «Missili»), andati in scena quasi in contemporanea su due palchi diversi. Sotto al palco Pertini una folla eterogenea ha cantato insieme a Francesca Michielin che sembra aver trovato qui la sua dimensione, lasciandosi definitivamente alle spalle l'etichetta di "giovane uscita da un talent" e concentrando tutte le energie sul proprio talento musicale. È stata anche l'unica data estiva degli Ex Otago, il primo Mi Ami dei Coma Cose, Willy Peyote, Galeffi, Sick Luke e Marina

Una sorpresa, sospettata e sussurata qua e là nel corso della serata, è arrivata poco dopo l'esibizione di Cosmo. E le sorprese al Mi Ami Calcutta è abituato a farle, ma se l'anno scorso aveva prestato la propria voce per la prima esibizione dal vivo di Liberato, quest'anno ha festeggiato lì l'uscita del suo «Evergreen» per Bomba Dischi. Ha cantato per la prima volta l'ultimo singolo «Paracetamolo», ma anche «Pesto» e un medley delle sue canzoni, seguito a squarciagola dal pubblico come un'unica voce.

Sabato 26 maggio: Prozac+, Tre Allegri Ragazzi Morti, Dj Gruff

Il sabato prosegue con ritmi più dilatati, ma se non è andato sold out poco ci è mancato. Anche perché i grandi nomi della serata sono due gruppi storici che hanno segnato la musica italiana (alternativa o indie che dir si voglia) a partire dai primi Anni 90. Sul palco sono saliti infatti i Prozac+, riuniti per festeggiare i vent'anni del loro «Acido acida» e tredici anni dopo il loro ultimo concerto insieme, ma anche gli indistruttibili Tre allegri ragazzi morti, che si sono esibiti nella loro unica data estiva. A precederli i Dunk (superband composta dai fratelli Giuradei, Luca Ferrari dei Verdena e Carmelo Pipitone dei Marta sui Tubi) che hanno scaldato il pubblico con il loro suono tra la psichedelia e il punk. La notte viene poi cullata dal set di Dj Gruff, uno dei capi dell'hip hop italiano old school.

Il palco Havaianas ha detto la sua con l'esplosiva esibizione di Colapesce (con tanto di maschera da pesce e due diversi abiti da prete) e la voce malinconica di Maria Antonietta. Sullo stesso palco Giorgieness, di corsa per riuscire a portare sul palco più pezzi possibile, ma non per questo meno intensa e travolgente. Tra i live del palco Mi Fai, una menzione particolare meritano CRLN Go Dugong, che con la loro elettronica (nel primo caso cantautoriale, nel secondo tropical) ci hanno regalato un'altra prospettiva sulla musica italiana contemporanea.

E possiamo assicurarvelo: nonostante il sabato fosse la serata per eccellenza della generazione X, quella che per intenderci ha vissuto l'adolescenza tra gli Anni 70 e gli Anni 90, nel pubblico abbiamo riscontrato un'alta percentuale di ventenni ben lieti di assistere a tutti i live menzionati sopra.

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