Michele Bravi: «L’ascolto del pubblico vale molto più di un applauso»

Abbiamo assistito allo spettacolo del cantautore al Teatro Arcimboldi di Milano, sul palco con lui anche Morgan

24 Maggio 2022 alle 15:30

Dalla solitudine «più grande che abbia mai conosciuto» raccontata nell’ultimo album all’entusiasmo per l’esperienza sanremese fino a un tour completamente sold out: in mezzo tante altre cose, esperienze di vita, personali e musicali, che ci hanno restituito una nuova e coinvolgente versione di Michele Bravi.

«Raccontare la mia musica in un teatro è un sogno che esce dal cassetto e prende forma»: più di un concerto, sul palco del Teatro Arcimboldi di Milano abbiamo assistito a uno spettacolo costruito su una complessità di dettagli tra giochi di luci, monologhi molto divertenti, sketch con il pubblico e un repertorio integralmente riarrangiato grazie alla presenta del quartetto d’archi della Gaga Symphony Orchestra.

Intorno palloncini bianchi, otto grandi fari che puntano alla platea e tante luci che costruiscono l’impalcatura visiva di ogni canzone: «Perché tutti mi dicono che sono pesante» scherza Michele, con un'invidiabile autoironia sa toccare non solo le corde emotive più profonde, grazie alla sua magistrale interpretazione, ma riesce ad alternare archi e ritmi elettronici tra citazioni letterarie, attualità e divertimento.

«Anna Marchesini descrive il teatro come la casa tattile delle illusioni, le sue regole racchiudono una serie di metafore della vita: il silenzio, l’invito a imparare e ascoltare una storia. Benvenuti!» dice rivolgendosi al pubblico seduto in sala, dove pochi minuti prima ha fatto il suo ingresso sulle note di “Maneggiami con cura”.

Oltre al già citato utilizzo sapiente di un light design, che colpisce a primo impatto, ci accorgiamo di quanto il cantautore sfrutti bene lo spazio teatrale a sua disposizione per dare una forma concreta a ogni canzone: volteggia e si muove a ritmo, si siede su uno sgabello, al lato del palco o canta in mezzo alla platea. Spezza i momenti di pathos con numerose riflessioni: cita Lewis Carroll e “Alice nel Paese delle Meraviglie” («L’amore di prima non basta più, ne serve di più per non perdere tutto quello che avevamo»), introduce “Se io fossi un angelo” parlando di Lucio Dalla ma anche di Italo Calvino. «La musica non ignora quello che succede, è una lente sul mondo» aggiunge.

Legge i messaggi della mamma, seduta tra il pubblico, racconta i momenti vissuti con la nonna e poi prosegue con un trio di canzoni che è impossibile non cantare: “La vita e la felicità”, “Diamanti” e “Inverno dei fiori”.«Devo raccontarvi un mio guilty pleasure: ogni mattina leggo l’oroscopo»: Michele scherza e, munito di cartellina, diventa astrologo. Chiede alle prime file, legge pregi e difetti di alcuni segni zodiacali, prima di introdurre il nuovo singolo: con l’estate che si avvicina, “Zodiaco” è il brano perfetto da tenere in playlist, lo ascolteremo da venerdì 27 maggio.

Morgan, proprio lui, è il finale che non ci aspettavamo: «Non ci vediamo da tanto tempo, ti ho visto a Sanremo artista al 100% e mi hai sorpreso ancora, chissà quante altre volte lo farai» dice al termine del duetto. Prima di lasciare Milano e proseguire il tour a Bologna e Roma, tutti in piedi per i saluti finali: «Grazie a voi, trovare delle persone che ti ascoltino vale molto più di un applauso».

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