Noel Gallagher conquista Milano, il racconto del concerto

11 aprile 2018: arriva in Italia il tour dell'ex Oasis, che spazia dalle influenze psichedeliche dell'ultimo album «Who Built The Moon?» alle vecchie hit, come Wonderwall e Don’t Look Back In Anger

Noel Gallagher live  Credit: © Getty Images
12 Aprile 2018 alle 10:45

L’11 aprile del 1994 usciva «Supersonic», il primo singolo degli Oasis che lanciò la loro carriera. Esattamente 24 anni dopo i due fratelli Gallagher si sono ormai separati da tempo, Liam è tornato a suonare in Italia a febbraio (lo abbiamo raccontato qui) ed è il turno di Noel, al Fabrique di Milano.

Il concerto si apre sulle note di «Fort Knox», un’introduzione quasi tutta strumentale che mostra subito le qualità della band che accompagna Noel Gallagher. Oltre al nucleo formato dall’ex Oasis Gem Archer (chitarra), Russell Pritchard (basso) e Chris Sharrock (batteria), ad impreziosire gli arrangiamenti ci sono una sezione di fiati e due nuove musiciste: Jessica Greenfield alle tastiere e la polistrumentista Charlotte Marionneau (suona anche un paio di forbici, fatto che ha suscitato l’ironia del fratello Liam sui social).

I primi brani in scaletta sono tutti tratti dall’ultimo album, «Who Built The Moon?», che anche dal vivo mantengono l’impronta psichedelica data dal produttore David Holmes. «Holy Mountain» è un brano glam trascinante che fa subito scatenare i fan, «Keep On Reaching» si muove su territori quasi gospel e «It’s A Beautiful World» mostra anche influenze elettroniche.

È dal 2011 che Noel ha iniziato la propria carriera solista e perciò anche i singoli degli album precedenti hanno un’accoglienza quasi pari alle canzoni degli Oasis. Ad esempio le ballate acustiche «If I Had A Gun» e «Riverman» vengono accolte da un boato, così come la divertente «Dream On» o la melodica «Ballad of the Mighty I».

Naturalmente quando torna ad eseguire i vecchi brani della sua band il risultato è assicurato: «c’è qualche fan degli Oasis?» chiede a metà concerto, prima di regalare al pubblico una scatenata «Little By Little» e una bella versione di «The Importance of Being Idle». Poco più avanti è il turno di «Wonderwall», cantata in coro da tutto il locale, e «Half The World Away» per proseguire il momento acustico.

Il pubblico italiano è veramente eccezionale e sa a memoria le parole anche di brani meno conosciuti, come «Dead In The Water» (presente solo nell’edizione speciale dell’ultimo album) che Noel lascia cantare ai fan vista la fantastica reazione. Poi il groove di «Be Careful What You Wish For» riporta alle sperimentazioni sonore dell’ultimo album, esaltando la bravissima corista YSEE, mentre l’inno «AKA What A Life» chiude il concerto prima dei bis.

Quando Noel ritorna sul palco offre una spettacolare versione di «The Right Stuff», che mescola blues, jazz e alcune influenze psichedeliche che erano già comparse nell’ultimo disco degli Oasis prima dello scioglimento. In tema di Oasis i fan vengono deliziati anche con una sfrenata «Go Let It Out» e un classico che non può mancare come «Don’t Look Back In Anger».

Quando il concerto sembra finito sulle note di uno dei più celebri inni scritti da Gallagher, ecco invece un tributo ai Beatles, tra le band che più di tutti lo hanno ispirato. Chiude infatti la serata una versione divertente e scanzonata di «All You Need Is Love», con tutti i musicisti della band ai cori.
Nella speranza che l’amore torni a trionfare tra i due fratelli, nel frattempo non resta che vederli separatamente (torneranno entrambi in Italia a giugno).

La scaletta

Fort Knox
Holy Mountain
Keep on Reaching
It's a Beautiful World
In the Heat of the Moment
Riverman
Ballad of the Mighty I
If I Had a Gun...
Dream On
Little by Little
The Importance of Being Idle
Dead in the Water
Be Careful What You Wish For
She Taught Me How to Fly
Half the World Away
Wonderwall
AKA... What a Life!

The Right Stuff
Go Let It Out
Don't Look Back in Anger
All You Need Is Love

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