Fan scatenati al primo concerto del tour: «Forse abbiamo fatto bene a sparire». E intanto loro e i Boomdabash...

Quattro concerti, due a Milano (il 13 e il 14 maggio) e due a Roma (19 e 20), per stuzzicare l’appetito dei fan in vista di quelle che saranno le date estive (le trovate su www.vivoconcerti.com). È un 2023 in cui Paola & Chiara non stanno sbagliando un colpo: prima la partecipazione al Festival di Sanremo con “Furore”, poi l’inedito “Mare caos” e un disco, “Per sempre”, uscito il 12 maggio (con i due singoli di quest’anno e nove vecchi brani a cui è stata data nuova vita con duetti e remix spettacolari). E secondo le ultime indiscrezioni sarebbe in arrivo una collaborazione coi Boomdabash.
Insomma per celebrare la loro reunion dopo dieci anni di assenza, hanno fatto le cose in grande. Noi siamo andati a vederle dal vivo: è sabato 13 maggio, siamo al Fabrique, a Milano, e ci si muove a fatica perché, ovviamente, i biglietti sono stati venduti tutti.
Quanto vi siete preparate per questi concerti?
Paola: «Abbiamo fatto prove su prove, sia dal punto di vista musicale, sia per quanto riguardo le coreografie».
Chiara: «Anche se in realtà forse mai quanto avremmo voluto (sorride)».
Paola: «Però alla fine siamo contentissime di quello che è stato il risultato. Anche la gente se ne è resa conto, già dalla “data zero”, la prova generale, che abbiamo fatto a Trezzo sull’Adda, vicino a Milano».
Le coreografie sono firmate da Luca Tommassini.
Paola: «Con Luca ci conosciamo dal 2000, sono quasi 25 anni. Aveva fatto anche la regia del video di un nostro singolo, “Hey”, che abbiamo riproposto anche in “Per sempre” duettando con Jovanotti. C’è un’amicizia e un’intesa particolare: è un professionista unico e ha concepito tutto lo spettacolo. Ha compreso il senso del nostro discorso musicale. D’altronde è stato al fianco di tutti i più grandi, da Michael Jackson a Madonna».
Chiara: «In queste coreografie ha lavorato davvero su ogni minimo dettaglio, ci siamo divertite anche se il periodo delle prove è stato particolarmente intenso. Da un lato abbiamo mantenuto alcuni passi “classici” delle nostre vecchie coreografie. Poi, però, ci sono state alcune rivisitazioni, anche in base a come suonano le nuove versioni delle canzoni pubblicate in “Per sempre”. Siamo molto felici del risultato, perché ci sentiamo di esprimere esattamente quello che vogliamo».
Quali sono i vostri rituali prima del concerto?
Paola: «Innanzitutto, quello classico, che si fa anche a teatro. Con i musicisti e i ballerini diciamo “m***a” per tre volte appena prima di salire sul palco. Poi prendiamo un po’ di spray per la gola al propoli: una di quelle cose che ti fanno sentire al sicuro, come la coperta di Linus (ride)».
E che cosa non manca mai nel vostro camerino?
Paola: «Sicuramente il profumo, tanti specchi e una marea di vestiti: abbiamo il doppio di tutto, per qualsiasi cosa possa accadere. Due paia dello stesso modello di scarpe col tacco, due cambi di intimo e così via».
Chiara: «Poi c’è sempre del tè caldo e qualche snack».
E dopo il concerto che cosa succede?
Paola: «Dopo la prima data siamo andate a dormire subito. Dal giorno dopo, invece, ci siamo intrattenute coi nostri fan».
Come avete scelto i look?
Chiara: «Li abbiamo divisi in tre “macromondi”: all’inizio partiamo con quello “latin”...».
Paola: «...in cui abbiamo degli abiti neri, sexy e un po’ stringati. Poi c’è un cambio più pop, per la seconda parte del concerto, con dei pantaloni neri attillati e una maglietta che Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno disegnato apposta per noi con la scritta “Paola & Chiara per sempre”».
Chiara: «Infine c’è un terzo mondo, di ispirazione disco dance Anni 70, con tanti glitter: quello che avete già visto nel video di “Furore”».
Qual è il vostro ricordo più bello legato a un concerto?
Paola: «Forse ripensare alle persone che erano in prima fila ai nostri concerti d’esordio e che adesso sono ancora lì: sono le stesse facce, ma solo un po’ più cresciute (ride)».
Chiara: «E poi non possiamo non citare il concerto di Michael Jackson a San Siro nel 1997: era il nostro idolo e noi ci siamo esibite prima di lui».
Vi siete mai chieste: «Ma chi ce l’ha fatto fare?» durante questi dieci anni di lontananza e progetti individuali?
Paola: «No. Anzi, ci è servito molto. Certamente il calore del pubblico è mancato, ma è anche vero che forse essere “sparite” ha fatto sì che oggi l’affetto dei fan nei nostri confronti sia ancora più forte di prima. Come dice quel vecchio detto: “In amore vince chi fugge”».
Però è un dato di fatto che oggi siete considerate due artiste di culto.
Paola: «È come quando un film esce e non è considerato dalla critica, ma poi negli anni si rivaluta e i fan escono allo scoperto. A noi è accaduta la stessa cosa. Abbiamo fatto dei pezzi con un’anima grande, come “Amici come prima”, e in qualche modo il pubblico lo ha recepito».
Vi aspettavate l’esplosione di “Furore” e questo nuovo boom?
Chiara: «In realtà no. A noi bastava sapere che “Furore” fosse venuta bene. Che poi da lì si trasformasse in una hit e arrivasse questo successo era imprevedibile».