I Queen a Budapest e gli altri concerti oltre la cortina di ferro
32 anni fa Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon diventavano la prima band a suonare nell'Europa dell'Est. Da Berlino a Sarajevo, vi raccontiamo cinque concerti oltre i confini
Budapest, 27 luglio 1986. Per la prima volta dopo diversi anni la città, allora parte del blocco Sovietico, vede un grande concerto rock nel proprio stadio. Sono i Queen, impegnati nel Magic Tour (quello che purtroppo sarà l’ultimo per Freddie Mercury) e che li porta in giro per l’Europa, anche oltre la cortina di ferro.
Non è l’unico caso in cui la musica si è spinta al di là di confini, guerre e difficoltà. È storico ad esempio il concerto di Bruce Springsteen a Berlino Est nel 1988, 16 mesi prima della caduta del muro. Secondo molti la musica e i discorsi di Springsteen quella sera contribuiranno a unificare la Germania. Nel 1990 Roger Waters suona il classico album «The Wall» proprio a Berlino, con il muro ormai caduto, davanti a oltre 400.000 persone.
Lo spirito unificante della musica ha saputo spesso portare consolazione nelle zone difficili, da Johnny Cash nella prigione di Folsom agli U2 a Sarajevo subito dopo la guerra. Vi raccontiamo allora cinque concerti che hanno riscritto la storia.
Queen, Budapest 1986
Il concerto dei Queen a Budapest fu il primo grande evento di una rock band in un Paese del blocco comunista. Freddie Mercury stesso si impegnò molto affinché si realizzasse e già nel 1985 raccontava a un intervistatore: «le autorità sovietiche pensano che potremmo corrompere la gioventù o qualcosa del genere». Era piuttosto impensabile infatti che una band come i Queen, per di più con il cantante dichiaratamente omosessuale, si esibisse in Ungheria al di là della cortina di ferro.
Il concerto si fece e fu subito sold out con grande anticipo: i Queen capirono che si trattava di una serata storica e pensarono di registrarla in video. Il tutto venne affidato a una agenzia di stato ungherese, che usò ogni telecamera da 35mm presente nel Paese. Il concerto è uscito in DVD recentemente con il titolo di «Hungarian Rhapsody» e, uno degli highlights, è il momento in cui Mercury intona una canzone tradizionale ungherese per ringraziare i fan.
Bruce Springsteen, Berlino Est 1988
Secondo la testimonianza di un fan, quando Springsteen suonò a Berlino Est, nella Germania Comunista, il 19 luglio 1988 «fu il momento che molti di noi aspettavano da una vita intera». Le autorità sovietiche, note per la censura e la contrarietà a questo tipo di eventi, diedero il via libera all’organizzazione di un concerto di una star dell’Ovest. Lo scopo era sciogliere la grande tensione tra i due lati della Germania, ma le oltre 300.000 persone presenti e milioni di altri che seguirono il concerto sulla televisione statale si convinsero ancora di più all’unificazione.
Springsteen fece un discorso appassionato, in un tedesco stentato, con un preciso messaggio politico: «Non sono qui per alcun governo, sono venuto a suonare rock and roll per voi nella speranza che un giorno tutte le barriere verranno abbattute». Le persone capirono quanto erano bloccate e desiderarono sempre maggior libertà: secondo molti il concerto contribuì infatti agli eventi che di lì a 16 mesi portarono alla caduta del Muro di Berlino.
Roger Waters, Berlino 1990
Sempre in una giornata estiva, il 19 luglio 1990, Berlino decise di celebrare gli otto mesi dalla caduta del Muro. Quale migliore occasione per Roger Waters, ex leader dei Pink Floyd, di suonare tutto il disco «The Wall»?
Lo stesso Waters dichiarò in un’intervista che avrebbe acconsentito a risuonare il disco per intero solo se fosse caduto il Muro. Il concerto venne così organizzato in un largo terreno vuoto tra la porta di Brandeburgo e Potsdamer Platz, un tempo terra di nessuno per via del Muro. Il palco stesso conteneva nella scenografia un gigantesco muro, lungo 170 metri e alto 25, che veniva abbattuto alla fine dello show in un momento estremamente simbolico. Il tutto venne documentato nel disco e nel video «The Wall – Live in Berlin».
U2, Sarajevo 1997
Il 23 settembre 1997 gli U2 diventarono la prima band a suonare a Sarajevo dopo la fine della guerra in Bosnia. La città era stata vittima di un lunghissimo assedio, dal 1992 al 1996, e gli U2 erano già stati coinvolti durante lo «Zoo TV Tour» del ‘93 con un collegamento via satellite da Sarajevo in ogni concerto per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Con l’aiuto delle truppe e degli ambasciatori ONU, la band riuscì a organizzare un concerto nella città al termine del conflitto. Inizialmente offrirono di fare un live gratuito in qualche location ridotta, ma la città richiese a gran voce un concerto vero e proprio del «PopMart Tour». Si trattava di uno show gigantesco, con una scenografia complessa che ironizzava sulla cultura pop (compreso un immenso limone da drink e un arco giallo che ricordava McDonald’s).
Lo show fu importantissimo nel portare oltre 45000 spettatori di diverse etnie, che durante la guerra avevano combattuto duramente, e persino i treni ripresero il servizio soltanto per il giorno del concerto. Tra le canzoni in scaletta chiaramente non mancò «Miss Sarajevo», scritta insieme a Brian Eno e in duetto con Pavarotti, scritta nel 1995 mentre la città era ancora in guerra.
Johnny Cash, prigione di Folsom 1968
Il celebre cantautore Johnny Cash iniziò ad appassionarsi al carcere californiano di Folsom mentre era in servizio militare. Nel 1955 pubblicò infatti una canzone dal titolo «Folsom Prison Blues», scritta qualche anno prima, in cui esponeva la propria visione della vita dei prigionieri. Oltre dieci anni dopo, al termine di un periodo di dipendenza dalle droghe, Cash era pronto a riprendere in mano la carriera e decise di farlo organizzando un concerto leggendario proprio a Folsom.
Il 13 gennaio 1968 si esibì in due concerti, uno di mattina e uno al pomeriggio, davanti a un pubblico di carcerati. L’evento fu talmente storico da essere pubblicato come album live e, un anno dopo, Cash tornò a suonare in un carcere, quello di San Quintino.
Il capolavoro discografico, nato dalla scintilla di Roger Waters, stupisce ancora oggi perché racconta la verità di una band ormai divisa e agli sgoccioli
Uscirà il 29 novembre nelle sale italiane ma è già disponibile il trailer. Il film seguirà Mercury e i Queen dagli esordi fino all'esibizione al Live Aid