Raf e Umberto Tozzi: «Stare sul palco insieme ci dà energia!»

I due cantautori concludono il tour il 25 settembre all’Arena di Verona e ci raccontano la loro amicizia

Umberto Tozzi e Raf insieme sul palco durante il loro tour
19 Settembre 2019 alle 09:20

Sono due pilastri della musica italiana e hanno venduto milioni di dischi nel mondo. Ora Umberto Tozzi e Raf, grandi artisti e grandi amici, si apprestano a concludere, il 25 settembre all’Arena di Verona, il tour che li ha visti sul palco insieme per tutta l’estate. Hanno fatto cantare e ballare il pubblico di ogni età nei palasport. Adesso c’è il gran finale: una festa con i fan in delirio.


Proprio a Verona vi siete ritrovati due anni fa per il concerto dei 40 anni di “Ti amo” di Tozzi. E poi non vi siete più lasciati.
Raf: «Ormai siamo una coppia di fatto (ride)».
Tozzi: «Non sarà facile tornare sul palco da soli. Metterò un cartonato di Raf vicino alla batteria (ride)».
Raf: «Scherzi a parte, sarà dura davvero. Ma tutte le cose belle della vita prima o poi finiscono. E io, lo ammetto, sento già la nostalgia».

Cosa prova Tozzi quando canta le canzoni di Raf e viceversa?
Tozzi: «È difficile da spiegare, ci si immerge totalmente l’uno nel repertorio dell’altro».
Raf: «Molti brani per noi rappresentano dei ricordi, come per i fan. Umberto è uno dei pochissimi artisti di cui avrei comprato tutta la discografia. E io sulla musica italiana sono molto, molto severo».

A chi pensa Tozzi quando canta “Sei la più bella del mondo” del suo amico Raf? E a chi pensa Raf quando canta “Dimmi di no” di Tozzi?
Raf: «Darò forse una risposta deludente dal punto di vista romantico, ma non c’è “una” persona in particolare. Sul palco non ho il tempo di mettere a fuoco i pensieri, entro quasi in “trance”».
Tozzi: «Magari vengono fuori immagini sfumate. Come quando suoni Battisti o i Beatles con la chitarra in spiaggia. Flashback del passato, situazioni magiche».

Ma come fate a raccontare le donne e l’amore così bene?
Tozzi: «Bisogna prendere un sacco di bastonate (ride)».
Raf: «I testi d’amore di Umberto sono un po’ “psichedelici”».
Tozzi: «Testi a volte surreali, flash di suono scelti per la metrica. Come quel “Ti amo, ti amo, ti amo” ripetuto duemila volte».

Avete mai provato a mixare “Ti amo” con “Ti pretendo”?
Tozzi: «No, l’esperimento ci coglie impreparati».

Cosa vi dite nel backstage un secondo prima di esibirvi?
Tozzi: «“Rock ’n’ roll!”».

E finito il concerto?
Tozzi: «Raf se ne va via subito».
Raf: «Umberto va a cena. Lui mangia sempre!».

È un ghiottone?
Raf: «Gli piacciono i fast food, perché è veloce».
Tozzi: «Ma cosa dici?».
Raf: «Volete la verità? Umberto è lentissimo. Nel tempo in cui prende il cibo con la forchetta e lo porta alla bocca, un altro ha già finito il primo e il secondo».
Tozzi: «È che per me ogni pasto è come a Capodanno. Ma non per il numero delle portate... mi piace stare a tavola e chiacchierare».

Sembrate Totò e Peppino.
Raf: «Siamo comici involontari, buffi. Quando ci divertiamo noi, anche gli altri iniziano a ridere».

Vi conoscete da una vita, ci raccontate il vostro primo incontro?
Tozzi: «Un’estate, nel giardino del nostro primissimo produttore fiorentino, Giancarlo Bigazzi. Lui mi presentò Raf e mi fece ascoltare le sue cose. E io continuavo a dirgli: “Mi piace, mi piace, mi piace”. Poi, dalla vittoria a Sanremo nel 1987 assieme a Morandi e Ruggeri con “Si può dare di più”, scritta anche da Raf, è stato un crescendo».

Siete stati anche vicini di casa.
Raf: «A Roma, sì, per dieci anni. Umberto era il vicino ideale».
Tozzi: «Raf invece non pagava le spese di condominio» (ride).

Chi è il più puntuale tra voi due?
Tozzi: «Dillo che sono io, dai».

Raf è un ritardatario cronico?
Tozzi: «Ha i suoi tempi, ecco».

Oltre agli interessi musicali, per caso avete gusti televisivi simili?
Raf: «No, Umberto in tv guarda cose orribili. Certe telenovelas...».
Tozzi: «In realtà seguivo molto lo sport, ero maniacale sul calcio. Ma ho ridotto il numero di partite».

E al cinema ci va?
Tozzi: «No, i film li guardo a casa».

La sua canzone “Stella stai” è nella colonna sonora dell’ultimo “Spider-Man”. È rimasto stupito?
Tozzi: «Francamente no. Già Quentin Tarantino aveva usato “Stella stai” (la versione slovacca, ndr) in un film prodotto da lui, “Hostel”. E Martin Scorsese ha inserito “Gloria” in “The wolf of Wall Street” con DiCaprio. La prima gioia, un’incredibile sorpresa per me fu Laura Branigan che cantò “Gloria” in “Flashdance”».

Laura Branigan ha fatto anche una cover di “Self control” di Raf. L’avete mai incontrata di persona?
Tozzi: «Due volte, a Toronto e a New York. Era eccezionale».
Raf: «Genuina, semplice. L’ho conosciuta in uno show tedesco. “Self control” in Germania è stata numero uno in classifica nella mia e nella sua versione. Credo sia capitata solo a me una cosa così».
Tozzi: «No, pure a me: “Ti amo” è stata in classifica in Germania nella mia versione e nella cover di Howard Carpendale».

L’ennesima cosa in comune... Quando avete capito di essere davvero amici per la pelle?
Raf: «A Bruxelles, nel 1987, quando arrivammo terzi all’Eurofestival con “Gente di mare”».

In tour l’avete messa in scaletta in una nuova versione.
Tozzi: «Sentirla cantare oggi ai concerti, come se fosse nata ieri, è un’enorme dimostrazione di affetto da parte del pubblico».

Ma avete mai fatto un viaggio in mare voi due?
Tozzi: «Sì, uno bellissimo in barca a vela in Sardegna. E l’altr’anno anche dieci giorni in Grecia».

La vostra prossima avventura?
Raf: «Ognuno di noi lavora già a un disco nuovo. Prima però uscirà il dvd del tour. Al più presto, spero, per ricordare sempre questa meravigliosa esperienza insieme».

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