Renato Zero: «Festeggio i miei 70 (+2)al Circo Massimo e in tv»

Oltre 100 mila “sorcini” in delirio hanno pianto, riso e cantato con il loro idolo. E ora arriva su Canale 5 con i suoi concerti-evento

Renato Zero  Credit: © Simone Cecchetti
20 Ottobre 2022 alle 07:59

«Non dimenticatemi, eh?». Così, sulle meravigliose note di “Il cielo”, Renato Zero ha chiuso i suoi sei concerti romani al Circo Massimo, davanti a un pubblico in delirio. E no caro Renato, di sicuro non ci dimenticheremo le emozioni, i ricordi, le sensazioni che ci hai fatto vivere in ognuna di queste magnifiche serate. C’eravamo anche noi di Sorrisi lì, tra i circa 100 mila “sorcini” che hanno cantato a squarciagola, pianto di commozione, riso di gusto con il grande mattatore che ha così festeggiato i 55 anni di carriera e i 70 anni di età (più due a causa della pausa per il Covid) con la sua gente, nella sua Roma. E vi raccontiamo il dietro le quinte di questa festa indimenticabile. Una festa che diventerà anche un programma televisivo: due serate su Canale 5 dal titolo “070”.

Renato, è stata una festa di compleanno con 100 mila invitati, a cui si aggiungeranno i telespettatori dello show in tv. Mica male...
«È vero. Questo pubblico si merita tutta la gratitudine e l’amore di cui sono capace per la dedizione, per la fedeltà e per il sostegno che mi ha regalato in questi anni».

Cosa avrebbe voluto scrivere su un ideale biglietto d’invito alla sua festa?
«Un elogio alla libertà, che poi è quella che mi ha sempre nutrito e dato la possibilità di lottare. Lottare è faticoso ma è necessario per crescere. La libertà è stato il volano di questo compleanno».

Per i suoi 16 mila invitati a sera ha dovuto prendere un grande locale... il Circo Massimo!
«Ho voluto fortemente che la cornice di questi appuntamenti fosse degna di ospitalità. E vedere la gente seduta è stata una vittoria: va bene che ci si alzi per ballare, però è giusto anche che per tre ore e mezza si possa stare comodi».

Ce l’ha un luogo del cuore a Roma?
«Sono nato e cresciuto in questa città. E ho assaporato diverse portate del menù meraviglioso e incandescente che offre Roma. Mi sono spinto anche nelle estreme periferie e questo mi fa stare bene ovunque, a Centocelle come a Piazza del Popolo, nei cui pressi sono nato».

Dove?
«A via Ripetta 54, per la precisione. Proprio lì poi costruirono l’Ortopedia dell’ospedale San Giacomo: ci fecero fare le valigie e andammo a vivere con la mia famiglia in periferia».

Sul palco oltre 100 persone, tra orchestra, coro, band e ballerini: la notte precedente al primo appuntamento ha dormito?
«Io riposo sempre perché la mia coscienza gode di ottima salute. Il lavoro più bello lo faccio nel privato quando vado dai piccoli pazienti del “Bambino Gesù” o dagli anziani della Fondazione “Santa Lucia”. Quella è la parte di Renato che mi preme maggiormente. Lì Zero rimane fuori, entra il signor Fiacchini con la sua umiltà e la sua voglia di essere sempre dalla parte della gente».

Per affrontare questi concerti evento come si è preparato?
«Andare in palestra o mettersi a dieta un mese prima sarebbe inefficace. Se vuoi la forma vera in palestra ci dovresti proprio vivere... Invece lo sport che pratico di più è lo scopone scientifico: ho dei polpastrelli muscolosi (ride)!».

Nel suo camerino cosa non manca?
«Il silenzio. È il momento in cui sto con me stesso, davanti allo specchio, e rifletto su tutti gli altri specchi davanti ai quali mi sono trovato prima di allora. Lì davanti abbiamo la misura di come cresciamo, di come cambiamo e di come riusciamo a essere migliori».

Quindi nei minuti prima di salire sul palco cerca il silenzio?
«Sì. C’è solo la mia sarta che mi gira intorno e ogni tanto le dico di non fare rumore... lei si chiede come sia possibile che un artista che è tanto vivace sul palco, prima voglia tutta questa discrezione (ride)».

Come è possibile?
«Perché poi quando si accendono le luci e mi metto in bella mostra davanti al pubblico, devo sentire la stessa emozione degli inizi».

Hanno festeggiato con lei sul palco tanti amici, da Jovanotti a Diodato, da Panariello a Claudio Baglioni...
«E ne avrei voluti anche tanti altri ma abbiamo dovuto fare i conti con il comune di Roma che ti dice: “A mezzanotte e mezzo devi chiudere baracca e burattini”».

Il momento più emozionante di queste sei magnifiche serate?
«Quando il 30 settembre (giorno del compleanno di Renato, ndr) nonostante la forte pioggia ho visto tutte quelle persone lì, imperterrite, condividere con me perfino il diluvio. I miei colleghi mi invidiano l’amore della gente. Quale fortuna migliore che avere dei compagni di viaggio come loro?».

E per chi non è riuscito a partecipare alla sua festa?
«Da febbraio ci saranno nuovi appuntamenti, con una tournée in Italia»

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