Viva! Festival 2018: musica e vino pugliese, dall’alba al tramonto

Dallo show di Liberato al dj set di Jamie xx, dal post punk di John Maus alla jungle di Goldie, dal soul di Sampha fino ai tacchi a spillo di Arca. Il racconto di un'esperienza caleidoscopica

Liberato - Viva Festival 2018
11 Luglio 2018 alle 16:14

Prendi l'auto, attraversa le contrade che serpeggiano fra trulli e colline, lasciati il tramonto alle spalle, raggiungi la tua destinazione, bevi un bicchiere di vino a tre euro nel centro di Locorotondo, Fasano o Martina Franca. Nel cuore della Valle d'Itria il paesaggio è meno brullo che a ridosso del mare, ma il terreno è roccioso, così tanto che osservi gli imponenti ulivi secolari come un miracolo della natura. Adesso rilassati e ascolta dal vivo alcuni degli artisti più innovativi e interessanti della scena musicale elettronica e non. Viva! Festival, organizzato e promosso da Turné insieme a Xplosiva, con il sostegno di alcuni brand come Audi, rinnova per il 2018 la scelta di portare nel sud Italia alcuni nomi davvero prestigiosi: Jamie xx, Arca, Sampha, Goldie, per citarne solo alcuni.

In un contesto che siamo abituati, erroneamente, a iscrivere entro i limiti di sagre di paese, feste patronali e concerti nazional popolari da piazza, è possibile fare molto di più e la risposta del pubblico certo non manca. Tutto il sud, ma in questo caso la zona della Valle d'Itria, ci insegna che la musica sperimentale contemporanea e quella da clubbing possono uscire fuori dal quadrilatero del centro-nord (Roma-Bologna-Milano-Torino) per sbarcare in territori non metropolitani e, sembra assurdo dirlo ma è così, non convenzionali. Gli artisti internazionali arrivano con un discreto carico di stress dovuto ai periodi promozionali e ai tour mondiali, rimangono qualche giorno e quando ripartono sembrano riemersi dalla piscina miracolosa del film «Cocoon».

Oltre alla programmazione musicale, Viva! ha offerto una serie di talk condotti da Carlo Pastore che hanno coinvolto alcuni degli artisti del festival e alcuni giornalisti di testate note come Internazionale, Rolling Stone, La Stampa e Il Post.

(Continua dopo la gallery).

I visual di Liberato, l'alba di Tristano, i tacchi di Arca

I luoghi del Viva! Festival 2018

Dalla Masseria Eccellenza, che ha ospitato un dj set di ben tre ore di Jamie xx, all'Arena Valle d'Itria dove campeggiava il grande palco in cui si sono esibiti Liberato, Sampha, Iceage, The Black Madonna e molti altri, fino alla Masseria Aprile che è diventata location della Boiler Room, passando per l’Archeolido presso il sito archeologico di Egnazia fino a chiudere in bellezza sulla spiaggia di Ostuni. La Puglia offre tutta se stessa per vivere un'esperienza suggestiva e variegata.

Gli show più interessanti

Lele Sacchi e Jolly Mare

Aprono le danze due eccellenze italiane: lo storico dj e producer Lele Sacchi, anfitrione della scena clubbing milanese dagli anni 90, che ha suonato ovunque all'estero, da Detroit a Chicago, da Ibiza a Berlino, da Shangai a Los Angeles; Jolly Mare, producer pugliese che negli ultimi anni si è distinto per un lavoro encomiabile di recupero della italo disco di qualità, come Tullio De Piscopo e Pino Daniele.

Liberato

Tra i più attesi dal pubblico, il live di Liberato: lo show è molto simile a quello dello scorso Club to Club, i visual a cura di Quiet Ensemble con la collaborazione di Martino Cerati sono un'esperienza mozzafiato e i sei brani ormai noti e ri-noti riescono a coinvolgere tutti i partecipanti, che cantano a squarciagola e si divertono. Sul palco il consueto trio incappucciato, al centro del quale abbiamo un cantante che questa volta soffre un po' di problemi alla voce, ma riesce comunque a portare fino alla fine uno show piacevole.

Arca

Per chi non conoscesse ancora il venezuelano Arca, solo qualche parola di introduzione: ha quasi 30 anni, è ingegnere del suono, producer e dj, ha partecipato alla produzione di 4 brani di Yeezus, forse il disco più sperimentale di Kanye West. I suoi show vengono considerati "LGBT", perché Alejandro Ghersi mixa suoni punk e elettronici a una stravagante performance in tacchi, trasparenze, tanga, visual sensuali e ambigui. La famosa "fluidità sessuale" di cui molti parlano e pochi sono disposti a godere senza pregiudizi è l'elemento chiave di Arca. Poter assistere a un suo live è come essere dentro una vera performance artistica, senza soluzione di continuità tra suono, immagine e divertimento. Perché Arca è davvero, davvero divertente.

Sampha

È il momento più romantico del festival, è il momento soul. Sampha ha dedicato il disco alla madre, morta di cancro nel 2015: ne è uscito fuori un piccolo capolavoro, di cui «(No One Knows Me) Like The Piano» è l'imperdibile chicca che dovete ascoltare.

Equiknoxx, Nu Guinea, Goldie

Equiknoxx: da Kingston, la dancehall giamaicana selezionata e suonata con un approccio innovativo, originale. Destrutturazione e cupezza, a tratti inquietudine: una strada geniale (e molto sofisticata) per rivalutare un genere che negli anni, purtroppo, ha assorbito sempre di più i cliché del tamarro da spiaggia. 

Nu Guinea: i due italiani portano alcuni brani di «Nuova Napoli», l'EP che li ha resi famosi, e una selezione da ballare con leggerezza. Si torna alle origini: è tempo di Napoli sound, di blues e funkettoni con influenze jazz e afro, ma sempre made in Italy.

Goldie: che dire della leggenda della drum’n’bass? Dopo un talk pomeridiano ricco di riflessioni molto interessanti sulle etichette talvolta folli che il giornalismo musicale affibbia ai musicisti, sulla famiglia, sui traumi infantili e il potere terapeutico della musica, Goldie ci porta dentro una Boiler Room schizofrenica su ritmi jungle. Lo dico da non appassionata del genere: ho ballato per tutto il tempo, perché guardarlo divertirsi mentre metteva i dischi era contagioso.

Jamie xx, Tristano, John Maus

Jamie xx ci ha regalato tre ore di dj set pazzesco: 180 minuti volati come mezz'ora. Un viaggio fluido attraverso più generi musicali, con voli pindarici che ci portavano da «Ti voglio» di Ornella Vanoni e «Il veliero» di Lucio Battisti a pezzi tecno, passando attraverso funky house e hip hop. Il suo mini tour nel sud, che ha fatto tappa a Palermo e Matera, si conclude proprio con il Viva! Festival di Locorotondo. Mica scemo, oseremo dire. 

Tristano è stato protagonista di un evento particolare al quale purtroppo, per necessità di sopravvivenza, non sono riuscita a partecipare. Si tratta dell'alba sulla spiaggia di Ostuni: alle 5 circa del mattino l'artista ha presentato per la prima volta in Italia e in esclusiva lo show P:ANORIG.

John Maus è un visionario. Vestito come un impiegato che si è appena slacciato la cravatta per godersi una sbronza con gli amici del venerdì sera, l'artista-filosofo mette in scena uno spettacolo scarno ma impagabile: come posseduto dalla tarantola pugliese, si muove sul palco alternando salti a espressioni indemoniate, e con la voce ripercorre il post punk anni Ottanta, uno Ian Curtis invecchiato bene, benissimo.

In chiusura: Beats from the lido

La settimana si chiude con Beats from the Lido, un evento speciale curato da Red Bull Music che porta sulla spiaggia di Ostuni una nostalgica rivisitazione di alcune hit 60s italiane grazie a Jolly Mare e i Selton. Dieci reinterpretazioni di dieci brani fondamentali della nostra storia musicale. Da “In Alto Mare” della Bertè a “Un'estate al mare” di Giuni Russo, le cover sono state ricantate da Nic Cester, Willie Peyote, Mudimbi, Maria Antonietta, Marianne Mirage, Nyvinne, Federica Abbate, CRLNe infine Levante. Per finire, i dj set di Anthony Naples, Young Marco e Rollover.

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