Cristiano Malgioglio, la mia carriera da De André al GF

Le sue canzoni (più di mille) hanno fatto il giro del mondo, ma l’opinionista del Grande Fratello ha sempre vissuto una vita incredibile

Cristiano Malgioglio
15 Ottobre 2015 alle 15:03

Cristiano, tracciamo un bilancio di queste prime puntate del «Grande Fratello», di cui lei è il nuovo opinionista.
«L’inizio è stato difficile, forse ero un po’ troppo “morbido” e la gente non vuole un Malgioglio così. Ma venivo dal programma di Chiambretti dove avevo un’immagine da “signora sofisticata” e volevo mantenerla... Adesso va meglio, ho preso confidenza con i partecipanti».

Con la Marcuzzi come si trova?
«La amo alla follia».

E con l’altro opinionista, Claudio Amendola?
«Ancora non ci conosciamo bene, ma tra noi c’è grande rispetto».

Parliamo del Malgioglio paroliere. Quante canzoni ha scritto?
«In tutto sono 1.200, comprese quelle che ho firmato con pseudonimi  come “Selvaggia” o “Malgi” perché quando le ho scritte mi sembravano brutte. Le ho rivalutate solo in un secondo momento».

Lei ha scritto capolavori per Mina, ma anche canzoni per Luciana Turina, Carmen Di Pietro, Adriana Russo...
«Sono sempre stato un uomo molto generoso, è difficile che dica di no...».

Pochi lo ricordano, ma anche Alessandra Mussolini ha cantato dei pezzi firmati da Malgioglio...
«Nei primi Anni 80 scrissi tre canzoni per lei e l’album che le conteneva ebbe un successo clamoroso in Giappone. Devo dire che come cantante non era affatto male».

A chi deve il suo successo internazionale come autore?
«Al cantante brasiliano Roberto Carlos, che aveva sentito i miei testi scritti per Mina: ne andava pazzo. Così mi volle in Brasile per collaborare con lui. La nostra “Testarda io”, cantata da Iva Zanicchi, fu scelta da Luchino Visconti come colonna sonora del suo film “Gruppo di famiglia in un interno”».

Parliamo di donne. La sua migliore amica è Ursula Andress.
«Adesso però è arrabbiata con me: mi aspettava nella sua villa di Zagarolo perché dovevo farle la pasta con le sarde, ma io avevo un altro impegno...».

Ha mai scritto una canzone per lei?
«Avevo scritto un duetto per lei e Miguel Bosé, si intitolava “Lover” ma non ha mai visto la luce».

Malgioglio e Miguel Bosé insieme?
«Tra noi c’era un’amicizia speciale. Mi piaceva il suo timbro vocale. Girai tutte le case discografiche perché credevo molto in lui, ma all’inizio non lo voleva nessuno».

Nel 1982 lei ha rischiato di essere uno dei protagonisti di «Querelle de Brest» del regista tedesco Fassbinder.
«Fassbinder aveva visto un servizio fotografico in cui imitavo le grandi dive di Hollywood e mi voleva nel film per una scena molto esplicita con un marinaio. L’idea mi faceva impazzire, poi ne parlai con mia madre e capii che sarebbe morta per la vergogna. Rifiutai a malincuore».

È vero che è stato lei a mettere insieme Dori Ghezzi e Fabrizio De André?
«Dori è stata una delle prime a cantare le mie canzoni, eravamo molto amici. Una sera ero a cena da lei, e chiamai Fabrizio al telefono. Lei sapeva chi era lui, lui sapeva chi era lei, sentivo qualcosa nell’aria... Li feci incontrare e non si lasciarono più».

Sembra incredibile, ma fu proprio De André a scoprire Malgioglio.
«Fabrizio ha creduto in me e mi ha fatto firmare il mio primo contratto con una casa discografica. Gli piacevano molto i miei testi che parlavano così esplicitamente di sesso».

Da qualche tempo una delle sue amiche più care è Mariela Castro, figlia di Raúl e nipote di Fidel.
«Una donna meravigliosa, che è molto vicina a noi omosessuali e ha fatto tanto per la nostra causa a Cuba. Gli ultimi anni della mia vita vorrei trascorrerli da quelle parti».

Il suo più grande sogno?
«Lavorare con Pedro Almodóvar. Solo che alla mia età potrei fare solo il “nonno colorato”».

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