Cristina Scuccia: «Non sono più una suora ma voglio continuare a cantare»

Nel 2014 ha vinto "The Voice" per la sua voce incredibile. Ora, dopo una profonda crisi, ha cambiato vita e fa la cameriera in Spagna

1 Dicembre 2022 alle 08:15

Vincendo “The Voice” nel 2014, suor Cristina era diventata un fenomeno, tanto da cantare con star internazionali come Ricky Martin e Kylie Minogue, fare musical, partecipare a vari programmi, fra cui “Ballando con le stelle” (2019), incidere due album... Finché un’inquietudine di fondo l’ha portata, in seguito a una lunga crisi, a lasciare la congregazione delle Orsoline dopo quasi 15 anni.

Cristina, quando è stato l’ultimo giorno che ha indossato la tonaca?
«Il 2 novembre 2021, quando ho raggiunto mio papà in Sicilia perché stava male. È stato il giorno in cui sono uscita dal convento: una decisione meditata a lungo anche con le suore e la congregazione. Non ho vissuto benissimo il ritorno a casa. In Sicilia c’erano tante persone che conoscevo e non mi andava di giustificare il fatto di non avere più l’abito. La mia decisione la conoscevano solo i miei familiari e durante il funerale di mio padre le persone non capivano cosa stesse accadendo, perché fossi in borghese, anche se c’erano le suore con me. Per proteggermi mi avevano consigliato di rimettere l’abito, ma per coerenza ho preferito non farlo».

Come funziona in questi casi, gli abiti da suora vengono restituiti?
«Quelli grigi estivi sono ancora appesi nel mio armadio. Quelli neri invernali in valigia. Penso che ne terrò uno a cui sono particolarmente affezionata: quello ufficiale che mettevo nella mia missione speciale di questi anni».

L’8 settembre 2019 aveva preso i voti perpetui. Quindi si può sempre tornare sui propri passi?
«Anche nel matrimonio ci si promette amore per sempre... Sono stati tre anni di travaglio interiore. Soprattutto durante il Covid questo malessere si è intensificato, tanto che ho chiesto aiuto a una professionista affinché mi desse una mano a fare chiarezza e a non sentirmi sbagliata. Quando alla fine ho preso la decisione definitiva, ero serena».

Perché il lockdown ha aggravato la sua crisi?
«Ero a Milano in convento. Ci siamo ritrovate ferme, senza più attività, sole con noi stesse. Cucinavamo tanto, soprattutto piatti siciliani. Uscivo solo per fare la spesa, essendo la più giovane, ma è stato un periodo molto destabilizzante».

C’è una procedura particolare per uscire dalla congregazione?
«Si scrive una lettera di proprio pugno da presentare alla Madre Generale, che viene letta insieme al Consiglio generale e lì inizia l’iter per formalizzare l’uscita. All’inizio ne avevo scritta una per chiedere un anno sabbatico, che mi è stato concesso. Poi, prima di finire l’anno, ho chiesto di uscire ufficialmente».

Oggi si mantiene facendo la cameriera in Spagna. Il mondo dello spettacolo non l’attira più?
«Sono andata in Spagna perché volevo vivere quest’anno lontano da chi poteva riconoscermi, non volevo giustificarmi. Chiaramente in questo periodo ho messo in pausa la musica a certi livelli, ma l’ho vissuta con più intimità. Ho “abbracciato” la chitarra, altra compagna di viaggio, ho scritto tantissimo, tirato fuori cose mie personali...».

Vuol dire che sta preparando un terzo album?
«Non pongo limiti alla provvidenza, di sicuro non nascondo che mi piacerebbe tornare a cantare, quindi vediamo. Chi lo sa».

Pensa che avrebbe avuto lo stesso successo nel mondo dello spettacolo se non fosse stata una suora?
«Non lo so. Forse avrei cantato comunque. Non so in che forma. Venivo da una realtà come il Brasile dove era normale vedere dei consacrati ballare anche su palchi importanti. Lì la mia passione per il canto si è purificata ed è diventata qualcosa da donare. Ho sempre avuto dentro il desiderio di comunicare la fede attraverso la musica. Sono stata chiamata in un programma e sono grata per quello che è successo».

Torniamo alla Spagna. Come l’hanno accolta?
«Quando lavori con dei colleghi in qualche modo scoprono chi sei: è bastato che cercassero il mio nome su Instagram... Quello è stato un altro momento decisivo. Mi sono chiesta, mi licenzio o vado avanti? Alla fine ho detto che quella ero io. Loro mi hanno conosciuta al di là di tutto e hanno una sorta di protezione nei miei confronti. La prima volta che siamo andati a ballare c’era sempre qualcuno che controllava dove fossi perché sapevano il mio disagio in un ambiente nuovo. Ho trovato nuovi amici attraverso i quali forse ho capito che non stavo facendo niente di male. Sono come tutti loro e vado avanti. Non si può scappare dal proprio passato, che comunque mi ha reso quella che sono oggi. Ho scoperto il valore dell’amicizia, in questi anni mi ero un po’ chiusa in me stessa. E dunque rifarei tutto. Dalla vita consacrata a oggi».

Carmela Distefano, Madre Generale delle Suore Orsoline, ha scritto: “Siamo certamente dispiaciute di non averla più tra noi, ma comprendiamo e rispettiamo la sua decisione e le auguriamo tutto il bene possibile per il suo cammino. La sentiremo sempre una nostra sorella e l’accompagneremo con l’affetto e con la preghiera”. Le fanno piacere queste parole?
«Molto, non avevo dubbi che fosse così. Tra noi c’è un affetto grandissimo, sono state la mia famiglia, sono persone importantissime per me. Mi hanno lasciata andare consapevoli della mia felicità, magari con la tristezza nel cuore per qualcosa che finiva, ma c’è una continuità nuova e diversa. Sono d’accordo con il fatto che mi sentirò per sempre una sorella e parte della famiglia».

Infine l’amore. Lei ha detto che al momento non è la sua priorità.
«Sinceramente ora sono focalizzata su di me. Credo che se prima non stiamo bene con noi stessi, non possiamo “inglobare” nessuno, poi quando l’amore arriva ti travolge e non puoi prevederlo a tavolino. Ma al momento sto cercando di capire chi sono e di trovare stabilità».

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