“Benevolent”: il nuovo album di Generic Animal

L'animale generico è tornato, questa volta più "definito", con tutte le contraddizioni e imperfezioni che adesso sa come addomesticare

Generic Animal  Credit: © Guido Borso
18 Marzo 2022 alle 09:45

«Nonostante le apparenze, sono un young boomer». Esordisce così Luca Galizia, meglio noto come Generic Animal, alla conferenza stampa per il lancio del suo nuovo album, strappando un sorriso a tutti i presenti. Si chiama "Benevolent" ed è uscito dal 18 marzo per La Tempesta Dischi, in vinile e digitale. Arriva a distanza di due anni dal precedente "Presto", che ci aveva raccontato in un'intervista. e raccoglie dieci tracce scritte tra il 2019 e il 2020, e che quindi sono frutto di un periodo non facile, tra crescita personale, traumi da risolvere e un lockdown che ha segnato tutti.

La prima domanda che sorge spontanea è: perché "Benevolent"? «Era il nome più oscuro, ma anche il più gentile che potevo dare a questo album» spiegando che si riferisce a Benevolent Kappa, un "mostro" del folklore giapponese, dall'aspetto inquietante e dall'attitudine malvagia, ma una volta addomesticato può diventare il migliore degli alleati. E da qui nasce il concept dell'album, ovvero "l'arte di addomesticare i mostri", che per Luca Galizia sono tutte quelle macro-sensazioni sgradevoli che ti sopraffanno, o l'entusiasmo che può diventare pericoloso.

Queste dieci tracce parlano proprio di tutto questo intimo trambusto emotivo che Generic Animal ha affrontato e messo in musica: come "Piccolo" che parla dei peggiori giorni di terapia; o "Incubo", dedicata ai contratti che non ti fanno dormire e ai sogni che ti fanno firmare i contratti; oppure "Bastone" che parla di ansia da prestazione e hype, ma anche di imparare a dare qualche bastonata quando ci vuole. Per raccontare tutto questo, si è messo a nudo indossando la maschera del mostro cattivo. Per difendersi e tenere lontano gli altri, fare la voce grossa e fare paura, ma da vicino ci si accorge che è solo un grande pupazzo verde, che non ha ancora lasciato l'infanzia e non è pronto a entrare nell'età adulta.

«È un disco liberatorio, anche per il tempo che ha preso per essere scritto» racconta, ormai maturo abbastanza per accettare e gestire le sue umane imperfezioni, come se fossero parte di sé e del suo fare musica, che, con "Benevolent", sembra arrivata alla sua forma compiuta. «È un disco che avrei voluto fare a 15 anni» dice, perché ha avuto modo di metterci dentro tutte le sue influenze e passioni musicali che lo hanno cresciuto: quelle di fine Anni 90. Il sound, infatti, è rock e post-rock, ma mai "muscoloso", anzi intriso di sonorità underground e di una sensibilità pop che trasformano tutto in perfetto "stile Generic Animal" – ormai riconoscibile e unico. Le produzioni sono ancora una volta firmate dall'amico e artista Carlo Porrini (Fight Pausa), ma dentro troviamo altri affezionati, come Jacopo Lietti in "Clermont" e ClausCalmo per "Recinto".

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