Coma_Cose: «La musica infiamma il nostro amore»

Coppia artistica ma non solo, Francesca e Fausto raccontano la loro vita insieme dopo Sanremo. «Grazie al Festival siamo cresciuti. E adesso le signore ci fanno i complimenti al supermercato!»

16 Aprile 2021 alle 08:27

Quando si sono esibiti sul palco del Teatro Ariston con il brano “Fiamme negli occhi”, si guardavano così intensamente che tutti abbiamo capito quanto sono innamorati. Adesso Fausto e Francesca, che in arte insieme sono i Coma_Cose, ci presentano l’ultimo frutto della loro bruciante passione per la musica. Il 16 aprile esce il nuovo album “Nostralgia”, che include la canzone sanremese.

Ragazzi, partiamo dall’esperienza del Festival: era la vostra prima volta. Un bilancio?
Francesca: «Siamo cresciuti, è stata un’esperienza formativa, una grande palestra. Non eravamo abituati a tutte quelle interviste, a tutta quell’attenzione».
Fausto: «Abbiamo portato una canzone significativa sugli alti e bassi della nostra relazione in cui tante coppie possono identificarsi».

“Fiamme negli occhi” arriva al cuore, è già Disco d’oro. Il verso: «l’inverno è soltanto un’estate che non ti ha conosciuto» è la dichiarazione d’amore ufficiale di questo 2021.
Fausto: «L’ho scritto io, è arrivato insieme con la sensazione di primavera e a quel soffio di leggerezza che mi fa pensare a Francesca».

Un altro passaggio del brano, quello della vasca da bagno piena di risentimento «e tu sei il tostapane che ci cade dentro», fa immaginare piccole crisi a casa vostra. Avete mai causato incendi o black out condominiali?
Francesca: «Ci stiamo lavorando... (ride). Ogni tanto mi distraggo e accendo contemporaneamente il forno e la lavatrice, quindi salta il contatore della luce».

Scherzi a parte, il significato di quel fuoco che c’è anche nella copertina del nuovo disco qual è?
Fausto: «È un simbolo: è la fiamma vitale che ci pervade. Un fuoco di rivalsa che accende la nostra voglia di fare musica: è la nostra passione ed è importante che non si spenga mai».
Francesca: «La alimentiamo a vicenda, ogni giorno».

Vi hanno definito gli “Al Bano e Romina della musica pop urban”.
Francesca: «Anche “i nuovi Jalisse” e ci fa sorridere».

Ne siete felici?
Fausto: «Magari potessimo fare noi tournée in Russia, come Al Bano e Romina! Essere associati a nomi così nazionalpopolari fa piacere, certo. Però poi la musica evolve e bisogna essere contemporanei».

“Nostralgia” è il vostro secondo album in studio dopo “Hype Aura” del 2019. Nel frattempo è cambiato il mondo...
Fausto: «L’album è nato in piena pandemia. Non a caso risente un po’ della malinconia di questo periodo».
Francesca: «La “Nostralgia” del titolo è la nostalgia condivisa dell’infanzia. Ci manca la spensieratezza, da bambini ci andava bene tutto!».

In “Mille tempeste”, ma un po’ in tutto il disco, ci sono richiami alla vostra adolescenza, alla provincia, alla campagna e alle strade sterrate. Che ragazzini siete stati?
Fausto: «Bucolici. Io sono del lago di Garda, Franci di Pordenone. Anche se Milano è la “scatola” in cui viviamo ora, abbiamo sempre bisogno di tornare nel verde, nella natura. La cerchiamo come i rabdomanti cercano l’acqua, è la nostra indole».
Francesca: «Quando possiamo, per stare bene, ce ne andiamo a passeggiare nei campi del Parco agricolo Ticinello, a sud della città».

E pensare che facevate i commessi in un negozio di Porta Ticinese. Ora vivete insieme, cantate insieme, scrivete insieme.
Francesca: «Ho conosciuto Fausto mentre era in un momento di “stanca”, demotivato. Lui faceva già musica, ma si sentiva svogliato. Io, che avevo altri percorsi artistici alle spalle, l’ho incoraggiato a proseguire insieme: “Sai che c’è? Crediamoci!”. E ci siamo buttati. Da lì, andare a convivere è stato naturale».
Fausto: «Il nome è nato in modo spontaneo. “Coma” era il senso di apatia iniziale da esorcizzare. “Poi che ci aggiungiamo?” ci siamo chiesti. Delle “Cose”: ed ecco qua».

La traccia “Novantasei” sta per 1996?
Fausto: «Sì, è un viaggio mentale che riporta alla musica di quegli anni».
Francesca: «Quando si andava alle feste, sperdute in mezzo al niente...».

E oggi invece che tipo di musica ascoltate?
Fausto: «Pochi italiani, perché non vogliamo farci influenzare, zero rap».
Francesca: «Band come The Flaming Lips o i Beach House. Ma anche i Beatles e David Bowie».

“La canzone dei lupi” recita: «Tutto si addomestica tranne i lupi e noi». Chi vuole “addomesticarvi”?
Francesca: «Più cresci, più altre persone ti danno consigli. E a volte rischi di cedere a troppi compromessi».
Fausto: «Vogliamo essere sempre onesti con noi stessi. Se abbiamo un album che per noi va bene con solo sei tracce, anche se non è la norma nel mercato, lo facciamo uscire lo stesso».

Nell’album citate le “Esselunghe”, e una canzone si intitola “Zombie al Carrefour”. Siete per caso ossessionati dai supermercati?
Francesca: «Beh, sono rimasti l’unico modo per socializzare...».
Fausto: «Le signore tra i carrelli ci guardano circospette e poi ci dicono: “Siete stati bravi a Sanremo!”».

Ma nel vostro carrello della spesa cosa non manca mai?
Francesca: «Il burro di arachidi».
Fausto: «Franci lo usa nei dolci e nelle ricette salate».

Avete già un gatto, Rebel Rebel. Ad allargare la famiglia ci state pensando?
Francesca: «Sì. Infatti sta per arrivare la sorellina di Rebel Rebel. Si chiamerà Giuditta».

Il matrimonio può attendere?
Francesca: «Delle nozze ci entusiasma la parte del viaggio».
Fausto: «Ci tenterebbe solo l’idea di sposarci a Las Vegas. Con il rito super kitsch e l’officiante vestito da Elvis».

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