Il cantautore 22enne pubblica il 16 aprile il suo primo album di inediti dopo il successo di “Girasoli” e “Il bacio di Klimt”

Emanuele Aloia, dopo i primi successi ottenuti su TikTok e su Spotify grazie a brani come "Girasoli" e “Il bacio di Klimt” e i più recenti “L'urlo di Munch” e “Quando Dio ti ha inventata”, il 16 aprile il giovane cantautore 22enne pubblica il suo album d'esordio “Sindrome di Stendhal”. Si tratta di 13 canzoni, per lo più scritte nell'ultimo anno e mezzo (tranne “Ipocrisia” e “Buongiorno principessa” che arrivano da molto più lontano).
“Notte stellata” è invece il nuovo singolo in arrivo contemporanea con l'uscita dell'album. Il suo stile, oltre a una voce molto distintiva, è fatto di continue citazioni e rimandi al mondo artistico e letterario. Non è un caso quindi che proprio il 15 aprile, in occasione della Giornata mondiale dell'arte, abbia scelto di presentare il suo disco in diretta su TikTok da Firenze (i contributi video in prima visione live in realtà erano pre-registrati per permettere una regia più dinamica e “ambientata”).
L'abbiamo visto cantare alcuni dei suoi brani sullo sfondo della città, passeggiare per le strade del capoluogo toscano e poi esibirsi dentro la Galleria Degli Uffizi di fronte a “La nascita di Venere” di Botticelli. Accompagnato da Eike Schmidt, direttore del museo, ci ha portato a spasso in uno dei luoghi più prestigiosi al mondo le circa 60 mila persone che hanno seguito l'evento nella sua prima visione.
“Sindrome di Stendhal” è un disco che parla tantissimo d'amore e lo fa con testi intensi, ricchissimi di dettagli, ma che hanno già dimostrato di essere facilmente fruibili dal grande pubblico per la sua natura fortemente evocativa e la dimensione poetica ma diretta della sua scrittura.