Intervista alla strana coppia Dori Ghezzi e Morgan che ci ha presentato «Tu Che M'Ascolti Insegnami», elegante box-set con protagonista Faber
L'anno prossimo saranno vent'anni da quando interruppe le sue esibizioni dal vivo causa problemi di salute. E poi, ovviamente, l'11 gennaio 2019 saranno due decenni esatti da quando la scomparsa prematura di un gigante come Fabrizio De André ci ha lasciati privi di un punto di riferimento culturale nell'analizzare le complessità ansiogene del terzo millennio.
Ora invece esce un cofanetto di 4 CD o altrettanti LP (per i più completisti esiste anche una versione limitata con ben otto 33 giri) intitolato poeticamente «Tu Che M'Ascolti Insegnami» in cui dentro troverete un Faber come - citiamo il comunicato stampa - «non l'avete ascoltato mai». Ripulito e rimasterizzato come se si trattasse di un'opera d'arte del Louvre o del Prado invece che uno dei maggiori cantastorie del nostro Paese. Forse il maggiore in assoluto. Anzi, leviamo pure il forse.
«Il tempismo è stato perfetto», mi confida la sua compagna storica Dori Ghezzi intervenuta alla presentazione per i media assieme ad un deandreiano al di sopra di ogni sospetto come l'istrionico Morgan, al secolo Marco Castoldi. Uno - ricordiamolo per i distratti - che nel 2005 fece una vera operazione d'artista coverizzando per intero «Non al denaro non all'amore nè al cielo», capolavoro di Faber datato 1971.
«Tempismo perfetto - prosegue Dori - perché tra l'anno prossimo e il 2019 del ventennale saremo ovviamente sommersi di celebrazioni in onore di Fabrizio. Ecco, «Tu Che M'Ascolti Insegnami» è un prodotto che merita la massima attenzione e meno male che la sua uscita non si è sovrapposta a qualcos'altro. Sarebbe stato uno spreco.». Addentriamoci alla sua scoperta muniti di massimo rispetto. La parola passa all'inedita coppia.
L'intervista a Dori Ghezzi e Morgan
Dori, 78 brani complessivi ma neanche un inedito di Faber. Non dico una canzone vera e propria, ma neanche un provino o una registrazione dal vivo. Come mai?
Perchè "inedito" è un parolone quando si parla di Fabrizio. Lui, per fortuna, ha completato la sua opera omnia in vita e, ti dico la verità, se trovassi qualcosa di suo non ancora pubblicato, non saprei davvero come comportarmi.
Ti creerebbe dei problemi?
Più che altro eviterei di farlo sentire al pubblico. Se Faber ha lasciato qualcosa di incompleto, vuol dire che non ne era completamente soddisfatto, no?
Poi c'è la faccenda di «Tutti Morimmo a Stento» del 1968 cantato in un secondo tempo in lingua inglese...
(Morgan) Io, da fan, non so cosa darei per ascoltarlo! So che tempo fa ne sono circolate delle copie clandestine, ma qui lascio la parola a Dori...
(Dori) Sì, è capitato, amen. La versione inglese di «Tutti Morimmo a Stento», comunque, non uscirà mai in versione ufficiale perché a Fabrizio non piaceva il risultato complessivo. Quindi, per rispondere alla tua domanda, inediti direi che non ci sono.
Due anni prima di morire mi confidò, a margine di un suo concerto, che gli sarebbe piaciuto fare un disco di cover ispirate alla musica brasiliana...
Tutto vero. Era una bella idea e sono convinta che ne sarebbe venuto fuori un album dei suoi. Faber, d'altronde, ci sapeva fare con le canzoni altrui. Se ne appropriava in maniera esemplare. Ma questo è capitato anche ad altri con i suoi brani. Pensa alla cover di «Ho visto Nina volare» fatta da Zucchero: magnifica!
(Morgan) In questo box-set c'è «Le passanti» che in origine era un pezzo di Georges Brassens. Solo che quella canzone ormai è diventata una gemma di De André. Una struggente dichiarazione d'amore nei confronti del genere femminile.
A proposito di cover: Dori, a che punto sono i lavori per «Sogno n° 2»? Ovvero l'album dove alcuni cantanti stranieri dovrebbero confrontarsi nella loro lingua col repertorio di Faber.
Per ora è rimasto... un sogno! (sospira) Il progetto è attualmente fermo e non so dirti se e quando uscirà. Vuoi sapere se David Byrne eventualmente vi parteciperà? Beh, lui in ogni caso sarebbe il benvenuto. Come fai a lasciare fuori un artista che, nella New York degli anni '90, masterizzava su CD copie di «Crêuza de mä» per donarle ai suoi amici più stretti? D'altronde quel disco era introvabile in America e, all'epoca, non c'era mica Internet dove puoi scaricare di tutto...
Intanto, a febbraio 2018, arriva una volta per tutte sulla Rai la fiction «Principe Libero» dedicata alla vita di tuo marito. Che ne dici dell'attrice che ti interpreta?
Ne dico solamente bene. Valentina Bellé ha fatto un ottimo lavoro. Fisicamente non ci somigliamo perché è alta due volte me e sembra più Julia Roberts che Dori Ghezzi... (sorride) Però l'alchimia che si è venuta a creare tra lei e Luca Marinelli, il protagonista maschile, mi ha ricordato tanto com'eravamo io e Fabrizio a quei tempi.
(Morgan) Voi siete sempre stati una royal couple, Dori! La coppia regale della musica italiana. Probabilmente l'unica.
Morgan, chiudiamo con un tuo personalissimo ricordo su De André?
Fabrizio era come David Bowie: teneva sempre le orecchie puntate su qualcosa e captava sensazioni in clamoroso anticipo rispetto ad altri suoi colleghi. Tant'è che ancora adesso è modernissimo e non subirà mai i trend. Parliamoci chiaro: come fa a passare di moda un "padre" come De André?
«Tu Che M'Ascolti Insegnami»
«Tu Che M'Ascolti Insegnami», la nuova raccolta di Fabrizio De Andrè con ben 78 canzoni rimasterizzate allo stato dell'arte (in 4 CD, 4 LP o box set di 8 LP in edizione limitata), è in circolazione dallo scorso 24 novembre. La fiction televisiva «Principe Libero» dedicata alla vita dell'indimenticabile cantautore genovese dovrebbe sbarcare su RaiUno il prossimo febbraio preceduta da un'anteprima cinematografica.