Flavio Sax Bordin, il suo primo singolo “Wind roof and love”

Il musicista padovano durante la pandemia si è esibito sui tetti degli ospedali a scopo benefico

Flavio Sax Bordin
22 Aprile 2021 alle 10:53

Durante l’emergenza sanitaria, ha suonato sul tetto dell’Ospedale dell’Oncologia di Padova per una raccolta fondi da destinare ad una onlus e ha tenuto concerti in altre città italiane sempre per fini benefici. Flavio Sax Bordin ha fatto emozionare grandi e piccini.

E proprio durante la pandemia il sassofonista e arrangiatore padovano, assieme al compositore Valentino Favotto (che collabora con Riccardo Fogli) ha realizzato il suo primo singolo dal titolo “Wind roof and love”, già in radio e disponibile negli store e sulle piattaforme digitali. «Dopo avergli dato alcune idee, Valentino si è messo al lavoro e il risultato è stato straordinario. È riuscito a farmi sentire il brano subito mio, catturando le mie emozioni e dandomi la facoltà di poter esprimere ciò che per me è la musica. Assieme abbiamo dato forma a questo brano, alla melodia e agli accordi, curando al meglio i punti di apertura e chiusura, individuando l’apice emotivo per poter trasmettere al meglio le emozioni che provo nel suonare» racconta Flavio che ha la musica nel sangue. Espressione, nel suo caso, più che azzeccata. Lui è infatti musicista di quarta generazione (il papà era sassofonista e clarinettista, il nonno organista e cantante lirico e il bisnonno violinista). 

“Wind roof and love”, vento tetto e amore. Un titolo che evoca il luogo dove si è più volte esibito…
«Sì, proprio così. Il 23 aprile dello scorso anno ho tenuto una performance sul tetto dell’ospedale di Padova ad una altezza di 72 metri per ringraziare medici e infermieri per quanto stessero facendo per tutti noi. Ho ottenuto milioni di visualizzazioni e mi hanno definito come “colui che suona sui tetti”. Suonavo lì sopra perché tutti potessero vedermi e ascoltarmi rispettando ciascuno il distanziamento sociale. Da allora mi sono esibito su una ventina di altri tetti in giro per l’Italia».

Che sensazione si prova a suonare a oltre settanta metri di altezza?
«E’ strano perché essendo sempre abituato ad avere il pubblico davanti che ti restituisce le sue emozioni, suonare a distanza è proprio una esperienza particolare. E’ bellissimo perché ci sono migliaia di persone che ti vedono sui social e che si sentono risollevate. La musica, soprattutto in questo periodo, è evasione e conforto per tanta gente, malata o sana».

A farle compagnia c’era solo il suo sax…
«La maggior parte delle volte ho suonato da solo mentre in qualche occasione mi sono esibito con le “Windrose” duo composto da una violoncellista e una percussionista».

Qual è il vero messaggio di “Wind roof and love”?
«Con questo brano, video compreso, voglio far capire che, anche se nella vita ci capita di vivere situazioni in cui non sembriamo trovare una via d’uscita, alla fine c’è solo una cosa che ci può salvare ed è il potere della bellezza dell’arte, della musica. Esse ci riportano la luce e il sole dentro di noi…». 

Come definisce la sua musica?
«Ho spaziato dall’elettronica al soul, al jazz, al funky, al gospel perché mi piace conoscere ogni aspetto della musica. Il genere del mio brano lo definirei epic pop (caratterizzato da ritmi upbeat e liriche che esprimono grandi emozioni). Quello che sto cercando di fare è impegnarmi a dare voce in capitolo allo strumento, al mio sassofono. Dal momento che in Italia, ma direi forse dappertutto, gli artisti che vengono riconosciuti a tutti i livelli sono in via principale i cantanti, il mio obiettivo è di far cantare il sax - interpretando cover storiche - e non semplicemente proporre l’assolo…». 

Ha collaborato con tanti artisti: Mario Biondi, Michael Bolton, Randy Crawford, Anggun, Noa, Claudio Baglioni, solo per fare qualche nome. Poi, a 55 anni, decide di realizzare qualcosa di suo…
«Ho partecipato per anni al “Concerto di Natale” quello che va in mondovisione e, per diverso tempo, ho girato con il mio sax accompagnando molti musicisti. In questi anni si è sviluppata una bella amicizia con Mario Biondi, con Michael Bolton. In realtà queste collaborazioni sono nate quando io, nel mese di dicembre, mi dedicavo solo alle tournée lasciando la mia azienda di famiglia di telecomunicazioni…».

Di giorno in ufficio e di sera nei locali con il suo sax?
«Ho iniziato a studiare musica a 5 anni. A 10 sono stato selezionato per accedere al Conservatorio Cesare Pollini di Padova, studiando il clarinetto classico. Dopo 6 anni mi sono diplomato e ho cominciato a studiare il sassofono. Diventato grande, ho lavorato per tantissimi anni nell’azienda di famiglia e cinque anni fa ho deciso di girare la mia vita e dedicarmi alla mia vera passione: la musica».

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