Gianluca Grignani: «Una strada in mezzo al cielo», l’intervista

L'artista festeggia i vent'anni di carriera con una raccolta dei suoi più grandi successi in compagnia di colleghi e amici della musica italiana

Gianluca Grignani  Credit: © Francesca Dall’Olio
4 Maggio 2016 alle 17:37

Dopo una carriera ventennale, Gianluca Grignani decide di fare ordine e creare una personale autobiografia rock, concentrandosi su due lavori discografici diversi ma entrambi decisivi per quello che è stato il suo percorso musicale. In «Una strada in mezzo al cielo», titolo dell'album in uscita il 6 maggio, ritroviamo una nuova vitalità artistica e una libertà ricercata a lungo: la raccolta contiene molti brani tratti da «Destinazione Paradiso» (1995) e «La Fabbrica di Plastica» (1996), impreziositi dal coinvolgimento di numerosi artisti. Dalle voci storiche del panorama italiano come Ligabue, Elisa, Carmen Consoli ai talenti più giovani Briga ed Annalisa: Grignani apre la scatola dei ricordi per vestire di nuovo i capolavori che lo hanno reso uno dei rocker più amati e discussi dei nostri tempi.

«Ho tante cose da dire, e ho intenzione di farlo» esordisce l'artista. Ce ne accorgiamo bene durante l'incontro in Sony, Gianluca è un fiume di pensieri, collega ricordi e fa bilanci: parla della sua gioventù, del successo travolgente dei primi anni e dell'importanza di avere una famiglia che lo sostiene, sempre.

All'interno del disco ci sono molti brani che fanno parte di due capolavori degli anni Novanta: il primo è «Destinazione Paradiso».
«È uno degli album più discussi della musica italiana: ha una veste nuova grazie agli arrangiamenti e alla presenza di tanti colleghi. Il debutto è stato pazzesco: «Destinazione Paradiso» vendette in un solo anno oltre due milioni di copie nel mondo con un successo sorprendente anche in Sudamerica. All'epoca, non mi interessava essere il ?Gianluca patinato? che richiedevano le case discografiche, volevo far conoscere la mia musica con calma».

Poi sono arrivate le sonorità rock e potenti de «La Fabbrica di Plastica», una visione personale della vita e una ricerca profonda della propria identità.
«È un album che si è meritato il successo che ha avuto, ne parlò bene anche Bono Vox. È stato un lavoro completamente mio: sono andato in America per riuscire a mixarlo da solo, ed ora posso dire di essere anche un buon fonico (sorride). Credo che la musica vada oltre le semplici note, il mio obiettivo è sempre quello di emozionare la gente».

Spiegaci meglio il tuo essere ?Rock 2.0?.
«Oggi più che mai, Grignani è Gianluca. Non sono una rockstar: dopo vent'anni, ho capito di essere rimasto quel ragazzo di tanto tempo fa, lo stesso che salì sul palco di Sanremo. Cambiando lo staff, ho raggiunto una piena libertà di organizzazione; l'unica cosa che mantengo è l'atteggiamento scostante in televisione: non sono uno showman ma un buon professionista. Nelle mie esibizioni non sono mai preciso, mi interessa trasmettere qualcosa alla gente che mi segue».

Parliamo dei duetti, ci sono tre donne: Elisa, Annalisa e Carmen Consoli.
«Per una delle canzoni tra le più belle del mio repertorio, «Destinazione Paradiso», ad accompagnarmi c'è Elisa: sono onorato che lei abbia deciso di unirsi al progetto. C'è la giovane Annalisa in «La mia storia tra le dita», mi piace perché sa quello che vuole ed è molto determinata. Con la cantantessa Carmen Consoli ho interpretato «L'Allucinazione»: tra me e lei c'è un feeling particolare ed una chimica molto sensuale».

È presente anche Luciano Ligabue: la vostra fusione di voci è strana ma interessante, come è andata?
«Lo ritengo un vero professionista, ho avuto modo di frequentarlo ed imparare molto: ha innegabili qualità artistiche ma anche una grande capacità organizzativa. Cantiamo «La Fabbrica di Plastica»: insieme abbiamo trovato la tonalità giusta, non senza difficoltà, e lui ha scelto la strofa da cantare. Sono convinto che sia la persona più adatta per la reinterpretazione di questa canzone».

Il progetto discografico verrà riproposto nella dimensione live, a contatto con il tuo pubblico. Da poco, hai annunciato due grandi eventi.
«Non vedo l'ora di esibirmi davanti ai miei fan: prima ci sarà l'Instore tour nelle maggiori città italiane e poi due concerti. Il 1 dicembre sarò all'Alcatraz di Milano e il 3 dicembre all'Atlantico di Roma: le prevendite partiranno il 9 maggio su Ticketone».

Hai già in mente come strutturare i concerti?
«Mi sono preso un anno di tempo per costruire lo show, e sicuramente ci sarà una band ad accompagnarmi. Ma anche molti ospiti, dagli amici più cari ai colleghi: posso solo anticipare la presenza del percussionista Hossam Ramzy, presente all'interno dell'inedito «Una strada in mezzo al cielo».


Seguici