Il Volo: «Siamo tutti e tre un po’ buoni, brutti e cattivi!»

Per Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone un tour mondiale e un nuovo disco con i grandi successi di Morricone

Il Volo
11 Novembre 2021 alle 08:00

La prima volta che Gianluca Ginoble, Ignazio Boschetto e Piero Barone hanno incontrato il maestro Ennio Morricone è stato casualmente nei Forum Studios di Roma, gli studi di registrazione dove i ragazzi stavano preparando il loro primo disco. Era il 2010. L’anno successivo Morricone li invitò a esibirsi in Piazza del Popolo con il brano “E più ti penso” accompagnati dall’orchestra Roma Sinfonietta, da lui diretta. «Eravamo giovanissimi ed emozionati» ricorda Gianluca «persi la nota d’attacco e il maestro disse: “Ragazzi’ non ti preoccupa’, ci penso io!”».

Oggi quei tre “ragazzini” sono cresciuti e al maestro, scomparso lo scorso anno, dedicano un tributo con il nuovo straordinario disco “Il Volo sings Morricone”, interpretando le sue più famose colonne sonore. Tra queste “The ecstasy of gold”, dal film di Sergio Leone “Il buono, il brutto, il cattivo”, con il testo scritto dal maestro Andrea Morricone, figlio del compositore. Per il video del brano sono state scelte le stesse atmosfere del film, alla cui locandina si è ispirata anche la copertina del disco.

Gianluca, Piero, Ignazio: chi è il buono, chi il brutto e chi il cattivo?
Gianluca: «Dipende dai giorni. Siamo tutti e tre un po’ buoni, un po’ brutti e un po’ cattivi (ride)».

Il disco è un omaggio all’immensa opera del maestro Morricone.
Piero: «È stato come scoprire un mondo. Lo sapevate che il maestro ha scritto “Se telefonando” ispirato dalla sirena di un’ambulanza che passava, mentre lui era in fila alla Posta?».
Gianluca: «Ci piacerebbe far conoscere questi capolavori anche ai più giovani».

A marzo partirete per un tour mondiale: cento date tra Stati Uniti, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Sud America, Europa e Italia. Come vi preparate?
Ignazio: «Non vediamo l’ora di partire. Sul repertorio del maestro Morricone ci siamo già preparati per l’evento all’Arena di Verona di giugno (in replica su Rai1 il 10 novembre, giorno del compleanno del maestro, ndr) e siamo pronti. Poi ci alleniamo, curiamo l’alimentazione e ci riposiamo molto, perché saranno mesi di ritmi serrati: si canta, si viaggia, ci si sposta in continuazione, si cambia hotel. È stressante ma è ciò che amiamo fare».

Cosa portate sempre?
Piero: «Lo “smart watch”, così posso monitorare gli allenamenti. Io e Ignazio giochiamo a tennis e abbiamo provato a portare la racchetta ma è complicato trovare un campo e il tempo per giocare».
Gianluca: «Un oggetto di una persona cara così da averla sempre con me».
Ignazio: «Io più che altro porterei la mia fidanzata!».

Quando siete all’estero cosa vi manca dell’Italia, a parte gli affetti?
Gianluca: «Il cibo. Abbiamo un regime alimentare rigoroso per non appesantirci prima di cantare. Ma certo, la pizza di mia madre del sabato sera mi manca!».
Ignazio: «Chiedi un petto di pollo e te lo portano col pesto sopra!».
Piero: «A me piace alzarmi presto al mattino e andare a correre. In Italia in qualsiasi luogo a quell’ora c’è un profumo, una luce particolare, qualcosa di magico. All’estero non è sempre così».

Quando partite chi è il primo ad arrivare in aeroporto?
Gianluca: «Il più puntuale è sempre stato Piero, io e Ignazio siamo migliorati col tempo...».
Piero: «Quello che non ha regole è Ignazio. Stamattina doveva essere pronto alle 9.30 per la conferenza stampa, l’ho chiamato alle 9.25 e... l’ho svegliato!».
Ignazio: «È che io sono... rock ’n roll (ride)».

Chi ha il bagaglio più grande?
Ignazio: «Io sono quello che viaggia più leggero. Piero si porta dietro tutto».
Piero: «È vero, io e Gianluca siamo i più “precisini”. Ieri sera ho salvato un video su come piegare bene pantaloni e giacche (ride)».

I momenti liberi nel tour come li impiegate?
Gianluca: «Mi piace fare il turista e girare per le città».
Piero: «Anche a me. Ma la prima cosa è studiare il percorso per la corsa».
Ignazio: «Relax in camera».

Le prime tre canzoni della vostra playlist?
Gianluca: «“Moth to a flame” di The weeknd, “After all” di Elton John e Charlie Puth, “Easy on me” di Adele».
Piero: «“My way” cantata dai Simply Red; “La musica è finita” di Ornella Vanoni, “Sign of the times” di Harry Styles».
Ignazio: «È il momento di “Fiore di maggio” di Fabio Concato».

Le stranezze dei fan in giro per il mondo?
Piero: «Il pubblico giapponese è così attento che mentre ti ascolta chiude gli occhi e tu ti chiedi: “Li sto annoiando?” Poi all’improvviso esplodono con gli applausi: non hanno vie di mezzo».
Ignazio: «In Honduras il pubblico urlava così forte che non sentivamo le nostre voci in cuffia».
Gianluca: «Una fan a Kiev ha alzato un cartellone che raccontava tutto e ci ha divertito: “I love you more than pizza” (“Vi amo più della pizza”, ndr)».

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