Joe Bastianich presenta “AKA Joe”: l’intervista per il primo album

L'imprenditore è anche un raffinato musicista. Prima di vederlo ad “Amici Celebrities”, ecco il suo primo disco

Joe Bastianich
19 Settembre 2019 alle 11:05

Per otto edizioni di “MasterChef ItaliaJoe Bastianich si è fatto conoscere parlando soprattutto di buona cucina. Ma ha un'altra grande passione, la musica, tanto che Joe è stato tra i giurati d'onore dell'ultimo Festival di Sanremo e al “DopoFestival” si è esibito cantando e suonando un brano di Prince, “Purple Rain”. Il 20 settembre 2019 pubblica il suo primo album, “AKA Joe”, anticipato dal singolo “Joe Played Guitar”.


Joe, da quanto suona la chitarra?
«Ho imparato a suonarla a 10 anni, poi ho interrotto per due decenni. Quando ho ripreso a suonare da adulto, però, non sono più riuscito a smettere».

Ascoltando “Aka Joe” ho notato che nessuna intervista ha scavato così a fondo sulla sua vita. Racconta dei suoi lati che non conoscevo.
«È il potere del blues, il genere che faccio e che amo. Scrivere questo genere di canzoni per me è terapeutico, è musica che mi fa stare meglio».

Chi era il piccolo Joe?
«Era un bambino diviso a metà. Un ragazzino italo-americano con uno spirito punk rock che si ribellava ad una famiglia molto cattolica e con uno spirito conservatore».

In un brano dice: “Come si può essere arrabbiati con una mamma che cucina così bene”.
«Già. È uno dei tanti ricordi di un'infanzia fatta di gioie e di dolori»·

Tra le gioie c'è sua nonna Erminia, alla quale dedica “Nonna (97 years)”.
«Da quando ho scritto quel brano, sono passati due anni. Oggi Erminia ne ha 99 ed è stata la più grande responsabile della mia crescita. È la donna più forte del mondo, mi ha fatto crescere con dei valori importanti. Oggi guardiamo al tempo che ci rimane per stare assieme con dei sentimenti contrastanti».

Nell'album c'è anche Dio, che in qualche modo non ha rifiutato, nonostante lo spirito ribelle.
«Sono cresciuto in un mondo cattolico e quindi credo in una serie di idee assolute che fanno capo al concetto di umanità. Per questo odio gli estremismi, i nazionalismi e le derive pericolose di questo strano mondo».

Ha tante ispirazioni internazionali l'album, ma c'è comunque un legame con il cantautorato italiano.
«Sono ispirato ai classici degli Anni 70 di De André e Battisti. Ma ho imparato negli ultimi anni a capire e comprendere la potenza di uno come Vasco Rossi. Per una persona che viene dagli Stati Uniti è difficile capire quanto è importante il suo nome e il perché. Ma una volta che lo capisci, ti cambia le prospettive».

Non la vedremo a Masterchef, ma sarà dal 21 settembre ad “Amici Celebrities” e nel 2020 a “Italia's Got Talent”. Come mai questa svolta?
«Non avevo fretta di mostrare il mio lato artistico, così ho aspettato il momento giusto per uscire allo scoperto con un album e con due programmi che mettono al centro questo aspetto di me. Insomma, le decisioni fatte nell'ultimo anno non sono state frutto di un caso»

L'abbiamo vista nel programma “Un palco per due” e la vedremo nella trasmissione “Il supplente” sul canale Nove (e in anteprima già su Dplay) a parlare del tema del rischio. Può spiegarci meglio?
«Da imprenditore racconterò ai ragazzi che nella vita siamo tutti esposti a delle forme di rischio. La differenza è se decidiamo di affrontarlo e in che modo. Quello delle mie attività è un rischio calcolato ma c'è anche una componente di follia, quella che ti permette di arrivare lontano. La capacità che emerge poi, è il riuscire a vincere o perdere queste scommesse con lo stesso atteggiamento positivo».

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