Leo Gassmann: «“La strada per Agartha” dà forma al sogno di fare musica con i propri amici per comunicare in una maniera diversa»

È disponibile dal 24 febbraio, il nuovo album dell'artista reduce da Sanremo

Leo Gassmann  Credit: © Iwan Palombi
24 Febbraio 2023 alle 08:32

È disponibile dal 24 febbraio, il nuovo album di Leo Gassmann, “La strada per Agartha” su tutte le piattaforme digitali e in formato fisico. Nel disco, anche “Terzo cuore” scritto, tra gli altri, con Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, brano con cui Leo è stato in gara al Festival di Sanremo appena concluso. «È stata un'emozione immensa» dice Gassmann. «Sono davvero felice, ho potuto cantare insieme ad artisti straordinari me la sono vissuta come un bambino alla sua prima gita scolastica».

In realtà Leo era alla sua seconda partecipazione al Festival (aveva partecipato, e vinto, nel 2020 tra i Giovani con “Vai bene così”). «È vero, ma è stato diverso: a Sanremo Giovani sentivo di più la tensione, ero anche più piccolo, stavolta con quell'esperienza alle spalle, e con tre anni di più, sapevo come muovermi meglio e già uscire su quel palco è stata una vittoria! La mia parola d'ordine di questo Festival è stata “evoluzione”. La vita è una continua ricerca tutti i giorni».

E a proposito di ricerca e di evoluzione, “La strada per Agartha” è un “concept album”, realizzato con gli amici di una vita e collaboratori che per Leo sono una sorta di seconda famiglia. «È come dare forma al sogno di fare musica con i propri amici per comunicare in una maniera diversa, cercando altre sonorità rispetto a quelle a cui siamo abituati» spiega l'artista. «Il messaggio del disco è proprio questo: libertà di espressione e di fare musica. La musica fa dialogare gli artisti, fa divertire ma invita anche alla riflessione. Le mode passano, le idee non muoiono mai».

È un album che riserva tante sorprese. Come la voce narrante dell’attore Massimo Dapporto all’inizio e alla fine dell’album. «La voce di Massimo è familiare a tutti gli italiani: è stato il doppiatore di Buzz Lightyear nella saga di ‘Toy Story’, ad esempio. Quando la sento mi ricorda la voce di mio nonno e mi fa piangere ogni volta. Rappresenta la mia coscienza che anticipa il viaggio che sto per intraprendere in questo album» dice Leo.

Il titolo dell’album è tratto dal romanzo “Il dio fumoso” di Willis George Emerson, che racconta di un viaggio fantastico di un marinaio che circumnaviga il mondo e scopre una civiltà sotterranea di giganti che vivono di musica e agricoltura, in totale pace e armonia. «È un viaggio nel quale ripartiamo da noi, dall'idea che insieme possiamo vincere l'oscurità di anni difficili, dalla pandemia alla guerra» prosegue.

E nel suo viaggio è accompagnato, tra gli altri, da Giovanni Caccamo, con cui firma il brano “La mia libertà”, da Riccardo Zanotti che oltre a “Terzo cuore” è co-autore anche di “Volo rovescio”. Tra le 14 tracce dell'album c'è anche un omaggio a Dalla con “Caro Lucio”: «L'ho scritto durante il primo lockdown, è la risposta a “L’anno che verrà”. Mi sentivo solo, non riuscivo a parlare con gli altri. In tali difficoltà, immaginare di ‘dialogare’ con lui mi ha dato conforto» spiega Leo. “Without You (feat. Will & The People) è un brano nato in Inghilterra, dove l’artista ha incontrato la band britannica formata da quattro cantautori e musicisti. «Questa collaborazione per me è importantissima, apre la finestra a un mercato internazionale. Mi piace scrivere e cantare anche in inglese». Nella serata delle cover a Sanremo Leo aveva duettato con Edoardo Bennato «per me è un amico e un maestro» e nel disco c'è “Io vorrei che per te” (feat. Edoardo Bennato). «È stato un onore cantare questo brano con lui. Il testo riflette sul cambiamento climatico: senza aria pulita il mondo non ci sarebbe. La terra si sta ribellando» spiega Leo.

Tra le altre collaborazioni del disco c'è poi anche quella con Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale, con cui ha scritto “Siamo a metà”: «Stimo tantissimo la band, è un brano che immagino possa essere cantato negli stadi, un pezzo divertente che parla di amore attraverso giochi di parole». Infine “Figli dei Fiori” (feat. Rahul Kamble, un cantautore indiano): «È uno dei brani chiave del disco» prosegue Gassmann. «Parla di ripartenza collettiva, del ritorno al dialogo fra diverse generazioni, del fare le cose con le persone a cui si vuole bene, per rendere il mondo un posto migliore».

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