Levante il prossimo 7 aprile 2017 pubblica il suo terzo album di inediti intitolato «Nel caos di stanze stupefacenti». In attesa di farci ascoltare le 12 canzoni dell'album, la cantante ha presentato il disco ai giornalisti. Ecco qui raccolte tutte le dichiarazioni della conferenza stampa, in attesa della sua visita nella redazione di Sorrisi il prossimo 6 aprile. Presenterà l'album in diretta dalla nostra pagina Facebook, non mancate!
Nel frattempo, ecco com'è andata.
Tracklist
1. Caos, 2. 1996 La stagione del rumore, 3. Io ti maledico, 4. Non me ne frega niente, 5. IO ero io, 6. Gesù Cristo sono io, 7. Diamante, 8. Pezzo di me (feat. Max Gazzè), 9. Santa Rosalia, 10. Le mie mille me, 11. Sentivo le ali, 12. Di Tua Bontà
Perché «Nel caos di stanze stupefacenti»?
«Le 12 canzoni di questo album sono 12 stanze, 12 storie. Ognuna di queste stanze è rumorosa, ha suoni differenti, ma sono tutte rumorose come questo disco e come me in questo momento. Avevo bisogno di raccontare il caos che avevo dentro il silenzio della mia vita nell'ultimo anno. Il silenzio, com'è noto, fa tanto rumore. Volevo raccontare che il dolore nella vita, una volta superato, ti stupisce sempre. Anche questa volta, come in passato, ho scelto un titolo che fosse un gioco di parole pieno di contrasti. Da qui nasce "Nel caos di stanze stupefacenti"».
«Non me ne frega niente» e i social
«Ai tempi della strage al Bataclan, mi sono parecchio arrabbiata per quel fatto tragico avveniva in un luogo sacro del divertimento e della gioia. Gli interventi di molte persone in merito sui social network mi delusero perché anche se penso che realtà e virtualità dei social non abbiano così tante differenze, mi dissocio dalla superficialità e dalla maleducazione di chi in quei giorni ha fatto il parigino con le ballerine ai piedi e la statuina della Torre Eiffel in mano. È quella forma di superficialità e di menefreghismo che condanno nel brano "Non me ne frega niente". La cosa che più mi ferisce sul web, ancora più di questo, è la maleducazione».
La copertina
«In manuale distruzione ho messo il vestito da sposa di mia mamma, il muro della casa in Sicilia dove è morto mio padre, la scala che salivo da piccola. Era denso di me, come tutte le copertine che ho fatto dopo. Nel secondo disco, "Abbi cura di te" pugnalavo un cervello salvando un cuore. Oggi ho scelto una copertina che mi rappresentasse, come una bambina di fronte a uno specchio. In questo album, più che nei precedenti, ho messo al centro me stessa»
La collaborazione con J-Ax e Fedez
«Era da tempo che J-Ax aveva espresso la volontà di lavorare con me. Anche se J-Ax e Fedez sono di mondi musicali molto diversi dal mio, veniamo tutti da percorsi musicali di radice indipendente. Mi è piaciuto tanto il messaggio di "Assenzio", mi ha inorgoglito il fatto che volessero proprio me ed è stato un piacere poter parlare con la mia voce a così tante persone, visto che io ho rispetto a loro, un pubblico più di nicchia».
La collaborazione con Max Gazzè
«Ai tempi di "Alfonso", Max Gazzè mi fece aprire i suoi live. Lo sento un po' come il mio padrino, è molto protettivo nei miei confronti. Appena ho pensato alla possibilità di un duetto, ho pensato subito a lui, specie in un brano del tutto ironico come "Pezzo di me". Appena posso, cerco di metterlo dentro nelle mie cose».
Voglia di Sanremo?
«Non ho ancora il biglietto per entrare al Teatro Ariston, (ride) non nego che ci provo da tempo. Il mio sogno è di arrivarci, prima o poi, magari con la conduzione di Pippo Baudo. Sarebbe bello sentir dire dalla sua voce "l'ho scoperta io". E poi le rispettive mamme vengono da Palagonia. Non amo i concorsi, le gare mi fanno paura, ma andrei lì per portare semplicemente me stessa senza paura di tutto il resto».
Note su alcuni brani
«In "Gesù Cristo sono io" racconto la storia di donne che viono violenze e vengono maltrattate. Mi ispiro a fatti biblici per raccontare una situazione purtroppo molto viva ma sulla quale per fortuna oggi c'è molta attenzione. È un testo chiarissimo che quasi non richiede spiegazioni. In "Santa Rosalia" parlo di una ragazza a me molto cara, partendo dalla leggenda secondo la quale Santa Rosalia amasse un'altra donna. È una storia di amore omosessuale espressa come in una filastrocca. Sentivo il bisogno di un brano con un tema così e ho trovato il modo più semplice per farlo».
Levante e i talent show
«Nel 2010 fui contattata per fare X Factor, ma andai via per dormire per mesi su un pavimento di un bagno, non so se ho fatto la scelta giusta! La strada mia e la strada del talent sono entrambe strade rischiose. Vi assicuro che anche la strada dei pub vuoti è faticosa e scoraggiante perché le cose che ti aspetti fanno tardi a arrivare. Chi fa un talent a un certo punto si ritrova all'improvviso con i riflettori spenti e questo, se non lo sai gestire, può diventare pericoloso. Se fosse capitato a me sarei depressa a suonare canzoni tristi, cosa che peraltro è comunque successa per altri motivi (ride)».
Esiste "menefreghismo" nella musica?
«Poche persone, io stessa, oggi siamo poco attenti ai dettagli di quello che la musica propone. C'è così tanta musica ascoltata nel mondo ascoltata a volte così poco... si va veloci, tutti e per tutto, anche quando si ascolta un album che ti piace. Quando da bambina ascoltavo per quattro mesi lo stesso album di Tori Amos, per forza l'ho metabolizzato in maniera molto diversa. Per fare in modo che il pubblico abbia un approccio meno superficiale nell'ascolto di musica, siano noi a dover proporre buona musica».
Le intenzioni dell'album
«Il disco è molto arrabbiato, i timpani e la batteria sono protagonisti, ma ho affrontato tutto in un modo energico, ironico. A volte, riascoltando quello che faccio, mi sento un po' "pesantona", ma alla fine non mi drogo, non bevo, non fumo, almeno mi sfogo nella musica. Nella scrittura di questo album si sentono molto più evidenti i miei giochi di parole che per certi versi mi avvicinano ai rapper, un modo più spigoloso ma diretto di affrontare la scrittura. Attraverso i miei testi, dipingo le immagini che voglio rappresentare».