Ludwig e l’EP “Neverland”: «Il mio obiettivo? Portare la felicità!»

Il dj e producer romano alla conquista degli stream con un ep solare che strizza l'occhio alla favola di “Peter Pan”

Ludwig, vero nome Ludovico Franchitti
25 Giugno 2021 alle 09:29

Oltre 460mila follower su Tik Tok, quasi 200mila su Instagram, più di 740mila ascoltatori mensili su Spotify e serate sold out. Ludwig, al secolo Ludovico Franchitti, classe ’92, è una vera star formato web, grazie ai tormentoni social “Un po’ de que” e “Domani ci passa”. Il dj e producer capitolino, dopo aver preso parte al “Coro azzurro” degli Europei con Arisa, Dj Matrix e gli Autogol, ci porta a “Neverland”, progetto discografico in uscita il 25 giugno all’insegna dell’allegria e che richiama la favola di "Peter Pan".

Qual è stata la genesi di questo ep?
«Dopo il 18 agosto dello scorso anno, quando sono state chiuse le discoteche per la pandemia, ho dovuto interrompere il tour. Mi sono blindato in una villa al Circeo per scrivere nuove canzoni con un solo obiettivo: portare felicità alle persone, alleggerirle da questo momento storico pesante. Con il primo singolo, "Partire", mi sento come Peter Pan che conduce i bimbi sperduti verso l'isola che non c'è, un posto dove tutto è più bello».

E qual è la tua "Neverland"?
«Senza dubbio Mykonos: mi ha dato l'opportunità di esibirmi, per la prima volta, fuori dall'Italia. Un grande traguardo visto che, in generale, non avrei mai pensato di avere questo successo».

In un verso del brano "Che male c'è” canti "Questa notte è ancora nostra". Omaggio a "Notte prima degli esami" di Antonello Venditti?
«La citazione è stata involontaria, ma da romano e romanista sfegatato sono un grande ammiratore di Venditti. Abbiamo anche frequentato la stessa scuola, il liceo classico Giulio Cesare».

Come mai hai voluto inserire la versione spagnola della tua hit “Domani ci passa”?
«A Madrid ho incontrato una ragazza che la cantava in italiano. Abbiamo scambiato due chiacchiere e ho scoperto che, in Spagna, molti ragazzi conoscono quel brano. Una notizia che mi ha dato l'impulso giusto per cimentarmi nella loro lingua. È una scommessa, vediamo che succede».

Riproponi anche due hit estive degli Anni '90 come “My heart goes boom” dei French Affair e “Vamos a la playa” di Miranda. Come scegli le cover?
«Da una playlist di Spotify individuo i pezzi col beat giusto da reinterpretare a modo mio. Sono fan della dance. L'Italia ha dato tanto a questo genere di musica, grazie a persone come Gabry Ponte e Gigi d'Agostino». 

I tormentoni che ti ricordano la bella stagione?
«“Ai se eu te pego” di Michel Teló e “Balada” di Gustavo Lima. Amo le sonorità brasiliane e reggaeton».

Come sarà la tua estate?
«Piena di date del tour in tutta l'Italia. La pista mi è mancata tanto, così come la gente sotto le casse, gli abbracci, i saluti. Sono cose importanti per chi, come me, vive di questo».

Dopo "Neverland"?
«Sto lavorando a un album vero e proprio. E ho già realizzato il sogno di duettare con un grande artista della musica italiana che non posso ancora svelare. Aggiungo solo una cosa: il nuovo progetto sarà dance allo stato puro».

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