Primo in classifica iTunes nel giorno di pubblicazione, ecco alcune citazioni estratte da questo (bel) disco
Che bell'album! Questa è la prima volta che parliamo di Ghemon sul sito di Sorrisi, anche se la sua storia è lunghissima e non sono mai mancate le segnalazioni sui suoi brani nelle nostre playlist. Recuperiamo. Classe 82, nato a Avellino, è uno di quei nomi che nell'indipendenza dalle grandi etichette discografiche ha costruito un suo pubblico e un forte interesse per ciò che ha da dire. Il modo di presentare la sua musica non ha niente, ma proprio niente a che vedere con il concetto di popolarità.
«Mezzanotte», il suo quinto album pubblicato il 22 settembre, è un ascolto coinvolgente, un racconto che ti fa sentire partecipe dalla prima all'ultima nota. Ghemon sveste (ancora di più) i panni del rapper puroe apre il quaderno della scrittura non solo a se stesso. Compone, canta ogni tanto. È intenso, per lo più introspettivo ma con i chiari segnali di una ritrovata serenità. È un album decisamente libero. Ecco una selezione di citazioni dai testi che ci sono piaciuti di più.
Ghemon presenta «Mezzanotte»
Le citazioni più belle di «Mezzanotte»
Impossibile
E tu, che mi hai lanciato il cuore alle ortiche
Prova a essere felice
In qualcuna di quelle vite;
Che interpreti e non vivi
è per questo che fai l'attrice.
Un temporale
Distendo le mie gambe qui seduto in riva all'argine
Con una profezia sulla voragine
Quasi convinto che si stia per compiere.
Magia Nera
Il giorno in cui ho scoperto la normalità
Fu una rivelazione a base chimica.
Cose che non ho saputo dire
Sai che mi fa venire i nervi:
Non c'eri quando ti volevo
E, adesso che mi vuoi, non mi servi.
Bellissimo
Ho accettato che è bellissimo (eh sì)
Rilassarsi nel pericolo (è così)
Dentro agli attacchi di panico.
Quassù
Fa che i tuoi sorrisi siano lampi
Agli occhi di chi aspetta il temporale.
Non voglio morire qui
Corri fino a che poi
Perdi tutti i punti fermi
E nemmeno li rivuoi.
Mezzanotte
I buoni se messi alle prova poi sono un incubo,
I buoni se messi alle strette alla fine vincono.
A casa mia
Mi spingi sai
ai modi di una geisha con un samurai.
Siero buono
Preziosa mia, lama alla gola
Proprio tu, che non hai perché
Fottuta fantasia, che divora.
Dentro le pieghe
Corpi lontani
E stelle a sciami
Gli universi a volte non collidono
E spine e steli di fiori neri
Che le nostre forbici recidono
Niente di più
Resti l'unica cosa che mi rimane
quando cerco il segnale per settimane.
Dopo la medicina
Ho armadi stracolmi di pacche sulle spalle
E sacche riempite con troppi "mi dispiace"
Kintsugi
Ho ucciso il personaggio nel mezzo del mio racconto
e mi faccio risorgere quando sembravo morto.