I drammi familiari, un ritorno alle origini e il più importante tour della sua carriera: abbiamo incontrato il cantautore di origine libanese per un'intervista "a cuore aperto"
«Mi chiamo Michael Holbrook, sono nato nel 1983»: le presentazioni sono fatte sin dalla prima traccia dell'album e il viaggio nella vita di Mika può iniziare. Completo azzurro, calzini rosa e scarpe colorate: il cantautore di origine libanese si presenta con la sua consueta eleganza ad un'intervista che si preannuncia tra le più intime e personali degli ultimi tempi. È merito di un progetto discografico, "My Name is Michael Holbrook", che scava in profondità e tocca i drammi familiari, la vita sentimentale, i ricordi dell'adolescenza e la paura del domani.
In uscita il 4 ottobre, il suo quinto album è composto da tredici brani che hanno la potenza di «fare un "reset" artistico e personale per ricominciare e iniziare un nuovo capitolo» ci racconta. Un disco alla riscoperta di sé stesso: i testi sono intimi e introspettivi, mentre il contorno sonoro è un tripudio di colori e melodie, si balla e si piange.
Mika ci apre il proprio cuore e le porte della sua vita, e lo fa con sensibilità e delicatezza: «Mi sono detto: se la vita ti lancia una grossa sfida, alza la temperatura, offri il tuo cuore, scrivi melodie. Queste nuove canzoni parlano di crescere, mantenendo i miei colori. Mi sono concentrato sull’idea di diventare un adulto senza perdere umanità, calore, il senso dei colori e dell’eccentricità».
E i primi singoli che abbiamo ascoltato sono la testimonianza di tutto questo: dalla sensualità sprigionata da "Ice Cream" al manifesto d'apertura "Tiny Love", i racconti della famiglia a Sanremo e l'ultimo singolo dal titolo "Tomorrow". Altre due gemme dell’album sono "Paloma", dedicata alla sorella sopravvissuta a un terribile incidente e la ballata "Ready To Call This Love" in duetto con Jack Savoretti.
«Il disco ha risolto i conflitti con me stesso»
«Sono stato quattro anni senza fare album. La vita è fatta di capitoli, di fasi con intenzioni diverse. Ho voluto rimettere assieme la persona e il personaggio. Per questo ho usato il mio nome legale, che è lo stesso di mio padre: un'ora dopo che ero nato, mia madre mi chiamava già Mika. In realtà io odio il mio nome legale e mi sono chiesto il motivo».
«Certi artisti si cimentano con un alter ego artistico, dal grandioso David Bowie con Ziggy Stardust, fino a Beyoncé con Sasha Fierce. Io ho fatto il contrario, sono andato a scoprire l’uomo dietro l’artista».
«Diviso per 12 anni tra Mika e Michael Holbrook, ho fatto pace con la mia identità. Perché l’unico modo che conosco per vivere ed esprimermi è creare musica, scrivere, esibirmi. Senza questo, io non esisto».
E la televisione?
«Ho fatto sei anni di "The Voice" in Francia, ho smesso per essere totalmente concentrato sulla musica. E lo stesso vale per "CasaMika": era un progetto romantico perché ho cercato di riportare la bellezza sul piccolo schermo, uno show mai vissuto prima. Mi ha aiutato ad essere più libero senza aver paura delle conseguenze, ma avevo timore di risultare ridondante, in tv ci si deve rinnovare. Ho voluto riposizionare me stesso per andare avanti».
«Non escludo in futuro che possa ritornare. Anzi, c'è un'idea e non sarò da solo. Sono sicuro che spaccherà (ride)».
«Il tour più bello della mia carriera»
Comincia da Londra il 10 Novembre, per proseguire in Spagna, Francia, Italia, Svizzera, Olanda, Belgio e Lussemburgo. Il Revelation Tour sosterà, poi, per un lungo periodo in Italia dove in programma ci sono ben dodici date nelle grandi arene, un record per un artista internazionale di grosso calibro.
«Sarà un “one man show” spettacolare, ma al centro ci sarà sempre un rapporto molto diretto con il pubblico. Attraverso lo schermo televisivo c'è il rischio di essere deformato, non avrai mai un rapporto totalmente graffiante e spontaneo. Questo, invece, è quello che voglio creare durante i miei concerti dove non mancheranno balli, momenti più intensi e canzoni eseguite a cappella».
«La scenografia è come se fosse una grande estrazione del mio mondo e della mia vita con alcuni elementi sospesi. L'unica collaborazione durante lo show è quella con un'artista irlandese che mi ha costruito un pianoforte magico! (sorride)».
La tracklist di "**My Name is Michael Holbrook**"
1. Tiny Love
2. Ice Cream
3. Dear Jealousy
4. Paloma
5. Sanremo
6. Tomorrow
7. Ready To Call This Love
8. Cry
9. Platform Ballerinas
10. I Went to Hell Last Night
11. Blue
12. Stay High
13. Tiny Love Reprise
Le date del tour
24 Novembre 2019 – Torino, Pala Alpitour
26 Novembre 2019 – Ancona, PalaPrometeo
27 Novembre 2019 – Roma, Palazzo dello Sport
29 Novembre 2019 – Bologna, Unipol Arena
30 Novembre 2019 – Montichiari, PalaGeorge
2 Dicembre 2019 – Livorno, Modigliani Forum
3 Dicembre 2019 – Milano, Mediolanum Forum
1 Febbraio 2020 – Padova, Kioene Arena
2 Febbraio 2020 – Bolzano, PalaOnda
5 Febbraio 2020 – Napoli, Teatro PalaPartenope
7 Febbraio 2020 – Bari, Palaflorio
8 Febbraio 2020 – Reggio Calabria, Palacalafiore