Mostro: «”Sinceramente Mostro” è un disco che guarda al futuro»

Disponibile dal 3 marzo solamente in digitale, il nuovo album del rapper romano racconta in dodici tracce una storia di riscatto personale

Mostro  Credit: © Ufficio stampa
4 Marzo 2020 alle 18:15

La data ufficiale dell’uscita di "Sinceramente Mostro" era stata rimandata e fissata per il 27 marzo, ma Giorgio Ferrario, in arte Mostro, non è riuscito a tenere le dodici tracce nascoste nel suo pc. I tempi della discografia permettono anche questo: come aveva fatto Elodie prima della partecipazione al Festival di Sanremo, anche il rapper romano sceglie subito di pubblicare il settimo album sulle piattaforme digitali, e solo in un secondo momento sarà in vendita tra gli scaffali dei negozi nella sua copia fisica.

Più che una strategia, ha l’aria di essere una mossa diretta esclusivamente al pubblico: «Abbiamo rimandato tutti gli eventi per le ordinanze governative, ma non mi andava di privare i fan della mia musica e abbiamo deciso di fare una sorpresa» ci dice appena lo raggiungiamo telefonicamente.

Quando nasce il disco?
«Ho deciso di cavalcare un’onda positiva di cose fighe che stavano succedendo in questo periodo: la soddisfazione per i risultati del disco precedente e i live (sold out) di settembre a Roma e Milano. È come se avessi deciso di radunare tutte le energie e metterle in questo album. La differenza con la produzione precedente è che qui parlo molto del mio presente e guardo al futuro».

Sembra che in questo disco ci sia molto più di Giorgio, meno di Mostro.
«Sembra banale da dire, ma negli anni si sono andate a dividere queste due figure. Ho sempre pensato che Giorgio fosse molto peggio, Mostro invece è un’artista e faceva musica. Il problema era quando rimanevo solo con me stesso. Il lavoro di questi mesi è stato andare a risolvere tutti i problemi che avevo lasciato indietro per trovare un equilibro tra le due cose: essere soddisfatto della mia vita privata tanto quanto dei successi che stavo ottenendo con il mio lavoro».

«Lascio fuori i fantasmi» canti nella prima traccia.
«È stata la seconda canzone che ho scritto dopo “La città”. Mi serviva un brano per fare ordine mentale a me e che aprisse la strada a tutti gli altri brani del disco».

Quando usciva “Ogni maledetto giorno” hai detto che dovevi ancora far ricredere molte persone. Con questo album credi di esserci riuscito?
«Da quel disco ho detto che avrei iniziato a fare questo lavoro, sicuramente rispetto a quel periodo è cambiata molto la mia vita e sì, molte persone si sono ricredute».

Nonostante la "nuova luce", c’è anche un pezzo in cui affronti la depressione.
«Brani più distruttivi come “Un po’ depresso” e “Più ci provo più sbaglio” stanno ad indicare le mie ricadute anche in questo periodo. Non è stato sempre tutto facile, ho dovuto attuare un percorso. Il disco si chiama “Sinceramente Mostro” ed era giusto inserire questi aspetti del mio carattere, altrimenti sarebbe finto».

In un’intervista con Max Brigante dici che dai 13 ai 16 anni ascoltavi solamente rap. Ora come sono cambiati i tuoi riferimenti musicali?
«Il rap rimane il mio genere preferito e quello che principalmente ascolto. Parlarne (e farlo) tutti i giorni è diventato intenso e in questi ultimi anni sto andando nella direzione opposta. Anche per avere nuovi stimoli, mi discosto molto dal puro rap: mi piace Ludovico Einaudi, sentire la musica senza parole».


Guardando le precedenti tracklist, credo sia il disco con meno collaborazioni. Sei geloso della tua musica?
«Fondamentalmente sì. È un genere molto selettivo e faccio fatica a pensare di condividere la mia musica con altre persone. Solo se il pezzo è perfetto per un’artista lo propongo, non vado mai a chiedere a qualcuno di coprire quella strofa che non ho fatto io. È il mio disco e devo parlare io delle mie cose».

L’unico che hai scelto è Gemitaiz. Come è andata con lui?
«Molto bene, a lui piace rappare su tanti beat diversi. Ero in studio e ho pensato proprio a lui per “Britney nel 2007”».

In “Tu non mi conosci” ti rivolgi a chi giudica solo dalle apparenze, ti senti mai sentito etichettato?
«In un certo senso sì. Il pubblico ha sempre la tendenza di chiuderti in una scatola per cercare di capirti meglio, ma a me piace essere come il vento: cambiare ed essere imprevedibile nelle scelte. Cambiano poi le etichette: paradossalmente all’inizio si pensava che fossi un rapper troppo soft, poi sono diventato “quello che fa la roba aggressiva” mentre adesso non sanno più come prendermi».

Sembri molto competitivo: come lo vivi questo momento florido del rap dove ci sono tanti che vogliono seguire la tua strada?
«Il momento è assolutamente positivo. Parlando di ragazzi, dico a tutti che non hanno scuse e se c’è un periodo in cui puoi emergere è questo. Non ho iniziato a fare rap ieri, quindi ho una mentalità e una cultura che in ogni disco cerco di portare avanti. Devi dire qualcosa se fai musica, e in questo è come se mi facessi portavoce di questo messaggio puro e vero del rap».

Con instore e concerti sei sempre più a contatto con il tuo pubblico. Come mai piaci così tanto ai ragazzi?
«Trovano una persona che parla la loro stessa lingua e per molti la mia musica è catartica. In Italia sembra ci sia paura delle parole, ma è necessario parlare e non reprimerle. Mi piace andare nelle zone più nascoste e pericolose della psiche umana, in realtà svolgo un lavoro a favore dei ragazzi. In tutti questi anni ho costruito un buon rapporto con i miei fan perché parlo di cose vere, mi piace esplorare zone più nascoste e pericolose della psiche umana ed è così che hanno imparato a conoscermi».

Cosa direbbe il Mostro di tre anni fa se ascoltasse questo disco?
«Forse capirebbe, anche se non condividerebbe tutto. Due anni fa ero pieno di insicurezze e ansie, questo album è frutto di un processo, un Mostro 2.0».

A chi lo dedichi?
«Me stesso».

Tra poco tornerai ad esibirti dal vivo: come stai preparando i concerti?
«Per la prima volta salirò sul palco con una band completa, e verrà tutto presentato uno stile nuovo. Sarà fresco, potente e intenso».

LA TRACKLIST

Nuova luce
Britney nel 2007 feat. Gemitaiz
Più ci provo più sbaglio
Tu non mi conosci
Un po’ depresso
Nostradamus
Grazie per la vostra attenzione
Memorie di uno sconfitto, pt. 2
Biatch
Le belle persone
La città
Fuck life

THE WARRIORS TOUR

19 Aprile - Milano, Fabrique
21 Aprile - Roma, Atlantico
23 Aprile - Venaria Reale (TO), Teatro della Concordia
24 Aprile - Padova, Hall

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