Dieci inediti per raccontare tutte le sfaccettature delle sue fragilità: dal 18 marzo il nuovo album

«Sono dieci episodi di un'unica storia», un po' come accade nelle serie tv: al timone c'è Mr. Rain, il self-made rapper della musica italiana, come lo chiamavano agli esordi, che venerdì 18 marzo pubblica la sua terza opera discografica dal titolo "Fragile".
Dopo dodici dischi di platino, sei d'oro e numerosi concerti sold out, arriva un nuovo progetto scritto e composto in pochissimi giorni: sono dieci inediti, tra cui il singolo "Crisalidi", che dipingono diverse sfaccettature delle sue fragilità, «ora faccio un dono a me stesso e a chi si riconosce nella mia musica» ci racconta.
È passato poco più di un anno da "Petrichor": come mai tutta questa fretta?
«Di solito esco ogni due o tre anni, questo è nato per caso. Lo scorso maggio ho scritto “Crisalidi” e “Neve su Marte”, poi ho deciso di fare tre giorni di session in studio per puro divertimento: ho composto otto tracce, di getto. Non è nato con l’idea di fare un disco ma con la semplice voglia di tornare a divertirmi».
In questo processo così rapido, è cambiato il tuo modo di approcciarti alla scrittura?
«Assolutamente sì. Prima passavo notti insonni, anche per la singola parola che non mi andava bene, ora non sto a pensarci troppo. Non significa che sia meno curato, ma ho voluto dare priorità alla spontaneità, è stato come un flusso di coscienza».
A differenza degli altri album, hai scelto di non metterti in copertina.
«È la prima volta, volevo mostrare agli altri quello che avevo dentro. Voglio che la gente si concentri sul contenuto del disco».
Il titolo lo riassume molto bene.
«È l’ultima cosa che ho scelto dopo aver ascoltato tutto il disco: racconto dieci momenti di fragilità, diverse sfaccettature e prospettive».
C’è una fragilità che hai imparato ad amare di te stesso?
«A raccontarmi apertamente, senza filtri e senza avere paura di niente».
Al tuo debutto discografico hai subito parlato di indipendenza creativa: siamo al terzo disco e hai continuato a portare avanti questo modo di lavorare.
«Ci tengo molto: seguo ogni strumentale, ogni testo e tutti videoclip. Ho il privilegio di centrare ancora di più il dettaglio e far uscire le cose come le vedo nella mia testa. Non smetterò mai di farlo».
Nel primo singolo “Crisalidi” torna l’idea di sentirsi intrappolati in una gabbia, come mai?
«Rappresenta una fase di transizione dal precedente album a “Fragile”, è la prima che ho scritto: è come se ci fossero dentro due album, non so bene come spiegare. Devo molto a questo brano perché mi ha permesso di ritrovare quel modo di fare musica che avevo all’inizio, puro divertimento per sentirmi più leggero».
“Aria” mi ha fatto l’effetto di una carezza: chitarra e voce per una traccia che esce un po’ dalla tua zona di comfort, giusto?
«Sì, è una canzone fuori dalle mie corde, soprattutto nel ritornello. All’inizio non volevo inserirla, doveva essere una sorta di outro, ma poi, ascoltandola più volte, me ne sono innamorato. Per l’album, è una boccata d’aria fresca».
C’è anche una quota femminile: Annalisa. Come vi siete trovati?
«Ero partito con l’idea di non fare duetti, ma quando ho scritto la prima versione di “Neve su Marte” ho pensato subito a lei. Ha dato un notevole valore aggiunto all’intero disco».
Hai fatto una recente esibizione su TikTok: è una community in cui ti trovi a tuo agio?
«Le mie canzoni vanno fortissimo su questa piattaforma, credo si sposino bene anche con la tipologia di video. Ho voluto fare questo test: ho reso disponibile 15 secondi di ogni traccia, per vedere cosa poteva succedere».
Spiegaci meglio.
«Devi sapere che sono fan delle classifiche: appena termino un disco, lo invio a tutta la cerchia di persone e poi mi faccio dire la top 3 con le loro canzoni preferite. In studio ho anche una specie di lavagna dove segno tutti i risultati. È uno sfizio personale più che una necessità artistica».
Quest’anno hai debuttato sul palco di Sanremo duettando con Hu e Highsnob: eri emozionato?
«È stato come scoprire un mondo parallelo, una bella occasione. Pensavo di essere più teso, invece sul palco ero tranquillo e a mio agio».
Ce la farai a rivedere i tuoi fan dal vivo?
«È ancora un grande punto di domanda! Stiamo però organizzando tappe estive e autunnali, ho due album da portare in giro. Ormai, è l’unica cosa che manca».