“Piramidi”, il nuovo album di Germanò per viaggiare con la mente

Quello del cantautore romano è un album che vola lontano per esplorare la solitudine, e scoprire che forse non fa così paura

Germanò  Credit: © Cristina Troisi
10 Aprile 2020 alle 12:11

Germanò, per gli amici Alex, è cresciuto con l’idea di vivere all’estero ma poi ha visto "Il Sorpasso" di Dino Risi ed evidentemente ha cambiato idea. Una cosa sembra certa: non ha mai smesso di viaggiare, almeno con la musica. 

Prendiamo "Piramidi" (Bomba Dischi),  nuovo album del cantautore: se lo ascoltate chiudendo gli occhi, vi sembrerà di fluttuare lontano, con la mente, con le sue melodie oniriche, a tratti croccanti, in altri momenti colorate al neon. Piccole, ma non insignificanti vite urbane che Germanò esplora come un archeologo in quelle Piramidi d'Egitto, alla ricerca dei geroglifici dei rapporti umani da capire, raccontare e interpretare per condividerli con noi. Con un po' di malinconia e una poetica lucidità, Germanò racconta le relazioni, la quotidianità e, soprattutto, la solitudine in cui tutti si possono ritrovare.

C'è Matteo che se ne è andato, oppure chissà cosa fa, poi c'è Federico che non risponde più ai messaggi, e ancora Luca che, nella traccia più pop del disco, vuole far la finita con la sua vita. In "Énchantè" ci sono gli amori digitali che finiscono proprio quando ci conosciamo davvero e poi ci sono i cuori smarriti delle città. Nel brano "Dov'è che mi fa male" il cantautore si interroga sulla fine dei rapporti, mentre in "Stasera esco", alla fine, va sempre negli stessi posti, con gli stessi amici a cui le cose non vanno bene. E a chiudere il disco troviamo proprio quelle misteriose "Piramidi", con Sfinge annessa, che se chissà se vuole essere un omaggio a quella di Enzo Carella, tra le principali influenze che possiamo riconoscere nel bagaglio musicale del cantautore. Aggiungete un pizzico di New Wave e Synth Pop francesi... et voilà Germanò!

Scritto e arrangiato in casa completamente in solitaria, "Piramidi" racconta un po' tutti noi, ma senza farci paura. Che poi, seguire le strade raccontate da altri è un po' come viaggiare, a occhi chiusi. 

Seguici