Renato Zero “Zerosettanta – Volumedue”: «È nella crisi che bisogna mostrare il talento»

Dal 30 ottobre, 14 nuovi brani arricchiscono la sua grande opera musicale in uscita a cadenza mensile

Renato Zero  Credit: © Roberto Rocco
30 Ottobre 2020 alle 18:46

Quanta musica può accontentare il pubblico di Renato Zero? La risposta è "Mai abbastanza". Ecco quindi arrivare nei negozi "Zerosettanta - Volumedue", secondo capitolo della trilogia di album creata dall'artista uscito il 30 ottobre, 14 nuovi brani che dopo i dodici di "Volumetre" esplorano ancora senza eccezioni e paletti tutto l'universo creativo e umano di Renato. Ecco come ce l'ha raccontato. A seguire, le note sui brani.

Renato Zero: 70 anni e una carriera straordinaria

Le dichiarazioni

UN BREVE BILANCIO SUL DISCO

«Sono piacevolmente sorpreso perché quando c'è un lavoro discografico in cui la sequenza dei brani funziona, tutto viene come desideri non puoi che esserne soddisfatto. Il lavoro verrà poi considerato nel suo completamento, quello che avverrà il 30 novembre con il volume uno che sarà anche la chiusura del cerchi. Questo progetto lo definisco il riepilogo, il tagliando di questi 70 anni».

UNA NOTA SUI CAMBIAMENTI CHE HANNO DA SEMPRE CONNOTATO LA SUA CARRIERA

«I miei passaggi artistici sono sempre stati imprevedibili, in molte occasioni da artista sono diventato anche "attore" di quelle canzoni, passando dal glamour chiassoso degli esordi al minimalismo a tratti inquietante di "Spalle al muro". Voglio darmi sempre la possibilità di cambiare in coerenza con quello che canto, basandomi su convinzioni della vita che possono anche vacillare o possono essere rilette».

IL SENSO DI SOLITUDINE, NOSTALGIA E DELL'AMORE CHE SI RESPIRANO NEL DISCO

“Quando devi indossare una solitudine deve essere della tua taglia e devi imparare a conviverci, così come accettare che l'amore può subire degli sbandamenti. Ci ho pensato riflettendo sul fatto che a volte anche il femminicidio si verifica in presenza di persone che hanno subito le tragiche conseguenze del loro amore. In quel senso intendo i sentimenti come uno spettro, l'amore qualcosa di cui si è sempre solo alunni e mai maestri. Abbiamo bisogno di imparare dall'amore fino alla fine dei nostri giorni”. ”Sulla nostalgia mi viene in mente che la "saudade” brasiliana, che non è per niente qualcosa di negativo, è un trasporto languido della tristezza che viene sublimata in bellezza”.

SUL DUETTO CON I NERI PER CASO

“Ho grande stima di loro, li ho portati in tour per "Alt" ed è stata una bella esperienza per entrambi. Hanno avuto modo in quell'occasione di affrancarsi da una percezione della loro presenza come "spalla", muovendosi con me da protagonisti. Poi io ho una devozione per la musica che viene da Napoli, trovo che da sempre lì ci sia sperimentazione, fermento, grande vocalità che si affonda nella tradizione ma riesce a esprimersi sempre in modo moderno. Loro sono professionali, preparati e mi dispiace che non venga resa giustizia al lroo professionismo così spiccato”.

IL MOMENTO PIÙ ESALTANTE DELLA SUA VITA

«È stato quando mi hanno tolto l'ago da un braccio dopo avermi trasfuso il sangue di un frate, cosa che mi ha permesso di essere qui oggi e di essere Renato Zero e di poterlo raccontare. I momenti più esaltanti in realtà sono stati molti, così come sono stati molti quelli non felici. Anche la sofferenza ha un ruolo nella vita credo, lo hanno le mancanze e i distacchi. Mi hanno insegnato a non dover esultare a tutti i costi, a non cercare forme di felicità fittizie».

UN ANEDDOTO CHE LO LEGA A VASCO ROSSI 

«Una volta venni scritturato dalla radio di Vasco per uno spettacolo. Arrivai con il mio furgone Orazio e mi chiese il suo socio perché guidassi io il furgone. Risposi "perché mi costo meno". Una volta scaricato tutto mi indicarono con il socio di Vasco il giardinetto che doveva essere il posto dove esibirmi. Montai la strumentazione, le amplificazioni e al terzo brano scoppiò l'impianto. Non potendo più cantare mi misi a raccontare per un'ora e mezza barzellette. Quando mi pagò il socio di Vasco mi disse "È la prima volta che pago volentieri un cantante che non canta". 

LA GAVETTA

«La gavetta serve tanto, dico agli artisti giovani che se vogliono fare musica se la devono sudare, devono spingersi oltre le loro possibilità. Serve abnegazione, considerare il rifiuto, l'imbarazzo, bisogna soffrire, è una regola se vuoi diventare qualcuno. Bisogna lavorare, rompersi le ossa, essere puntuali, rispettare il pubblico, non prenderlo per i fondelli».

L'APERTURA DEL PAPA ALLE UNIONI CIVILI PER LE COPPIE OMOSESSUALI

Da sempre ho raccontato le problematiche, le sensazioni e gli stati d'animo di chi vive un amore che si presenta a modo suo, in modo imprevedibile, come accade alle persone dello stesso sesso che si amano. Ecco, credo che quando l'amore è sincero, pulito e onesto debba trovare l'opportunità di potersi chiamare anche famiglia».

LA CRISI DELL'ARTE AI TEMPI DEL COVID

«L'arte ci fa guarire dalle solitudini e dalle contrarierà. Non c'è niente di pericoloso nel trovare un momento di sfogo, di condivisione e di serenità. Lo dicono gli scienziati che il corpo stressato, vincolato, è un corpo che ha difese immunitarie minori. Come dico spesso citando una famosa frase "non ci sono vaccini per la solituine ma una canzone si dice che guarisca l'anima". Ecco, dobbiamo rafforzare lo spirito con l'arte».

L'INFANZIA... E UNA CAREZZA

«In questo momento darei una carezza agli anziani, che secondo me sono il futuro del mondo. Senza di loro si perde la storia, la sofferenza, tutto ciò che non dobbiamo dimenticare. Io sono cresciuto tra persone anziane, mia madre mi portava in giro in una roba spopolata di ragazzini e sono cresciuto in mezzo alle loro parole».

SODDISFAZIONI SUL VOLUME TRE E IN TV

Sono soddisfatto che il pubblico abbia capito il lavoro che sto proponendo in questo momento. Non è esattamente un momento ad hoc per proprorre un'operazione come la mia ma è proprio in questi momenti critici che noi artisti dobbiamo tirare fuori il nostro talento, lavorando come possibile con tutta la passione che questo preciso momento merita di avere».

SULLE PROTESTE DI PIAZZA DEGL ULTIMI GIORNI

«La rabbia può trasformarsi in una valcola di sfogo molto positiva ma succede quando non diventa violenza. È tutta energia che può far sentire meglio le persone, ma non distruggendo una vetrina di Gucci, perché quei danni li paghiamo noi, li pagano loro stessi di riflesso, vanifica il lavoro di chi invece protesta pacificamente, la voce di chi vuole un'Italia efficente e partecipe».


Le note sui brani

IL GRANDE INCANTESIMO

(L. Vizzini / Renatozero / L. Vizzini)

Una nitida e delicata riflessione sul mondo che ci circonda, in cui viene delineato il processo di formazione che rende un uomo tale attraverso le emozioni che è portato a provare nel corso della vita, le prove da superare e lo scorrere inesorabile del tempo. Il brano si apre con un’intro delicata di pianoforte, che accompagna e introduce all’ascolto. Ad arricchire la seconda parte, un leggero assolo di tromba, che impreziosisce ulteriormente l’atmosfera elegante e profonda del brano.

L’AMORE SUBLIME

(L. Vizzini / Renatozero / L. Vizzini)

Una ballad potente, una lettera aperta all’amore della vita, una promessa di impegno e fedeltà. Un refrain di chitarra acustica introduce e poi accompagna l’intera canzone, dal ritmo dolce ma deciso al contempo, virando verso l’elettrico senza mai perdere la sua freschezza. Maestosi archi prendono per mano l’ascoltatore, accompagnandolo fino alla conclusione del brano in una densa atmosfera idilliaca.

LA LOGICA DEL TEMPO

(L. Vizzini)

Zero torna ad analizzare il vivere dell’uomo e il rapporto di quest’ultimo con il succedersi dei minuti, delle ore, degli anni. Nel brano è chiaro il rimando al concetto greco del panta rei: “tutto scorre, cambia, muta nel tempo”. La vera forza dell’uomo consiste nel saper godere dei singoli attimi che la vita offre: solo così l’essere umano può arrivare a scoprire il vero “segreto della libertà”.

NON È AMORE

(L. Vizzini)

Una ballad romantica e riflessiva che si poggia su pianoforte e chitarre acustiche, dedicata alla dicotomia tra l’amore come sentimento puro e l’amore come puro artificio retorico: se nelle strofe vengono enumerate tutte le convenzioni che riconducono a un sentimento che in realtà si affievolisce col passare del tempo (“Non è amore quando stare vicini diventa una routine / non è amore simulare una passione che non c’è”), nei ritornelli esplode la consapevolezza forte su quale sia il sentire profondo a cui ognuno di noi aspira, che dovrebbe essere “libero da ogni vincolo e ogni Dio”. Amare non è un anello all’anulare ma “sinceramente scegliersi ogni giorno”.

PRIMA CHE SIA TARDI

(Renatozero / A. Pennino / Renatozero)

Un sound ritmato, elettronico e aggressivo che si scaglia contro la logica del consumismo e la messa in discussione delle libertà personali: un grido di denuncia e di risveglio delle coscienze di ciascun individuo, “prima che il mondo decida di spazzarci via”.

L’IDEA DI TE

(L. Vizzini / Renatozero / L. Vizzini)

Atmosfere intimistiche e sensuali dipingono una samba passionale, in un brano che parla di un sentimento burrascoso e imprevedibile che colpisce, affonda e lascia in balia di duemila perché. Un viaggio meraviglioso ma impraticabile, un film senza finale.   

IN MANETTE L’ASTINENZA

(Renatozero / A. Pennino / Renatozero)

Un tango provocatorio e disinibito che mette alla berlina i censori, gli avari e i puritani, in nome di una sessualità libera e appagata. In un mondo di menti offuscate dal pensiero democristiano, è prepotente l’invito a dare spazio alla luce per tornare ad amare liberamente se stessi e gli altri, perché “anche il piacere ha il diritto ed esige rispetto”.

BELLA SCOMMESSA

(Renatozero / Baldan)

Un inno alla vita e un ringraziamento per quello che ogni giorno regala e toglie, a volte aprendo orizzonti, altre schiaffeggiando e contrastando, e poi ancora incoraggiando. Una canzone piena di speranza e di misericordia: tutti noi siamo una bella scommessa, tutti noi abbiamo in serbo grandi ambizioni e grandi sogni che possono sbocciare, per costruire e tracciare il sentiero della nostra vita.

VERGOGNATEVI VOI

(Renatozero / P. Palmer)

Un grido di allarme e denuncia, necessario per risvegliare e scuotere le coscienze collettive dal potente veleno che contamina la vita pubblica e la convivenza civile. Una contrapposizione calzante che vede da una parte il popolo, stremato e disilluso dalle false promesse e garanzie, e dall’altra i signori del potere, ciechi di un’insana avidità. Se è vero che “chi sguazza nel potere poi porta sempre a casa il suo”, Zero regala un messaggio chiaro e di speranza: “la vita lo sa, sa premiare e punire chi sbaglierà”.


LA MIA CAREZZA - “Per Virginia e Ada”

(Renatozero / A. De Simone)

Una delicata ninna nanna sorretta magistralmente da pianoforte ed archi, che Zero ha voluto dedicare alle nipoti Virginia e Ada. Nel gesto amorevole di una carezza c’è la volontà di un uomo che desidera accudire, proteggere e coccolare le sue creature, insegnando loro ad amare soprattutto sé stesse. Sul finale una frase sussurrata, dolce e rassicurante, racchiude l’intero intento del brano: “Sorridi, sorridi, io non mi muovo da qui”.

TROPPI CANTANTI POCHI CONTANTI

(Renatozero)

Un brano scandito da voci campionate, ritmi carioca e assonanze irriverenti, con un coro firmato dai Neri Per Caso; un beat che si incolla alle orecchie fa da tappeto a un Renato che, seduto sul suo trono, discute della scena musicale contemporanea. In un mondo in cui branchi di artisti si avvicinano alla discografia col desiderio di “fama, ricchezza e visibilità”, Renato avverte serafico: “Attenti cantanti, solo grandi talenti oppure contanti mai più”!

COME NON AMARTI

(Renatozero / A. Pennino)

Esiste un modo per rinunciare a un amore, anche quando quell’amore è nutrimento per la propria anima? Su un arrangiamento potente e maestoso, Zero mette al centro del suo racconto un uomo in conflitto con sè stesso, diviso tra il dolore causato da un abbandono e il desiderio di condividere ancora una notte proprio con chi l’ha abbandonato. Le immagini si fanno sempre più nitide e a fuoco mentre si ascolta il crescendo del pezzo, che si apre nel ritornello.

GRANDI MOMENTI

(Renatozero / A. Pennino)

Attraverso un dialogo aperto e sincero con la Signora Nostalgia, Zero rivive gli anni più ruggenti e intensi della vita, costellati da gloriosi momenti in compagnia di personalità trasgressive, esagerate, testarde e inafferrabili.  Una vita simile a un film con protagonisti eroi impavidi che, alla conquista della propria libertà, camminano, saltano, cadono e si rialzano a ritmo dell’intramontabile “Let it be”.

SE SONO QUI

(Renatozero / Baldan)

Una delicata e sincera dichiarazione d’intenti verso la persona amata, il manifesto emotivo di un uomo, un’anima leggera che affronta la vita con “gioia e tanti brividi”, deciso ad affidarsi completamente alla via dell’amore nonostante le mille difficoltà presenti lungo il cammino. Nessuna lacrima e nessun alibi sono concessi: è solo in questo modo che si può sfidare il mondo.

Seguici