Due anni dopo l’ultimo disco, il rapper torna con una prova di maturità, tra ritornelli pop e denuncia sociale
A due anni di distanza da “Libertà” e dopo molti mesi di attesa, lo scorso 5 novembre è uscito “Rivoluzione”, il nuovo album di Rocco Hunt. Così il rapper napoletano che negli ultimi anni ha conquistato le vette delle classifiche nazionali con le sue hit estive raggiunge la cifra di cinque album in studio.
Si tratta di un album completo e maturo, che riesce a cristallizzare la duplice anima di Rocco Hunt: dalla sua capacità di cavalcare l’onda della melodia a quella di mettere tutto se stesso nei testi, mostrando il suo lato più autentico. E così ci troviamo di fronte a ritornelli accattivanti che restano in testa, ma anche a brani che sono portavoce di ingiustizie, dall’attenzione alle proprie origini campane a una costante ricerca stilistica e innovazione nella scrittura dei pezzi.
In “Rivoluzione”, infatti, convive il rap più duro che affronta temi sociali e l’animo pop con cui Rocco Hunt si diverte a sperimentare, anche coinvolgendo alcuni degli artisti più affermati della scena rap come Gué Pequeno, Fabri Fibra, EmisKilla, Luchè e Geolier. Immancabili le hit con Ana Mena, “A un passo dalla Luna” e “Un bacio all’improvviso”, e un altro habitué delle classifiche, ovvero Carl Brave nella traccia “Caffellatte”.
Ciliegina sulla torta di “Rivoluzione” è la cover dell’album, realizzata eccezionalmente da Jorit, street artist rivoluzionario che opera principalmente a Napoli, ma che con la sua Human Tribe si è fatto conoscere in tutto il mondo. «Quest’opera per me rappresenta il riscatto degli ultimi, il riscatto delle periferie, il riscatto dei ragazzi di strada che trovano un loro percorso e raggiungono ciò che gli è sempre stato negato» ha affermato Jorit, una storia che racconta tanto l’artista quanto lo stesso Rocco Hunt.