Il cantante uscito dal talent presenta “Golden hour”, con otto brani, in uscita il 21 gennaio
Si è fatto notare al serale di “Amici” per la sua capacità di divertire il pubblico pur essendo per natura un ragazzo timido. Lui è Tancredi e il 21 gennaio esce il suo secondo Ep, “Golden hour”. E ci tiene che venga chiamato Ep, anche se ci sono otto canzoni.
Non posso chiamarlo “album”?
«C’è tanto materiale, ma ho davvero cominciato da poco a fare questo mestiere. Per un album che tutti possano chiamare tale, preferisco aspettare ancora».
Ti senti maturato?
«Durante “Amici” avevo tante paure e quando sono uscito sono stato proprio male. Prima di entrare nella scuola ero solo un ragazzino che scriveva canzoni».
Non è mica una cosa da tutti!
«Sì, certo, ma esporsi porta a doversi mettere tanto in discussione. In “Golden hour”, infatti, racconto di come ho fatto pace con me stesso e con questo primo, seppur iniziale, successo».
Perché il titolo “Golden hour”?
«In fotografia è la ricerca del momento perfetto per uno scatto naturale e bello da lasciare senza fiato. Ecco, nel brano che dà il nome al disco ho trovato quella spontaneità che si perde in fretta quando la musica diventa un “lavoro”».
Il primo singolo è “Wah wah”.
«Lì parlo tanto per immagini, quelle di una vita come la mia, che per certi versi è stata un po’ sbandata. È un brano che fa capire tanto chi sono e chi posso essere».
Che cosa ti rende orgoglioso dell’Ep?
«Tante cose, a livello di scrittura e musicale. Più di tutto, l’essere riuscito a chiedere a papà di ascoltare uno dei brani per sentire la sua opinione».