“Ti amo come un pazzo” è il titolo del nuovo disco di Mina

Il figlio Massimiliano Pani ce lo presenta in esclusiva

Mina nel 1972: per lei fu un anno trionfale tra televisione (“Teatro 10”) e concerti (alla Bussola di Marina di Pietrasanta)
1 Maggio 2023 alle 08:10

È uscito il nuovo album di Mina. S’intitola “Ti amo come un pazzo”. Adesso possiamo sincronizzare tutti gli orologi di casa sull’ora esatta. Tra le pochissime certezze di quel caos naturale che è la musica leggera, infatti, c’era un curioso, dolcissimo “segnale orario”: poteva succedere di tutto, ma la voce di Mina arrivava precisa ogni anno, rinfrescando l’immancabile modo di dire: «Puntuale come il nuovo disco di Mina».

Con rarissime eccezioni (disinnescate comunque da una qualche raccolta) questo è successo dal 1960 al 2019. Ovvero dal primo Lp di una ragazzina ancora rock, ma già diva, che cantava «Folle banderuola del mio cuore, che giri giri giri con il vento sul tetto rosso del mio amore», all’album “Mina Fossati”. Dove le canzoni scritte per lei dal grande Ivano ci facevano capire che “cuore” e “amore” forse non fanno più rima come un tempo, ma vivono ancora insieme. Poi quattro anni di attesa. Con gli orologi che iniziano a sbacchettare.

“Ti amo come un pazzo” è arrivato ed è Mina al 100 percento. A partire dalla copertina spiazzante, enigmatica, ipnotica. Due volti in primissimo piano: lei, l’eterno femminile; lui, il paradigma del bell’uomo, un misterioso dagli occhi azzurrissimi che in egual misura potranno fare male o potranno piangere. «Questo è un disco di canzoni d’amore, un piccolo feuilleton, e Mina ha voluto creare un’atmosfera da vecchio fotoromanzo» spiega Massimiliano Pani, che di Mina è figlio, complice e produttore, e con Sorrisi “ascolta” il frutto di questo nuovo complotto musicale di famiglia.

La musica, appunto. L’album raccoglie 12 canzoni (solo 10, però, nel formato Lp: «Per mantenere la massima qualità audio possibile anche col vinile») di autori famosi e non. «Ogni anno Mina riceve quattro, cinquemila canzoni, e, giorno dopo giorno, le ascolta tutte. Non scarta neppure le peggiori registrazioni casalinghe: ha tanto di quell’orecchio che il pezzo buono lo becca comunque» precisa Massimiliano. «È un lavoro sistematico, l’unico modo per scoprire sempre qualcosa di nuovo. Ora sta sentendo i pezzi arrivati tre anni fa: siamo un po’ indietro».

In “Ti amo come un pazzo” («Anche il titolo è un’idea sua ed è uno slogan facile e perfetto») le canzoni raccontano l’amore com’è, ovvero energia, tristezza, rimpianto, progetto, gioco… Naturalmente c’è “Un briciolo di allegria”, il duetto con Blanco che ascoltiamo già da qualche giorno. Tra gli altri pezzi ci sono due cover clamorose, “Tutto quello che un uomo” di Sergio Cammariere e “Don Salvato’” di Enzo Avitabile; c’è la classica “frivolezza” tipica di Mina con “L’orto”, un gioiellino che Mattia Lezi propose, allora senza successo, a “X Factor” nel 2018… E ci sono due pezzi che rinsaldano la collaborazione ormai familiare tra Mina e Ferzan Ozpetek: “Buttare l’amore”, che nel 2022 ha accompagnato “Le fate ignoranti” in versione serie tv, e “Povero amore”, che invece segnerà (lo ha detto il regista alla presentazione del disco) il punto cruciale di “Nuovo Olimpo”, il film di Ozpetek in arrivo alla fine di quest’anno.

E poi c’è la voce di Mina, che alla fine è tutto, capace com’è di sprofondare nel blues e poi volare là dove nessuno ha mai osato.

La costruzione di questo album ha seguito un percorso ormai abituale per Mina. «Si parte ascoltando insieme i provini già “selezionati” da lei. Questa volta parliamo di 15 o 16 canzoni. Alla fine si decide quali non fare» riassume Pani. «Non sono scarti, ma solo canzoni non selezionate. Al traguardo non ci sono feste o rituali particolari: c’è semplicemente la grande serenità che nasce da un lavoro fatto bene. E poi Mina passa al progetto successivo».

In questo non stare ferma c’è molto della donna che tanti anni fa ha scelto di farsi signora totale della propria vita: «Difficilmente Mina riascolta un suo album: ci lavora già così tanto quando lo fa… In casa non ha ricordi, premi o cose di questo genere: per lei sono feticci e non le piacciono. È superiore all’egocentrismo, non vive di “io, io, io” come tanti. Pensi che abbiamo perfino pochissime foto di famiglia. L’assalto dei fotografi è sempre stato tale che poi, in casa, nessuno diceva con piacere: “Facciamoci una foto!”. Ed è un po’ un peccato. Oppure ricordo certe volte in cui mi capitava di scoprire qualcosa che aveva fatto, che so, in tv, e le chiedevo: “Perché non me l’hai mai detto?”. E lei: “Perché? Dovevo?”. Mina non parla di sé». Certo: Mina canta. Puntuale come un orologio.

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