Tredici Pietro racconta l’album “Solito posto, soliti guai”

Pietro Morandi, figlio di Gianni, da anni colleziona con i suoi brani numeri di rilievo e il 22 aprile arriva il primo album

22 Aprile 2022 alle 08:19

Ha le stesse mani grandi e gli occhi identici a suo padre. Tredici Pietro (la cifra proviene dal nome della sua “crew”, composta da 13 ragazzi) non fa niente per nasconderlo, ma vuole gridare al mondo di essere uno dei nomi più interessanti del rap italiano grazie alle sue sole forze. Pietro Morandi, figlio di Gianni, da anni colleziona con i suoi brani numeri di rilievo su Spotify e il 22 aprile arriva il primo album, “Solito posto, soliti guai”.

Quando è nata questa passione?
«Alle medie. Ho cominciato a scrivere e da lì non mi sono mai fermato».

Nella copertina sei con il gruppo di per- sone con le quali fai musica. Ami “fare collettivo”, proprio come tuo papà.
«In effetti sì e su questo siamo molto simili».

Ti ha suggerito lui questo approccio?
«In realtà il mio avvicinamento alla musica nasce, volutamente, in autonomia da lui. Un po’ di nascosto anche».

Non hai mai cercato il suo supporto?
«Nella musica, come nella vita, affermarsi è una faccenda da gestire senza troppi aiuti dall’alto. Altrimenti non saprai mai stare in piedi da solo».

La tua storia sarebbe un apripista perfetto in un talent show.
«Il talent è il modo più veloce per farsi conoscere, ma è il modo più difficile per restare. A chi mi ascolta oggi non importa nulla da dove vengo, di chi sono figlio e questo penso sia un traguardo che si raggiunge mettendo la musica davanti al personaggio».

Il disco è denso di vita e non fa sconti a nessuno, nemmeno ai tuoi genitori.
«Nel rap, nel vero rap, è vietato dire bugie».

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