«Vivere o Morire» la leggerezza conquistata di Motta

Il cantautore torna con un nuovo album più intimo e consapevole, in uscita il 6 aprile, e ci racconta perché è un momento bellissimo per la musica in Italia


5 Aprile 2018 alle 18:04

Esce venerdì 6 aprile per Sugar «Vivere o Morire», il secondo album di Motta, preceduto dai singoli «Ed è quasi come essere felice» e «La nostra ultima canzone». Se per il debutto «La fine dei vent'anni» gli ci erano voluti dai quattro ai cinque anni di lavoro, per questa sua seconda volta da solista «Ce ne ho messi trenta più o meno a scrivere queste canzoni», con una maturità diversa e una «Leggerezza conquistata». Dopo la confusione e l'ingenuità, la «Paura di non trovare parcheggio» (e dopo i 100 concerti del primo tour) ha avuto la possibilità di riposarsi e scegliere da che parte stare «Si tratta sempre di scelte binarie, di sì o no, restare o non restare, di vivere o morire. E io sono felice di invecchiare, sono felice di crescere».

Una crescita in qualche modo anche forzata da Riccardo Sinigallia, produttore del primo disco, «Siamo andati a cena e mi ha detto ?La produzione del secondo disco è che non ti produrrò il secondo disco? e lì volevo buttarmi dal terrazzo». In realtà, ci dice, aveva capito che poteva farcela da solo «Anche se da solo non sono stato, perché c'era Taketo Gohara e Pacifico che mi ha dato una mano sui testi».

Francesco Motta suona «Tanti strumenti male» dice lui «Il pianoforte male, la chitarra malissimo, canto le canzoni. Però mia madre ha sempre voluto che io suonassi la tromba ed è l'unico strumento che non ho mai preso in mano». Ha iniziato a suonare il pianoforte a quattro anni e anche se per alcuni sembrerebbe essere spuntato dal nulla nel 2016, canta e suona da quando aveva 18 anni e ha deciso di mettere su una band (i Criminal Jokers) «Perché non avevo voglia di studiare e dovevo trovare una scusa per potermi svegliare tardi la mattina».

Oggi scrive in italiano, ma è partito dall'inglese per emulare i suoi miti «Ascoltavo molta musica americana, personaggi come Lou Reed che allora contavano più dei miei genitori». Ora, ci rassicura, i suoi genitori sono più importanti di «Tutta quella gente». E proprio il rapporto tra padre e figlio torna nel testo di «Mi parli di te», questa volta in maniera diversa. «Nel disco precedente lo chiamavo ?padre?, dire ?babbo? è stato molto più difficile. Ho avuto la lucidità di vedere i miei genitori come un uomo e una donna che sbagliano».


Quando gli chiediamo cosa pensa dell'eterna polemica contro chi era ?indie? ed è diventato ?pop?, qualunque cosa voglia dire, ci risponde che per lui «Il pop è bellissimo, ma è anche più difficile. Ci sono sempre state canzoni pop, anche se venivano chiamate indie. Indie o non indie, ci sono delle persone libere e indipendenti e delle persone non libere e non indipendenti e non c'entra assolutamente niente con la discografia, soprattutto in questi anni. È un momento bellissimo, perché abbiamo la possibilità di arrivare a molte più persone di quanto potevamo immaginare dieci anni fa».


Subito dopo l'uscita del disco Motta parte per un instore tour che toccherà le principali italiane, prima di quattro date di anteprima del «Motta Live Tour 2018».

Le date dell'instore tour

06 aprile MILANO Feltrinelli Piazza Piemonte, ore 18:30
07 aprile ROMA Feltrinelli Appia Nuova, ore 17:00
08 aprile NAPOLI Feltrinelli Piazza dei Martiri, ore 17:00
09 aprile PADOVA Feltrinelli via san Francesco, ore 18:00
10 aprile FIRENZE Feltrinelli RED Piazza della Repubblica, ore 18:30
11 aprile BOLOGNA Feltrinelli Piazza Ravegnana, ore 18:00
12 aprile TORINO Feltrinelli Stazione Porta Nuova, ore 18:00

Le date di anteprima del «Motta Live Tour 2018»

26 maggio ATLANTICO Roma
28 maggio ESTRAGON Bologna
29 maggio OBIHALL Firenze
31 maggio ALCATRAZ Milano

La tracklist

1. Ed è quasi come essere felice
2. Quello che siamo diventati
3. Vivere o morire
4. La nostra ultima canzone
5. Chissà dove sarai
6. Per amore e basta
7.La prima volta
8.E poi ci pensi un po'
9.Mi parli di te

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