Ecco perché i Måneskin hanno vinto l’Eurovision Song Contest

Dopo 31 anni, l'Italia ce l'ha fatta. Ce l'hanno fatta i Måneskin, perché il loro pezzo aveva colpito tutti

23 Maggio 2021 alle 12:58

Arrivare da favoriti all'Eurovision Song Contest è un onore, ma anche un peso che gli Italiani conoscono molto bene. Vincitori quasi annunciati con Il Volo e con Francesco Gabbani, amati da tutti con Mahmood, coccolati con Ermal Meta e Fabrizio Moro, solo per citare gli ultimi (ma anche Diodato, concorrente nell'edizione cancellata per la pandemia, era amatissimo dagli appassionati). La vittoria, però, ci sfuggiva da troppo e giornalisti e fan delle altre squadre ci trattavano ormai con affetto: ce la farete, prima o poi ce la dovete fare, ci dicevano ogni volta.

Arrivare da favoriti all'Eurovision, però, richiede un equilibrio complicato tra energie positive e scaramanzia, soprattutto a ogni aggiornamento delle quote dei bookmaker. Richiede nervi saldi, quando si confrontano gli applausi e i fischi di apprezzamento in sala stampa. Quando le telecamere cominciano ad affollarsi attorno ai giornalisti dei Paesi in pole position, sapendo che con le montagne russe delle votazioni (le giurie, prima, poi il televoto che può ribaltare tutto, come il giudizio dello chef nel popolare programma tv) le emozioni si alternano bruscamente sui volti di chi attende il verdetto.

Questa volta, dopo 31 anni, l'Italia ce l'ha fatta. Ce l'hanno fatta i Måneskin, perché il loro pezzo aveva colpito tutti: l'Italia porta sempre brani di qualità e di genere sempre diverso, spiegavano concordi i siti specializzati. Il loro "act" (l'insieme tra canzone e messa in scena) è stato molto apprezzato. La performance è stata disegnata da Claudio Santucci per lo studio Gio Forma: in mezzo a mille esibizioni dall'effetto-videoclip, tipico della tradizione eurovisiva, ha spiccato lo show dei Måneskin, colori intensi, cascate di fuochi d'artificio, omaggio dichiarato al mondo del rock e della musica dal vivo. 

L'appeal sul pubblico dei quattro ragazzi - uno a uno e nel loro insieme - è noto a tutti, ma questa volta ha bucato lo schermo senza confini. Il loro essere così fatalmente glamour, da perfetti ambasciatori dello stile italiano, ha aggiunto fascino al tutto.

Non solo: a stupire è stata anche la loro capacità di interazione con la stampa internazionale: di rado è capitato di vedere artisti italiani (peraltro giovanissimi) che si spendessero instancabilmente per giorni parlando in ottimo inglese. Rock sì, ma con molta gentilezza, fino alla conferenza finale in cui Damiano ha smentito fermo ogni illazione circolata in rete sull'eventuale suo consumo di droga (un'accusa nata dall'interpretazione decisamente molto fantasiosa di un'inquadratura durante l'annuncio delle votazioni). 

Sicuramente il caso ha voluto che fosse un anno favorevole al rock, basti vedere il sesto posto alla Finlandia, che si è piazzata prima di una delle super favorite, Malta. E se fosse stata anche una semplice questione di modalità di voto? Se per la vittoria dei nostri ragazzi fosse stato indispensabile il nuovo sistema di punteggio, entrato in vigore cinque anni fa? Gli esperti - in sistemi elettorali o semplicemente in matematica - hanno decretato: con il vecchio conteggio, i Måneskin avrebbero vinto ugualmente davanti alla Francia, anche se di un solo punto. Ma avrebbero vinto comunque.

Amatissimi i nostri ragazzi, sostenuto il nostro Paese che troppe volte era andato invano vicino alla vittoria, apprezzato il genere musicale, dalla sala stampa eurovisiva l'ultimo elemento. Se non è propriamente una delle ragioni del successo, è comunque di sicuro un grosso punto a favore che ci rende molto felici: tutti, ma proprio tutti, anche quelli a cui questa volta è toccato lo smacco della sconfitta, hanno una gran voglia di venire in Italia nel 2022. 

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