Con 14 album alle spalle e 55 anni festeggiati lo scorso 28 ottobre, Eros Ramazzotti torna alla musica. Il nuovo album d’inediti s’intitola «Vita ce n’è» ed è appena uscito. L’ultimo risaliva a tre anni fa.
«Dopo tanto tempo non è facile tirare fuori le idee, rinnovarsi, ripartire» racconta Eros. «Non hai più vent’anni e ci sono tutti questi ragazzini rampanti che buttano fuori 20 dischi al giorno. Bisogna avere le spalle forti». Lo dice senza nostalgia, nemmeno un’ombra di malinconia nella voce. Tutt’altro.
Incontriamo Eros nel suo studio di registrazione a Milano, una maglietta sagomata sul fisico allenato e un sorriso soddisfatto. «Passano gli anni e pensi di rallentare e invece fai diecimila cose, insomma... “Vita ce n’è”». Eros sprizza energia a ogni frase, ha appena girato due video per altrettanti brani dell’album e sta partendo per i sopralluoghi del suo tour mondiale (debutta il 17 febbraio a Monaco di Baviera). Ha voglia di raccontare i 15 nuovi brani che ha scritto, suonato, cantato. «Questo album dà un occhio al passato, ma deve per forza guardare a domani. Sono partito dicendo: “Voglio che siano tutti potenziali singoli”. Negli ultimi anni tutto si è appiattito, il mondo in generale e di conseguenza quello musicale. Da ascoltatore sento molte cose fatte solo perché la gente deve ballare o passare l’estate e che poi si dimenticano. Vorrei che questo disco restasse».
Ed ecco, sfogliando la lista dei brani scelti, pezzi firmati con Jovanotti, Enrico Nigiotti, Paolo Antonacci (figlio di Biagio, nipote di Gianni Morandi), Tommaso Paradiso (dei Thegiornalisti), Mario Lavezzi, Mogol e Bungaro. «Negli ultimi anni mi arriva qualsiasi cosa, io rispondo quasi sempre. Alcuni brani li ho rielaborati, ma tutti sono diventati personali. Ne ho scelti 25 e sono rimaste fuori canzoni altrettanto belle. Ci sono altri pezzi nel cassetto, quindi. Per il futuro? Vedremo».
Il pezzo che dà il titolo al disco
«“Vita ce n’è” è un pezzo radiofonico, diretto e semplice. Quando esce un nuovo disco è un momento importante per un artista, devi dare un’impronta forte e orecchiabile. La parola “vita” fa parte del mio vocabolario, serve a lanciare messaggi positivi. In un mondo dove succedono cose non belle, dove tutto si muove così velocemente, il messaggio è: godetevi di più le cose».
Paolo e io
«Paolo Antonacci ha scritto “Due volontà”, un pezzo che ricorda la scuola bolognese. È venuto a trovarmi con il papà Biagio, faceva rap con pezzi che duravano otto minuti in stile Genesis. Gli ho detto: “Scrivi da dio, sei bravissimo, ma devi essere una lama, il pop deve durare due, tre minuti al massimo”. È un nuovo talento, basta non si butti via. Perché non ha dato il pezzo a suo papà? Semplice: come lo cantavo io era meglio!».
La ballata di Jova
«“In primo piano” è una ballata che mi ha mandato Lorenzo Jovanotti un anno e mezzo fa, con un’incisione che però non dava la forza giusta al testo. Invece è stato proprio quello a colpirmi. L’ho voluta stravolgere ed è diventato un pezzo differente. È piaciuto anche a Lorenzo, l’ha sorpreso anche se è diventato così diverso da come l’aveva impostato. Comunque la sua scrittura si sente».
Per le strade una canzone
«Non avevo mai fatto un reggaeton e mi sono detto: “Perché no?”. Mi serviva un nome internazionale e Luis Fonsi ha accettato subito di fare un duetto. Lui mi chiama “maestro”, mi fa sentire un vecchietto. Lo avevo incontrato ai “Wind Music Awards” ma lo conoscevo solo per “Despacito”, poi ho scoperto che gira il Sudamerica da tempo. È un grande professionista, umano e tranquillo. Quando gliel’ho proposto non ha battuto ciglio: era in tour e ha lavorato a casa sua. La prima versione di “Per le strade una canzone” era diversa, l’ho cambiata per renderla più “estiva”».
Cara... Alessia
«“Vale per sempre” è un duetto in inglese e italiano. Cercavo una voce di donna super pop. Potevo chiamare Jennifer Lopez, sarebbe stato più facile che chiamare questa artista emergente. Alessia Cara fa grandi numeri, non la conoscevo, ma ha un bel timbro. La famiglia è di origine italiana. Alessia è venuta con il padre a Milano e quando mi ha visto si è buttata quasi in ginocchio».
Quel papà che mi ha fatto piangere su Facebook
«Ci vuole anche la canzone un po’ “strappalacrime” in un disco importante. Ho letto di questo papà che aveva perso il figlio e ogni giorno, su Facebook, gli scriveva una lettera. Notizie così mi fanno male, avendo dei figli mi colpiscono molto. Ne ho parlato con Cheope e abbiamo scritto questo pezzo, “Dall’altra parte dell’infinito”. Vorrei davvero conoscere questo papà. È un brano molto triste, anche se poi dice “alla fine ci ritroveremo”».
Il nuovo singolo prima del tour internazionale (e un disco in arrivo) è accompagnato da un video che vede la partecipazione di Michelle Hunziker e Aurora Ramazzotti
Un album composto da 15 tra i brani più famosi di Eros cantati con Tina Turner, Giorgia, Anastacia, Ricky Martin, Cher, Andrea Bocelli, Luciano Pavarotti e molti altri