Eurovision Song Contest 2021: la scaletta e la guida alla finale

L'ordine di uscita e tutto quello che c'è da sapere sui cantanti e le canzoni in gara a Rotterdam il 22 maggio

22 Maggio 2021 alle 14:38

Direttamente da Rotterdam, dove la sera del 22 maggio si tiene la finale dell'Eurovision Song Contest 2021, La scaletta con l'ordine di uscita e la guida per sapere tutto sui 26 cantanti in gara e le loro canzoni. I Måneskin rappresentano l'Italia con "Zitti e buoni", la canzone vincitrice dell'ultimo Festival di Sanremo. Lo show è in diretta su Raiuno, a partire dalle ore 20.35.

La scaletta e l'ordine di uscita della finale dell'Eurovision Song Contest 2021

  1. Cipro: Elena Tsagrinou con "El diablo"
  2. Albania: Albania: Anxhela Peristeri con "Karma"
  3. Israele: Eden Alene con "Set Me Free"
  4. Belgio: Hooverphonic con "The Wrong Place"
  5. Russia: Manizha con "Russian Woman"
  6. Malta: Destiny con "Je me casse"
  7. Portogallo: The black mamba con "Love Is On My Side"
  8. Serbia: Hurricane con "Loco loco"
  9. Regno Unito: James Newman con "Embers"
  10. Grecia: Stefanìa con "Last dance"
  11. Svizzera: Gjon’s Tears con "Tout l'univers"
  12. Islanda: Daði og Gagnamagnið con "10 Years"
  13. Spagna: Blas Cantò con "Voy A Quedarme"
  14. Moldavia: Natalia Gordienko con "Sugar"
  15. Germania: Jendrik con "I Don’t Feel Hate"
  16. Finlandia: Blind channel con "Dark side"
  17. Bulgaria: Victoria con "Growing Up Is Getting Old"
  18. Lituania: The Roop con "Discoteque"
  19. Ucraina: Go_A con "Shum"
  20. Francia: Barbara Pravi "Voilà"
  21. Azerbaigian: Efendi con "Mata Hari"
  22. Norvegia: Tix con "Fallen Angel"
  23. Paesi Bassi: Jeangu Macrooy con "Birth Of A New Age"
  24. Italia: Maneskin con "Zitti e Buoni"
  25. Svezia: Tusse con "Voices"
  26. San Marino: Senhit con "Adrenalina"

La guida alle 26 canzoni

  • Albania: Angela Peristeri è molto amata dai fan eurovisivi che la ritengono una di quelle interpreti mature e di grande presenza scenica che piacciono al Paese delle Aquile. "Karma" è una ballad strappacuore con voce spiegata che porta il Paese in finale per la terza volta consecutiva. Difficile possa brillare di più, ma è già un ottimo risultato.
  • Azerbaigian: l'ennesima riproposta del classico eurovisivo. Efendi balla benino, canta benino, la scenografia è molto colorata e ci porta alle porte dell'Asia, come il Paese che rappresenta. "Mata Hari" ha come da copione un ritornello che rimane in testa, ma niente di più.
  • Belgio: fuoriclasse. "The wrong place" è una delle canzoni più belle di quest'edizione, ma non c'è da stupirsi: sul palco ci sono gli Hooverphonic, che una ventina d'anni fa centrarono un successo mondiale (e che ancora si canticchia), "Mad about you". Una tradizione degli ultimi anni vuole all'Eurovision cantanti sempre giovanissimi; gli Hooverphonic, che hanno cambiato più vocalist nel corso degli anni, hanno reintegrato la solista Geike Arnaert. Niente ammiccamenti, una donna di enorme classe: finalmente.
  • Bulgaria: "Growing up is getting old" è un pezzo davvero carino. Victoria è una candidata almeno alla top ten: una voce non originalissima, ma benissimo adattata al pezzo. La messa in scena è suggestiva. Sul palco porta una fotografia del padre, che da poco ha scoperto di essere malato di Sla.
  • Cipro: "El diablo" è il tormentone di questo Eurovision. In sala stampa la canta chiunque e tutti cercano di imitare la coreografia. Elena Tsagrinou è l'ennesima cantante cipriota d'impatto: bellissima, sexy, segue le orme di Eleni Foureira, che per poco non vinse nel 2018 ma resta nel cuore degli appassionati. La canzone ricorda un po' le hit di Lady Gaga? Sì, ma almeno si parte con un po' di brio.
  • Finlandia: i Blind Channel sono "l'altro" gruppo rock. In tutte le interviste, i Måneskin citano sempre loro, insieme al Belgio, come il loro Paese favorito. Sicuramente li accomunano le passioni musicali. "Dark Side" è un pezzo che ricorda un po' i Linkin' Park o gli Evanescence. Subito sostenuti dalla stampa, sognano la top ten che al Paese manca da anni.
  • Francia: Barbara Pravi sulla carta è l'avversario da battere. Non solo lei, certamente, ma è stata in testa alle previsioni dei bookmaker a lungo. Barbara è molto intensa sul palco, la scenografia è minimalista. La canzone "Voilà"? La tipica, tipicissima canzone francese, anzi, chanson. Le giurie la premieranno sicuramente.
  • Germania: Jendrik gioca la carta della simpatia. Un ukulele scintillante (col quale balla, più che suonarlo), un gruppo di ballerini, un personaggio mascherato da manona che fa "ok". Il momento "locura" dell'edizione. A Rotterdam lascia tutti un po' tiepidi, ma "I don't feel hate" col suo messaggio anti-odio punta sull'effetto allegria per il televoto. Chissà.
  • Gran Bretagna: una delle Big 5, le finaliste di diritto, che non ha però ancora deciso di schierare un vero big. E sì che ne avrebbero a decine! James Newman è il fratello maggiore del più noto John. "Embers" è un pezzo che fa ballare, è corredato da due gigantesche trombe sospese sul palco: nessun motivo di entusiasmo, un compito eseguito con diligenza.
  • Grecia: Stefania ha 18 anni, è stupenda e appare come una visione di paillettes e viola intenso (qui il colore non porta sfortuna). Coreografia e scenografia sono complicatissime: in televisione c'è la magia del "green screen", il sistema che fa scomparire alla vista il verde, ottenendo l'effetto di "bucare" il colore e farlo diventare trasparente. Stefania pare ballare la sua "Last dance" su una scala invisibile con ballerini senza volto. Dal vivo, nell'arena Ahoy, invece, è semplicemente tutto verde tranne lei. Da vedere (la canzone, invece, così così).
  • Islanda: l'anno scorso, nell'edizione cancellata dalla pandemia, avrebbero vinto quasi certamente, sull'onda del film eurovisivo di Will Ferrell su Netflix. Ma non solo: Dadi Freyr sventola la bandiera dei nerd e fa diventare il suo gruppo supercool: bruttini, con strane felpe (tutti le vogliono acquistare), con strumenti musicali bizzarri. Il pezzo, "10 years", è all'altezza. Possono arrivare in alto.
  • Israele: la nota più alta mai cantata a Eurovision. Questa notazione da record è la più usata per parlare di "Set me free", una canzone ritmata ma senza grandi velleità. Eden Alene, di origine etiope, canta benissimo, al di là della ricerca del primato. Avrebbe meritato un pezzo più interessante.
  • Italia: cosa dire dei Måneskin e di "Zitti e buoni"? Solo che sono i più applauditi e che qui il nome viene pronunciato correttamente alla danese: "mòneschin". Loro ne sono entusiasti!
  • Lituania: si balla. "Discoteque" è un pezzo elettropop che ci spinge a ballare anche da soli (ma speriamo di farlo presto insieme agli altri). La canzone ha conquistato poco a poco le simpatie della sala stampa. L'arrangiamento è accattivante, il balletto è gradevole: impossibile però riprodurre il gesto con la mano che caratterizza la coreografia. Guardate il cantante dei The Roop e provateci un po'…
  • Malta: una delle favorite della vigilia, "Je me casse" ricorda le atmosfere di Toy, che vinse nel 2018. Anche qui si parla di empowerment femminile, anche qui l'interprete è la forza del brano: Destiny è giovanissima, ma ha già vinto lo Junior Eurovision nel 2015. Sarebbe la prima a bissare il successo vincendolo nelle due versioni, piccoli e "grandi". Malta non ha mai vinto.
  • Moldova: Natalia Gordienko è già apparsa a Eurovision qualche anno fa e questo la rende automaticamente amata dai fan della manifestazione che la attendevano con ansia. "Sugar" rispetta il canone del pop femminile eurovisivo: orecchiabile, con un'interprete impeccabile, una coreografia accuratissima. Da copione. Se vedrete inquadrato accanto a lei durante il momento dei punteggi un omone variopinto non stupitevi: è Philipp Kirkorov, autore del brano e soprattutto uno dei personaggi più noti nel mondo eurovisivo. In Russia lo chiamano "lo zar del pop".
  • Norvegia: "Tix" è un altro personaggio eccentrico di quest'edizione. Imponente, con pellicciotto bianco e grandi ali, occhiali da sole e vestiti vintage, è in realtà un produttore molto famoso anche all'estero (tra gli autori della famosissima - anche in Italia - "Sweet but psycho" di Ava Max). Andreas, questo il suo nome, è molto attivo nella sensibilizzazione ai problemi di salute mentale: il suo nome d'arte si riferisce ai tic che gli provoca la sindrome di Tourette. Con "Fallen angel" una performance ricca di significati.
  • Paesi Bassi: i campioni di casa portano sul palco l'artista R&B Jeangu. Come d'abitudine per gli artisti locali, ogni volta che arriva in Arena è accolto da applausi. "Birth of a new age" è cantata in sranan tongo, la lingua parlata in Suriname, Paese originario di Jeangu. Nessuna ambizione di piazzamento, ma l'Olanda è già molto contenta così.
  • Portogallo: "Love is on my side" è un pezzo in inglese, scelta originale per il Paese che ha sempre partecipato cantando nella sua lingua. Il pezzo dei Black mamba è uno dei più applauditi: un pezzo di classe che potrà piacere alle giurie. Il frontman, Pedro, ha un'impostazione vocale che ricorda quella di Anastacia. Piace molto a Cristiano Malgioglio, che commenta la nostra finale con Gabriele Corsi.
  • Russia: "Russian Woman" è un pezzo allegro ma è uno dei più impegnati dell'edizione. Manizha è originaria del Tagikistan, attivista per i diritti delle donne e della comunità LGBT+. Il testo, russo e inglese, celebra l'evoluzione delle donne. Vale la pena leggerlo. L'esibizione è di grande effetto, lei un personaggio de tenere d'occhio.
  • San Marino: Senhit è una vecchia conoscenza eurovisiva e soprattutto è la seconda italiana in gara, essendo bolognese doc. "Adrenalina" è un progetto curatissimo da Luca Tommassini, garanzia di qualità. Sul palco anche Flo Rida, rapper americano famosissimo. Finale centrata, la Repubblica del Titano spera di arrivare al miglior risultato della sua storia.
  • Serbia: ancora il pop femminile eurovisivo, tre donne bellissime, le Hurricane, tra di loro Sanja, già notissima all'Eurovision. "Goodbye" è il solito pezzo da Esc: si canta, si balla, si agitano moltissimo i capelli. Qualche accento balcanico, il mix era perfetto per puntare alla finale. Missione compiuta.
  • Spagna: una delle Big 5 che non riescono a trovare l'idea per il podio. Anche questa volta le aspirazioni sono poche: Blas Cantó porta un brano senza troppa originalità. La cosa più memorabile di "Voy a quedarme" è l'enorme luna appesa sopra al palco: un po' pochino.
  • Svezia: per molti Tusse è stato considerato sfavorito perché piazzato subito dopo l'Italia. Originario del Congo, arrivato in Svezia a 13 anni come rifugiato, è un artista impeccabile, ma la sua "Voices" soffre del difetto di molte scelte svedesi: troppo curata, troppo perfetta per Eurovision. Aspira comunque alla top 5.
  • Svizzera: "Tout l'univers" è uno dei pezzi superfavoriti. Gjon's Tears, di origini albanesi, è bravissimo e ha una presenza scenica notevole, fuori dai canoni classici. Voce notevolissima, pezzo emozionante. Punta almeno al podio. La Svizzera ha vinto due edizioni dell'Eurovision song contest: la prima in assoluto, con Lys Assia nel 1956, e quella del 1988 con una giovanissima cantante canadese: si chiamava Céline Dion…
  • Ucraina: altissimi nelle quotazioni dei bookmaker, i Go_A sono una band di Kiev tra musica elettronica e accenti folk. "Shum" sembrava dover piacere maggiormente a Est, ma ha trovato estimatori in tutta Europa e piano piano, anche complici delle prove impeccabili, è salito nelle previsioni. Nella sua breve storia eurovisiva, l'Ucraina ha già vinto due volte, nel 2004 e nel 2016.
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