Spopola in radio con il brano "Bella storia". E sui social, con la sua famiglia, manda tanti messaggi importanti

Con la canzone “Bella storia” in radio “spacca”, dicono i ragazzi. Ama una donna famosa, ha un figlio e un’altra bimba in arrivo. Basterebbero questi pochi indizi per capire di chi parliamo. Un artista poliedrico, super tatuato. Negli ultimi giorni, mentre aumentano i contagi da Covid, lui e la moglie Chiara Ferragni hanno lanciato messaggi sui social perché tutti indossino la mascherina. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto il loro aiuto perché hanno una grande forza persuasiva, soprattutto sui giovani. E Federico Lucia, in arte Fedez, consapevole del suo potere, lo usa. Nella musica, ma non solo.
Federico, questo 2020 è un anno “indimenticabile”. Come lo descriveresti con una rima delle tue?
«Le rime a comando non mi vengono. Sembrerei sciocco, come quando ai rapper invitati in tv si fa il gesto dell’Uomo ragno. Ma un aggettivo giusto per questo 2020 c’è, ed è “inaspettato”».
Dopo il doppio Disco di platino per “Bimbi per strada”, impazza “Bella storia”, che è il brano italiano più trasmesso dalle radio. Come fai ad azzeccarne una dopo l’altra?
«Magari! Michael Jordan, il più grande campione di basket di tutti i tempi, diceva: “Prima di segnare questi punti, ho dovuto sbagliarne altrettanti”».
Come le ultime hit, “Bella storia” non è legata a un album. È una strategia o lavori a un nuovo disco?
«Non penso alla musica come a un “lavoro”, perché mi frenerebbe sui binari della creatività. Ora scrivo canzoni senza un progetto discografico dietro, poi magari un album arriverà, ma non c’è nessuna “strategia”».
In “Bimbi per strada” ti sei ispirato agli Anni 90, in “Bella storia” agli Anni 80. Due decenni di cui c’è nostalgia?
«Quando guardi un quadro da lontano, non noti i difetti. Vediamo solo il bello di quel periodo: tutte le cose analogiche degli Anni 80, come il Game Boy e il lettore di cassette, e la voglia di futuro estrema degli Anni 90».
Tu hai partecipato al documentario su tua moglie Chiara, “Unposted”. Lei al tuo ultimo video. Lavorare insieme vi piace?
«Ci diverte, soprattutto. Ci confrontiamo e ci supportiamo a vicenda».
Dopo aver partecipato con Luis Sal a “Celebrity hunted”(vincendo), hai in mente altri programmi in tv?
«Sì, ho diverse cose in ballo, sempre con Amazon Prime Video».
L’anno scorso, senza di te in giuria, “X Factor” ha avuto un calo di ascolti. Tu lo guardi ancora o pensi che i talent siano superati?
«Non lo seguo, ma guardo le clip su YouTube e da ciò che ho visto finora dei casting trovo forte una ragazza: Mydrama. Mi auguro che i talent riescano ancora a essere una vetrina. A un certo punto però, magari non domani ma presto, dovranno rinnovarsi».
La gravidanza di Chiara ha scombussolato i piani di vederla a Sanremo?
«Piani? Quali piani? Le voci circolate sono inattendibili, ve lo garantisco io».
Tu ci andresti, ospite o in gara?
«Ospite per qualcuno sarebbe un sacrilegio e in gara in passato avrei avuto qualche preclusione. Ma il Festival è migliorato molto nelle ultime edizioni. La vittoria di Mahmood è stata un punto di svolta, una ventata di freschezza».
Fai tante cose, hai fondato anche la Doom Entertainment, un’azienda di produzione e distribuzione di contenuti digitali. La definizione di “rapper” non ti sta stretta?
«Mi vanno strette tutte le definizioni».
La scorsa primavera con Chiara hai lanciato una raccolta fondi per l’ospedale San Raffaele di Milano che ha raggiunto 4,5 milioni di euro. E per l’impegno sociale siete candidati all’Ambrogino d’oro del Comune di Milano. La cosa ti fa felice?
«L’Ambrogino è una tradizione della mia città, mi inorgoglisce. Certo, non è un mio obiettivo e se non lo ricevo non mi dispero, ma mi farebbe piacere».
Hai appena lanciato un appello a portare le mascherine. Senti il peso di essere un esempio per i ragazzi?
«Non sento nessun peso, perché agisco solo secondo coscienza, d’istinto. Non ho velleità educative».
Insomma, non sei un “guru”.
«Macché!».
Di certo sei un bravo papà. Dopo Leone, è in arrivo una bimba. Nascerà in America come il fratellino? Avete già scelto il nome? Le dedicherai una canzone?
«Nascerà in Italia, gli spostamenti non sono consigliabili. Ci sono un paio di nomi in pista e le canzoni non le progetto: adesso mi auguro solo che vada tutto bene e sia in salute».
Agli artisti spesso si chiede: «Cosa fai quando non lavori?». Ma noi vediamo la tua vita sui social. Quindi la vera domanda è: cosa fai quando non sei online?
«Non pensiate che stia sempre sui social. Facciamo i calcoli: una storia di Instagram dura 15 secondi, ieri ne ho fatte 13. E 13x15=195. Quanti sono 3 minuti e mezzo in una giornata? Quello che metto online è un minimo della mia vita. Cosa non vedete? Le rotture di scatole, come dover andare dai Carabinieri per le denunce del Codacons».