Festival di Sanremo 1964

La sedicenne Gigliola Cinquetti trionfa nella prima edi- zione aperta alle star internazionali

27 Gennaio 2015 alle 14:14

Chiamato a organizzare il Festival per il terzo anno consecutivo, Gianni Ravera decide di rimescolare le carte in tavola con l’intento di rimettere le ali alla rassegna canora. Del resto, il deludente esito della precedente edizione, capace di produrre solo due hit da classifica, ha lasciato il segno. Prima di tutto, Ravera elimina il voto in sala e dispone che le venti giurie dislocate nel territorio siano composte per metà da minorenni. Stabilisce inoltre che le canzoni vengano proposte all’organizzazione già abbinate ai rispettivi interpreti e non successivamente com’era sempre avvenuto dal 1951. Al rilancio del Festival dà il suo contributo la Rai, che oltre alla finale trasmette in diretta anche la seconda serata.

Ma la vera grande novità del 14° Festival è l’introduzione dei cantanti stranieri ai quali viene affidata la seconda esecuzione dei brani in gara. Nella città dei fiori arrivano dunque grandi stelle internazionali come il 22enne Paul Anka. L’artista americano, diventato famoso sette anni prima con « Diana», successo mondiale bissato in seguito da « You Are My Destiny» e « Put A Weight On My Shoulder», è abbinato al debuttante Roby Ferrante, in gara con « Ogni volta». Dagli Stati Uniti arrivano anche Ben E. King (quello di « Stand By Me»), Frankie Avalon (attore e crooner italoamericano), Bobby Rydell (idolo delle teenager americane e interprete di una fortunata versione di « Nel blu, dipinto di blu»), Frankie Laine (superstar di origini salernitane) e la 16enne Little Peggy March, reduce dal successo planetario di « I Will Follow Him». Dall’Inghilterra, invece, arriva Gene Pitney, abbinato a Little Tony (« Quando vedrai la mia ragazza») e a Fausto Cigliano, in gara con « E se domani», brano scritto da Carlo Alberto Rossi e Giorgio Calabrese. Tutti gli stranieri, fatta eccezione per Frankie Laine, Ben E. King e la belga Patricia Carli, cantano in italiano. Tra i debuttanti di Sanremo 1964 ci sono i due giovanissimi vincitori del Festival di Castrocaro: la sedicenne Gigliola Cinquetti e il 18enne Bruno Filippini. Sono minorenni anche altre promesse del Festival come Robertino (17 anni), Bobby Solo (18), Lilly Bonato (16) e Fabrizio Ferretti (18). La pattuglia dei Big della canzone italiana è composta da Claudio Villa, Domenico Modugno, Pino Donaggio, Tony Renis, Milva, Giorgio Gaber e Gino Paoli. Modugno è protagonista di una delle poche polemiche di questo Festival. Mister Volare, infatti, si rifiuta di parlare con Paul Anka. Non gli ha perdonato uno sgarbo che risale al 1959, quando Anka gli negò un prestito. « Modugno non è un artista leale» dichiara il cantante americano a Sorrisi. « Ha messo in giro la storia dei dollari che non gli avrei imprestato per danneggiarmi, e questo non è giusto. Gli ho anche scritto una lettera, chiedendo un colloquio che chiarisse definitivamente l’equivoco. Modugno ha creduto di non rispondermi, e questo mi ha molto amareggiato. Gli avrei detto che quando a Los Angeles mi fece quella insolita richiesta di denaro, avevo soltanto 17 anni, e non disponevo personalmente di un cent. Ad esser franchi, non capii neanche la drammaticità della situazione».

L’altro caso del Festival vede protagonista Bobby Solo. Il giovane romano rischia di non potersi esibire a causa di una faringite, ma i suoi discografici lo convincono a cantare in playback. La squalifica è assicurata, ma la canzone avrebbe comunque la sua visibilità. Alla fine viene deciso che « Una lacrima sul viso», qualora sia ammessa alla finale, venga considerata fuori concorso. Ed è proprio ciò che accade: Bobby Solo accede alla serata di sabato insieme con molti altri giovani (Ferrante, Filippini, Cinquetti, Ferretti, Robertino) mentre « tornano a casa» Claudio Villa, Tony Renis e Milva.

Quando inizia la serata finale, i pronostici sono quasi tutti per « Ogni volta» di Roby Ferrante e Gene Pitney e per « Che me ne importa a me» di Domenico Modugno. Solo Mina, seduta in platea per assistere allo spettacolo con Milva e Claudio Villa, prevede la vittoria di Gigliola Cinquetti. Il verdetto delle giurie le dà ragione: « Non ho l’età (per amarti)» trionfa davanti al brano di Modugno e a « Come potrei dimenticarti» di Tony Dallara e Ben E. King. Mister Volare ci resta male (« È una buffonata» commenta) mentre la liceale Cinquetti entra a soli 16 anni nella storia del Festival come la più giovane vincitrice nella categoria principale, un record ancora imbattuto nel 2011. Dopo il Festival, « Non ho l’età (per amarti)» diventa un successo internazionale e regala all’Italia la prima vittoria all’Eurofestival. Tuttavia, il 45 giri sanremese più venduto è « Una lacrima sul viso» di Bobby Solo che supera in poche settimane il tra- guardo del milione di copie. Entrano in Hit Parade anche Little Tony e Gene Pitney con « Quando vedrai la mia ragazza» e Paul Anka con « Ogni volta», men- tre « E se domani» nelle versioni di Fausto Cigliano e Gene Pitney non lascia traccia nelle classifiche. Ci penserà Mina, nel 1965, a portarla ai piani alti della Hit Parade contribuendo a farla diventare un classico della canzone italiana.

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