Vince Di Bari con « I giorni dell’arcobaleno» davanti a Peppino Gagliardi « Come le viole» e Nada « Il re di denari»
Nasce nel segno della contestazione il Festival numero 22. A minacciare lo sciopero, alla vigilia della prima edizione organizzata dall’impresario Elio Gigante su mandato del Casinò, sono i cantanti e i direttori d’orchestra. Il leader della protesta è Claudio Villa, che denuncia irregolarità nella selezione dei cantanti in gara. Il fronte degli scioperanti sembra unito, ma dopo una lunga notte di discussioni, martedì 22 febbraio, Gianni Morandi (al suo primo Festival), Lucio Dalla, Nada e altri 19 artisti annunciano ufficialmente che non aderiranno allo sciopero.
Il reuccio però non si dà per vinto e dà il via a una serie di riunioni molto animate, al limite della rissa, con i dissidenti. Alla fine si giunge a un accordo in base al quale la Rai si impegna a registrare una quarta serata dedicata agli artisti esclusi dal Festival.
La grande novità di Sanremo 72 è la scomparsa della doppia esecuzione, in vigore fin dal primo Festival del ’51. A far riascoltare le 28 canzoni in versione strumentale ci pensa il maestro Franck Pourcel. Tra i cantanti in
gara, oltre al debuttante di lusso Morandi, spiccano mostri sacri del Festival come Domenico Modugno (alla sua decima edizione), Milva, Bobby Solo, Gigliola Cinquetti e Pino Donaggio. Ci sono anche i vincitori del ’71 (Nicola Di Bari e Nada), i Ricchi e Poveri, i Delirium di Ivano Fossati, Roberto Carlos e cinque giovani debuttanti: Marcella Bella con « Montagne verdi», Carla Bissi (la futura Alice), Delia, Marisa Sacchetto e Angelica.Lucio Dalla presenta « Piazza Grande» scritta con Rosalino Cellamare.
Per la prima volta nel team dei conduttori c’è un attore comico. È Paolo Villaggio la cui irriverenza fa a pugni con il rigore di Mike Bongiorno e dell’attrice Sylva Koscina. Alla vigilia della finale i pronostici si concentrano su Nicola Di Bari e Nada, i più votati nelle prime due sere. Se la gioca anche Morandi, sicuro di salire sul podio. Vince Di Bari con « I giorni dell’arcobaleno» davanti a Peppino Gagliardi (« Come le viole») e Nada (« Il re di denari»). « L’Eddy Mercks della canzone italiana» scrive Sorrisi « ha accolto la vittoria quasi con disappunto: “Preferisco arrivare secondo o magari terzo perché ne ho visti troppi stancare con le loro vittorie a gogò”».
Il verdetto delle giurie non trova riscontro nei negozi di dischi dove invece spopolano i Delirium di Ivano Fossati con « Jesahel» e « Montagne verdi» di Marcella.