Festival di Sanremo 1975

Nell’ultima volata si impone la folkeggiante canzone di Gilda, « Ragazza del Sud», davanti a « Ipocrisia» di Angela Luce e a « Va’ speranza va’» di Rosanna Fratello

27 Gennaio 2015 alle 14:25

Nell’edizione del venticinquennale il Festival ripristina alcuni meccanismi del passato rivoluzionando il regolamento. In gara vengono iscritte prima le canzoni, come negli Anni 50, e poi si scelgono gli interpreti. Viene ripristinata anche la figura del direttore d’orchestra unico mentre la gara torna ad essere a eliminazione per tutti, a differenza dell’anno precedente quando ai più famosi fu garantito l’accesso alla finale. Il principale
effetto di queste novità è un calo d’interesse per il Festival da parte delle case discografiche. E così, dopo aver scelto le 30 canzoni in gara, il direttore artistico Bruno Pallesi, nominato dal comune di Sanremo, incontra grandi difficoltà per trovare gli artisti a cui farle cantare.

Il 27 febbraio 1975 va in scena dunque un Festival di perfetti sconosciuti, fatta eccezione per Rosanna Fratello e Angela Luce. Presentati da Mike Bongiorno e dalla valletta Sabina Ciuffini, si esibiscono al Salone delle Feste cantanti senza passato e senza futuro: La Quinta Faccia, Leila Selli, Le Nuove Erbe, Daniela, Eugenio Alberti e tanti altri. Oltre a Rosanna Fratello c’è un’altra ex, Valentina Greco, reduce dall’edizione precedente. E poi c’è la cantautrice piemontese Gilda, vero nome Rosangela Scalabrino, che debutta al Festival due anni dopo essere stata esclusa dalla commissione selezionatrice.

Nelle prime due serate, trasmesse solo in radio, le giurie fanno strage delle canzoni migliori: « Adesso basti tu» di Gabriella Sanna, « Piccola bambina cara» di Kriss and Saratoga, « Quattro stagioni» dei La Quinta Faccia e « La paura di morire» di Anna gloria, scritta da Pino Calvi e Giorgio Calabrese. Molti danno la colpa al fatto che la giuria in sala è composta in gran parte da napoletani. La polemica trova spazio sulle pagine di Sorrisi: « Non è nemmeno il caso di gridare allo scandalo: come si può pretendere che la sala sia piena di pubblico autentico quando, in partenza, lo spettacolo non è degno di un modesto Festival di Sanremo, per non dire di quello del venticinquennale?».

La finale prevede un’altra eliminazione per ridurre, nel corso della serata, le 12 finaliste a 6. Nell’ultima volata (a telecamere spente perché la Rai interrompe la diretta prima del verdetto finale) si impone la folkeggiante canzone di Gilda, « Ragazza del Sud», davanti a « Ipocrisia» di Angela Luce e a « Va’ speranza va’» di Rosanna Fratello. Né queste ne altre riusciranno a imporsi in Hit Parade. Un’edizione, insomma, da dimenticare.

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