Festival di Sanremo 1981

Trionfa la difficile « Per Elisa» scritta da Battiato. Loretta Goggi dimostra di essere una vera cantante

27 Gennaio 2015 alle 15:01

I consensi raccolti dalla trentesima edizione convincono la Rai a ripristinare, nel 1981, la messa in onda di tutte le serate del Festival. Le prime due, tuttavia, sono trasmesse in leggera differita. È l’occasione per il definitivo rilancio e Gianni Ravera, organizzatore della rassegna per il terzo anno consecutivo, la coglie al meglio perfezionando la formula dell’edizione precedente. Alla conduzione viene riconfermato Claudio Cecchetto, che nel frattempo ha presentato « Scacco Matto», il varietà di Raiuno abbinato alla Lotteria Italia. Con lui c’è Nilla Pizzi, al suo ritorno sul palco di Sanremo dopo 20 anni di assenza. Il ruolo di valletta, invece, è affidato a Eleonora Vallone, figlia dell'attore Raf Vallone, leggenda del cinema italiano.

I 28 artisti in gara sono divisi in due gruppi. Del primo (Gruppo A) fanno parte gli artisti che si de- vono guadagnare l’accesso alla finale. Ci sono, tra gli altri, i vincitori del Concorso « Voci Nuove» di Castrocaro (Luca Barbarossa e Stefano Tosi), un artista selezionato nel corso di « Domenica in» (Paolo Barabani), i quasi esordienti Fiorella Mannoia e Michele Zarrillo insieme con big come Orietta Berti ed Enzo Malepasso (arrivato secondo nell’80), che umilmente accettano il rischio dell’eliminazione. Gli artisti del Gruppo B, invece, accedono direttamente alla finale. L’elenco comprende la stella della tv Loretta Goggi, i Ricchi e Poveri, Marcella Bella e suo fratello Gianni. Tra gli stranieri in gara c'è anche il misterioso Sterling Saint Jacques, un fotomodello americano di colore, noto soprattutto per i suoi occhi azzurri. Si tratta in realtà di un « effetto speciale» ottenuto con un paio di lenti a contatto colorate.

Grazie alla collaborazione di quasi tutte le grandi case discografiche, Ravera raduna un ricco cast di ospiti internazionali come i Dire Straits di Mark Knopfler, che ricevono da Sorrisi un Telegatto speciale per le vendite dell’album « Making Movies». Ci sono anche il re della dance confidenziale Barry White, l’elegante Robert Palmer, gli irriverenti Bad Manners (passa alla storia del Festival il gesto del cantante Buster Bloodvessel, che si abbassa le mutande davanti al pubblico dell’Ari ston), il pianista Stephen Schlacks e la francesina Lio con « Amoreux solitaires», filastrocca in musica destinata a diventare un tormentone. La stessa sorte che toccherà a « Gioca Jouer», originale brano dance proposto da Claudio Cecchetto in apertura della finale con l’aiuto di alcuni ballerini. Tra loro c’è anche il croato Sandy Marton, che nel 1984 conquisterà le classifiche musicali con il tormentone « People from Ibiza».

Fin dalla prima serata le canzoni che lasciano il segno sono « Maledetta primavera» di Loretta Goggi, « Ancora» di Eduardo De Crescenzo (giovane napoletano sostenuto dal clan Arbore) e « Sarà perché ti amo» dei Ricchi e Poveri, rimasti in tre dopo l’allontanamento di Marina Occhiena per contrasti con la « brunetta» Angela. Marina, però, non intende rinunciare alla passerella festivaliera e fa scoppiare il caso più memorabile di questa edizione. Venerdì 6 febbraio, infatti, la Occhiena ottiene dal pretore di Sanremo l’emissione di un provvedimento d’urgenza che la reintegra nella formazione con effetto immediato. Il primo effetto della decisione del giudice si manifesta alle prove del sabato: i Ricchi e Poveri provano la loro « Sarà perché ti amo» in quattro. Tuttavia, poche ore prima dell’inizio della serata finale, Angelo, Angela e Franco raggiungono un accordo economico con Marina, che accetta così di rinunciare a rientrare nel gruppo. Da quel momento, i Ricchi e Poveri saranno sempre e definitivamente in tre. Non è l’unica polemica del 31° Festival. Alla vigilia della finale scoppia anche il caso Massimo Troisi. L’attore napoletano è l’ospite comico dell’ultima serata, ma la Rai, memore delle polemiche provocate l’anno prima dagli interventi di Benigni, pretende di conoscere in anticipo i testi dei tre monologhi scritti da Troisi per la sua performance. Lui allora decide allora di anticipare ai funzionari Rai soltanto i temi (poli- tica, religione e terremoto) dei suoi interventi, provocando così l’irrigidimento della Rai. A Troisi viene dunque ordinato di ridurre a uno i tre interventi e di aggiungerne un altro su un argomento diverso da quelli da lui proposti. L’attore rifiuta e rinuncia ad an- dare in onda. Le risate sono comunque assicurate dalla presenza in sala di Alberto Sordi, membro di una Supergiuria di qualità di cui fanno parte anche Ugo Tognazzi, Giancarlo Giannini, Eleonora Giorgi e il regista Sergio Leone. L'attore romano viene intervi- stato da Claudio Cecchetto e canta in playback l'ironica « E va'... e va'...».

Alla vigilia del Festival sono in pochi a scommettere sulla vittoria di Alice (alias Carla Bissi), al suo secondo festival. La prima partecipazione della cantante veneta risale al 1972 quando ancora si faceva chiamare con il suo vero nome. Alice è una delle favorite della vigilia in quanto reduce dal successo del singolo « Il vento caldo dell’estate». Ma la sua « Per Elisa», al primo ascolto, sembra una canzone troppo difficile per essere apprezzata dalle giurie del Festival. Scritta con Franco Battiato e Giusto Pio, presenta un testo che si presta a molte interpretazioni. Tra le più accreditate c’è anche quella secondo cui l’Elisa della canzone rappresenterebbe la dipendenza dalla droga. Eppure la canzone piace al punto da meritarsi la vittoria. Il trionfo di Alice (« cantante giovane che piace ai giovani» scrive Sorrisi), insieme alla scoperta di Eduardo De Crescenzo e Luca Barbarossa, al rilancio dei Ricchi e Poveri e all’alto livello degli ospiti internazionali, re stituisce definitivamente al Festival la credibilità e la popolarità perse all’inizio degli Anni 70.

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