Festival di Sanremo 1983

Vince Tiziana Rivale, davanti a Donatella Milani e Dori Ghezzi

27 Gennaio 2015 alle 15:03

Nel 1983 Sanremo apre le porte a ben 36 arti- sti, il numero più alto nei 32 anni di storia del Festival. Del resto, dopo i successi delle due edizioni precedenti e i milioni di copie venduti dalle ultime canzoni lanciate all'Ariston (« Sarà perché ti amo», « Per Elisa», « Maledetta primavera», « Storie di tutti i giorni»), la lista di chi vuole partecipare è lun- ghissima. Gianni Ravera, scottato dalle polemiche scatenate l’anno prima dall’elimi- nazione di Claudio Villa, chiede la collaborazione dei Comuni per formare le giurie. Ne vengono co- stituite 60, ciascuna composta da 20 elementi coordinati dal Se- gretario comunale. Ancora una volta, i cantanti in gara sono di- visi in due gruppi: 18 Big italiani e stranieri (gruppo A) e 18 Nuove Proposte italiane (gruppo B). Per regolamento accedono alla finale tutti i Big e solo 8 Nuove Proposte. Il team di conduttori è assolutamente inedito: l’attore Andrea Giordana, celebre per essere stato il protagonista dello sceneggiato « Il conte di Montecristo», debutta come presentatore affiancato da Anna Pettinelli, Emanuela Falcetti e Isabel Russinova, conduttrici di « Discoring».

L’unica polemica della vigilia riguarda l’introduzione del playback, chiesta dalle case discografiche. Il Comune di Sanremo si oppone ma alla fine si raggiunge l’ennesimo compromesso: ogni cantante sarà libero di scegliere se cantare dal vivo (sulla base) o in playback. In seguito, scoppia la rivolta dei fotografi accreditati al Festival, che decidono addirittura di scioperare. Pro- testano contro la decisione della Rai di impedire loro l'accesso al parterre per esigenze televisive. Ecco perché, di questa edizione, esistono rarissime immagini di scena.

Tra i big ci sono due vincitori di edizioni recenti: Toto Cutugno e i Matia Bazar. Il primo, tre anni dopo l’af- fermazione di «Solo noi», propone «L’italiano», scritta due anni prima per Adriano Celentano (che l'aveva rifiutata) e destinata a diventare la sua canzone più famosa. La band di Antonella Ruggiero, in- vece, tenta il bis senza il fondatore Piero Cassano (nel ’78 vinse con « E dirsi ciao») con un brano retrò ma elettronico, « Vacanze romane», che vincerà il Premio della Critica e resterà una pietra miliare nella storia del Festival. L’assortimento dei Big in gara è decisa- mente variegato: si passa da Dori Ghezzi (« Marghe- rita non lo sa»), che arriva a Sanremo accompagnata dal compagno Fabrizio De André, a Barbara Boncompagni («Notte e giorno»), conduttrice televisiva (« Drim», « Tre x tre») di cui si ignorano i successi di- scografici. E ancora, Vasco Rossi, che torna in gara con la sua canzone-manifesto « Vita spericolata», la meteora spagnola Bertin Osborne (« Eterna malat- tia»), uno dei tre stranieri di questa edizione (gli altri sono Amii Stewart e Richard Sanderson), senza di- menticare gli habitué Christian e Pupo. C’è anche Gianni Morandi, ormai pronto per il grande rilancio dopo anni di oblio (i suoi ultimi successi sono due brani per bambini, « Sei forte papà» e « La befana trul- lallà») e la sfortunata partecipazione del 1980. Della sua canzone, « La mia nemica amatissima», è autore insieme con Mogol e Saro Bella. Tra le nuove proposte, l’attenzione della stampa si concentra sull’adole- scente Giorgia Fiorio (« Avrò»), figlia del manager di Formula 1 Cesare Fiorio, e su Amedeo Minghi, in gara con « 1950», da molti considerata la canzone più bella di questo Fe- stival. Lei arriverà in finale, lui sarà bocciato dalle giurie. Ci ri- prova anche Zucchero Fornaciari, ancora in versione pop, ma la sua «Nuvola», pur arrivando in fi- nale, passa inosservata. Gli va meglio come autore di « Volevo dirti», l'orecchiabile brano can- tato dall'esordiente Donatella Mi- lani, che sfiora la vittoria. Due anni dopo l'affermazione della loro « Per Elisa», Franco Battiato e Giusto Pio affidano alla sconosciuta Sibilla il brano « Oppio», ma questa volta non arrivano neppure in finale.

La classifica finale sorprende quasi tutti: vince Tiziana Rivale, con un pezzo scritto da Roberto Ferri e Maurizio Fabrizio (già autore di « Sto- rie di tutti i giorni», canzone vincente nell’82), da- vanti a Donatella Milani e Dori Ghezzi. La vittoria della 23enne di Latina, lanciata da « Domenica in», coglie impreparata anche la sua casa discografica, che aveva fatto stampare solo 3.000 copie del 45 giri. Il giorno dopo, in diretta da Sanremo, Pippo Baudo comunica il responso del Totip: il più votato è Toto Cutugno davanti a Gianni Morandi e, a sorpresa, Giorgia Fiorio e Giuseppe Cionfoli.

Si chiude così un’altra edizione di successo dell’era Ravera, impreziosita dagli ormai immancabili ospiti stra- nieri (Peter Gabriel con una indimenticabile interpretazione di « Shock The Monkey» ma anche John Denver, Toquinho, Frida degli Abba, KC and the Sunshine Band e i Ph.D.) e dal ritorno all’Ariston di Ro- berto Benigni. Durante la serata finale, il futuro pre- mio Oscar per « La vita è bella», che ha in promozione il film « Tu mi turbi», manda un bacio a Papa Giovanni Paolo II (una sorta di gesto riparatore per le polemiche di tre anni prima), prende di mira il premier Amintore Fanfani e canta « Vieni via con me» di Paolo Conte, in- serita nella colonna sonora del suo film.

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