È molto più di una giovane e talentuosa musicista e in questa intervista a Sorrisi racconta tutto quello che fa

Ha solo 27 anni, ma ha già realizzato così tante cose che ad altri non basterebbe una vita intera. Vulcanica, Francesca Michielin: quando parla del suo mondo, scopri a poco a poco la (neo)dottoressa, la musicista, la scrittrice, la femminista, la conduttrice...
Partiamo dalle ultime notizie. Ti sei appena laureata in Canto jazz con 110 al Conservatorio. Che esperienza è stata?
«Bellissima. La laurea è stata un percorso molto desiderato, lungo e difficile, perché ho dovuto conciliare lo studio con il lavoro, quindi la gratificazione personale è stata enorme».
Hai discusso una tesi intitolata “Autoritratto in tre colori”: un’analisi musicale e psicologica del compositore e musicista statunitense Charles Mingus (1922-1979). Ci spieghi perché hai fatto proprio questa scelta?
«Mingus, afroamericano che ha subito attacchi razzisti, ha fatto della ribellione identitariauna caratteristica della sua musica. Lui usciva dagli schemi, dava valore alla complessità: ognuno di noi è tante cose diverse».
Il tuo autoritratto ha un colore? E quale?
«Il verde, il mio preferito. Mi rappresenta perché è il colore della natura, della speranza e della primavera».
Il 15 marzo è uscito il tuo romanzo “Il cuore è un organo” (Mondadori, 18,50 euro). È la storia di Verde, una giovane cantautrice di successo, di Regina, vecchia gloria della musica leggera, e di Anna, la ragazza che le fa incontrare. Com’è nata l’idea?
«Volevo scrivere una storia di donne che facesse riflettere sul potere della musica. Tutto è partito dal titolo: “Il cuore è un organo”. Questo è stato il primo spunto narrativo. Ci ho messo sette anni a sviluppare la trama. Poi ho avuto uno sprint finale, in cui ho scritto in pochi mesi 16 mila battute al giorno prendendomi delle parentesi di tempo: scrivevo al mattino o alla sera, a casa, in treno o in aereo».

L’inizio del romanzo è bellissimo: «A 22 anni mi sono resa conto che ciò che mi rende più triste sono i pini marittimi». Invece qual è la cosa che ti rende più felice al mondo?
«Riuscire a non pensare a niente quando vivo, quando faccio una cosa. Perché sono sempre portata a riflettere, riflettere, riflettere...».
È tanto diverso scrivere una canzone rispetto a un romanzo?
«In realtà serve la medesima disciplina. La creatività va indirizzata, ci vuole metodo. La canzone pop, però, ha un canone preciso. Mentre nel romanzo ho potuto prendermi delle libertà: dialoghi, flusso di coscienza...».
Hai sempre sentito l’esigenza di scrivere?
«Sì, a 7 anni scrivevo racconti fantasy, storie di bambine un po’ sgangherate, con grandi poteri magici».
Potere alle ragazze! La tua battaglia è iniziata già da bambina. Ma c’è qualcosa che invidi ai maschi?
«Nulla. Semmai a loro rimprovero di non essere al nostro fianco in molte lotte».
Con il tuo podcast “Maschiacci” spieghi le cause per cui lottare.
«Bisogna impegnarsi per difendere i diritti del più debole. Tra un uomo e una donna è più facile che sia la donna a essere discriminata, tra una bianca e una nera è più facile che a subire sia la nera e così via. Sto scrivendo la seconda stagione di “Maschiacci”, nuove puntate per nuove battaglie».
Tu ed Emma avete lanciato chiari messaggi femministi a Sanremo, dove sei stata la sua direttrice d’orchestra.
«Emma è la sorella che non ho mai avuto: un’amica risoluta e sensibile, che vive con profonda leggerezza e con il giusto distacco».
Con la bacchetta in mano, che cosa hai capito?
«Che riesco a stare solo dentro la musica: fuori mi sento male».
In tv però sei a tuo agio. La domenica sera, sui canali Sky Nature (tasti 124 e 404 del telecomando) e in streaming su Now, è in onda il tuo nuovo programma “Effetto Terra”, che parla di ecologia.
«Sì, sono sei puntate in cui ho lavorato come autrice e intervistatrice per parlare di cibo, cosmesi, risorse sostenibili con un taglio sia pratico sia filosofico, con esperti, scienziati, ricercatori e con la filosofa Maura Gancitano».
Quali comportamenti virtuosi adotti per la tutela del nostro ecosistema?
«Ho iniziato con qualcosa che mi piaceva e che è diventata un’abitudine: per evitare la plastica e gli imballaggi uso lo shampoo solido, i dischetti struccanti lavabili, gli spazzolini di bambù... E poi mangio pochissima carne».
Cosa diresti oggi alla te stessa che vinse “X Factor” nel 2012?
«Divertiti di più!».
Fra dieci anni, ti immagini regista di un film o madre di un figlio?
«In questo momento storico così cupo faccio fatica a immaginarmi il futuro. Cerco di godermi il presente, per cui ho seminato tanto».
E se ti chiedessero di condurre il Festival di Sanremo del prossimo anno?
«Ne sarei onorata, mi prenderei il tempo di metabolizzare la proposta e ci penserei».