Francesco Gabbani: «Ho un sogno: riportare l’Eurovision in Italia»

È già volato in Ucraina: il 13 maggio, in diretta su Raiuno, rappresenterà il nostro Paese in gara... con la sua scimmia

La foto di copertina di TV Sorrisi & Canzoni n. 20-2017  Credit: © Pigi Cipelli
11 Maggio 2017 alle 11:31

Quando leggerete questo articolo, Francesco Gabbani sarà già volato a Kiev. Nella capitale dell’Ucraina lo aspetta una settimana fitta di prove, interviste, incontri, qualche festa (ma guai a far tardi: la voce non perdona) che lo porterà a sabato 13 maggio. Cioè alla finale dell’Eurovision Song Contest, dove rappresenterà l’Italia cantando «Occidentali’s karma». Lo incontriamo a poche ore dalla partenza, ma l’avventura europea è già iniziata.

Nelle ultime settimane si è esibito a Londra e Amsterdam. Com’è stato l’impatto con il pubblico europeo?
«Stupefacente! Non pensavo di poter ricevere un’accoglienza così calorosa».

In Europa ha incontrato gli altri artisti in gara. Ha stretto amicizie?
«Per ora solo in modo superficiale. La cantante con cui ho legato di più è Alma, la francese, perché parla italiano. Non sono proprio un campione di inglese».

Che tipo di esibizione farà? 
La performance sarà molto simile a quella di Sanremo. Perché cambiare una formula che ha funzionato e ha colpito così tanto? L’Italia l’ha vista e stravista, ma all’Eurovision raggiungeremo molta più gente». 

Ci sarà qualcun altro accanto a lei e alla «scimmia» sul palco?
«Quattro coristi. All’Eurovision non c’è orchestra, si canta sulle basi, ma per regolamento le voci devono essere tutte dal vivo, inclusi i cori».

E il suo look come sarà?
«I miei provocatori maglioncini colorati li passerò ai coristi, io sarò più elegante, come nella finale di Sanremo. Ci si esibisce una volta sola, non hai tempo di costruire un percorso».

Le fa impressione l’idea di cantare davanti a 200 milioni di persone?
«Non ci penso! Ma non ho paura, anzi, non vedo l’ora. Non devo fare altro che essere me stesso, quello che ho fatto fino a oggi. Credo che mi verrà naturale».

La versione di «Occidentali’s karma» che porterà all’Eurovision è più breve dell’originale. È stato difficile accorciarla?
«Sì, è l’aspetto più dolente di tutta la preparazione. Per regolamento dovevamo stare dentro i tre minuti, così abbiamo dovuto rinunciare a tutta la seconda strofa, per non sacrificare la parte più importante dal punto di vista emozionale: quella in cui il brano si “svuota” e poi “la scimmia si rialza”. È un po’ un taglio “da macellai”, ma alla fine devo essere sincero: la canzone funziona e scorre bene anche così».

Lei arriva a Kiev da favorito, per l’Italia è raro. Ne sente il peso?
«Da una parte contribuisce a farmi partecipare con più entusiasmo, e il fatto di essere tra i favoriti ci dà un vantaggio nell’interesse dei media: questo gioca a nostro favore. Dall’altra, però, c’è un po’ di preoccupazione in più».

Insomma, Gabbani, le piacerebbe far vincere l’Italia dopo 27 anni?
«Mi sembra di aver capito che non tutti sarebbero contenti di avere la responsabilità di organizzare un evento simile... ma riportarlo in Italia per me sarebbe un onore e una grande soddisfazione». 

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