Gazzelle: «”Dentro” è un album ricco di vita»

«L'Olimpico è sempre stato un sogno»: alla vigilia del concerto del 9 giugno, il cantautore ci racconta il nuovo disco

19 Maggio 2023 alle 19:01

«Volevo si avvertisse che in “Dentro” c’è il tempo che è passato, tutte le cose che sto vivendo e le mie riflessioni sul futuro»: a raccontarci il suo ultimo progetto discografico è Flavio Bruno Pardini, in arte Gazzelle, che incontriamo alla vigilia di quello che sarà, a tutti gli effetti, l’evento più importante della sua carriera artistica.

L’ultimo album lo hai composto in un momento molto particolare, dopo la pandemia avevamo forse una visione distorta della realtà. In che periodo della tua vita hai scritto “Dentro”, il nuovo disco?
«Questo album arriva dopo aver vissuto tante cose! Rispetto agli album precedenti, qui ho voluto prendermi tanto tempo per scrivere: negli ultimi due anni è cambiato il mondo, lo sono anche io e la mia vita privata».

Di solito, quando scrivi?
«Vivo, assorbo e poi tiro fuori quello che è successo, lo elaboro più tardi. Credo sia l’unico modo che conosco: mi analizzo, unisco i puntini e poi vedo quello che ne esce».

In questo caso, il risultato si intitola “Dentro”.
«È forse l'album più intimo scritto finora, per quello l’ho voluto chiamare così. Volevo che rappresentasse chi sono stato e chi sono io oggi».

Sei sempre affiancato da Federico Nardelli alla produzione?
«Siamo come Battisti-Mogol, inseparabili».

Può sembrare strano, i sentimenti sono sempre al centro dei tuoi testi, ma nella tracklist c’è un brano che si intitola “La prima canzone d’amore”.
«È la cosa più strana del disco! È un brano d’amore dolce, puro e iniziato da poco. È una dedica scritta per una persona».

Come mai hai deciso di anticipare la prima parte del disco?
«Volevo fare qualcosa di diverso, di nuovo. Volevo allungare la vita di “Dentro”, ci ho messo tanto tempo per scriverlo e non volevo si riducesse a un post su Instagram».

Le canzoni, tra poco, prenderanno vita sul palco dello stadio Olimpico.
«Non vedo l’ora di vedere quell’atmosfera magica dove tutti cantano dall’inizio alla fine, sarà una serata che vorrei ricordare per sempre. Tireremo fuori tutto, sarà catartico».

Come ti senti, sei agitato?
«Per ora no, sono sereno! Mi sembra che stia per arrivare la cosa più bella della mia vita e non vedo l’ora di affrontarla. Voglio che sia perfetto ma me la voglio godere, non mi importa niente dell’ansia: voglio divertirmi, so che potrebbe non succedere più».

Sui social c’è una foto che ti ritrae da solo sul prato dell’Olimpico, che effetto ti ha fatto?
«Non mi spaventa la capienza, ma quello che vale. Poi abito a pochi chilometri da lì, lo vedo e lo sogno da tutta la vita. Fino a sei anni fa tagliavo la pizza…».

E suonavi lungo le rive del Tevere.
«Mi sono esibito in tutti i posti di Roma! Ora sono orgoglioso di me e di dove sono arrivato».

Cosa diresti a quel Flavio?
«Stai sereno che ci arrivi! Che poi non è un colpo di scena, è stato sempre in linea con i sogni di una vita».

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