Giordana Angi: «Ma la Giordana di cui tutti parlano sono io?»

Protagonista ad "Amici" (come concorrente e come coach), autrice dei due nuovi singoli di Tiziano Ferro, ha esordito in vetta alla Superclassifica

Giordana Angi è nata a Vannes, in Bretagna, ma è cresciuta ad Aprilia (LT). Ha debuttato nel 2012 con il singolo “Incognita poesia”
1 Novembre 2019 alle 09:10

Giordana Angi non dimenticherà mai questo 2019. Si è classificata seconda alla 18a edizione di “Amici”; il singolo “Casa” è stato certificato Disco d’oro e così l’omonimo album pubblicato il 19 aprile, che per più di due mesi è rimasto nella Top 10 della Superclassifica; ha tenuto 13 concerti, tutti sold out, e firmato quattro brani dell’attesissimo nuovo album di Tiziano Ferro “Accetto miracoli”, a iniziare dai due singoli che l’hanno anticipato: il brano che dà il titolo al disco e “Buona (Cattiva) sorte”; ha fatto parte di “Amici Celebrities”, nel ruolo di “coach” della squadra Bianca, ma soprattutto l’11 ottobre ha pubblicato il suo nuovo album “Voglio essere tua”, subito balzato al primo posto.


Com’è stato svegliarsi primi in classifica due settimane fa?
«Non me l’aspettavo. Di solito il secondo disco è sempre più difficoltoso rispetto al primo, invece si sono ribaltate le cose. Sono contentissima».

È un album molto diverso dal precedente, a partire dalla copertina: la ragazza col chiodo e lo sguardo serio ha lasciato il posto a una Giordana sorridente e rassicurante.
«Non è stata una scelta calcolata ma una fotografia del mio momento. Sono felice, la mia vita è cambiata e quindi ci sta che cambino anche i contenuti. Una regola che mi sono data è di raccontare sempre i miei stati d’animo e di riportarli nella scrittura, altrimenti per me non avrebbe senso. Sono contenta che questa cosa sia evidente».

L’album spazia tra molti generi musicali.
«Ho sempre giocato tanto con la musica. Rispetto a “Casa”, che rappresentava una sorta di presentazione in cui avevo inserito le cose che mettevano maggiormente in risalto la mia persona, in questo secondo lavoro ero più libera. Come se avessi dimostrato qualcosa e potessi lasciare più spazio al gioco, allo “stile libero”».

Nei suoi testi si parla anche di amore tra donne, un tema che ha pochi e timidi precedenti nella canzone italiana. Questo, soprattutto agli inizi, ha mai suscitato qualche tentativo di censura?
«No, perché mi sono sempre circondata di persone intelligenti e umanamente libere. Sono le guerre a farmi paura e trovo assurdo che oggi ci si debba preoccupare di chi sia il destinatario dei propri baci».

Il suo cammino è cominciato già nel 2012, a 18 anni, tra i Giovani del Festival di Sanremo. Come ricorda quei giorni?
«Nulla andò come me l’ero immaginato, le aspettative erano alte e invece non accadde nulla. Avevo un contratto discografico insoddisfacente: mi dicevano: “Scrivi, poi capiamo, poi vediamo” ma non si capiva mai che cosa sarebbe successo. Così ho preferito chiudere con l’etichetta e continuare a lavorare da sola».

Altri avrebbero mollato.
«Credo che ogni cosa che ci succede abbia un filo conduttore. A volte devi sbattere la testa. La musica non l’avevo mai vista prima come un lavoro e probabilmente confrontarmi con quello che volevo fare è stato importante. Avevo sempre scritto per un’esigenza mia, ma di fronte alla sconfitta ho capito che volevo andare avanti. Sette anni dopo sono ancora qui, in classifica. Direi che può andare bene...».

Quando è nata la collaborazione con Tiziano Ferro?
«Nel 2015. Avevo lasciato la mia etichetta e mi chiedevo chi avrebbe potuto comprendere i miei pezzi. La mia idea folle era Tiziano Ferro. Lui è di Latina, io di Aprilia, a pochi chilometri… così mi sono ingegnata per trovare un contatto. Scoprii dove suo papà aveva lo studio da geometra e gli mandai il disco. Era agosto e lui mi richiamò a ottobre: “Pronto, sono la segretaria di Tiziano Ferro...”. Pensavo a uno scherzo. Tiziano mi disse che gli piacevano le mie canzoni e abbiamo cominciato a lavorarci. Tantissimo».

È dura separarsi da una propria canzone e darla a un altro artista?
«Non sono gelosa. Per me l’importante è scrivere. Trovo bello che altri artisti diano voce a quello che penso. Quando sento Alberto Urso o Tiziano Ferro cantare le mie canzoni mi emoziono. Chi soffre quando cede un brano per me è più un interprete che un vero autore».

E ora che succederà?
«Sono in giro a presentare il disco fino a metà novembre, poi vorrei fermarmi qualche settimana per fare un viaggio da sola e ricaricarmi. È un po’ di tempo che non mi prendo una pausa e sono una persona abbastanza sedentaria. E dopo, spero, Sanremo...».

I colleghi famosi le hanno fatto i complimenti?
«Non ho ricevuto chiamate dirette, ma qualcuno mi ha fatto sapere che vorrebbe una mia canzone».

E le sue colleghe di “Amici Celebrities” Loredana Bertè e Ornella Vanoni che cosa le dicono?
«Alla Bertè voglio un bene immenso, la riempio di baci, lei di regali. È molto affettuosa. Mi ha donato degli orecchini a forma di luna perché la luna, dice, è sua sorella e io gliela ricordo. E in effetti abbiamo un rapporto da sorelle. Con la Vanoni è diverso. Sono una sua fan, non passa un giorno che io non ascolti una sua canzone. Lei è estremamente delicata e carina con me, mi incoraggia, mi fa un sacco di complimenti... Mamma mia, mi sembra tutto così assurdo! Ma stiamo davvero parlando di me?».

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