Giusy Ferreri: «Tra un concerto e l’altro faccio un salto a casa»

La cantante non si ferma mai e ha passato l’estate in tournée. A Sorrisi racconta l’amore per la musica e per la sua piccola Beatrice

13 Settembre 2022 alle 08:24

Giusy Ferreri, ci dica la verità: la regina dei tormentoni quest’estate ha voluto farsi desiderare?
«Le dico la verità: dopo avere vissuto per tanti anni estati meravigliose con canzoni e duetti che mi hanno portato tanta fortuna, da “Roma-Bangkok” fino a “Shimmy shimmy”, “Amore e Capoeira” e “Jambo”, ho voluto concentrarmi più su me stessa, sulla mia musica. Le hit estive sono state un dono, un gioco, un esperimento. Ma quest’anno, dopo Sanremo, ho voluto puntare su un repertorio più riflessivo e profondo. Per me è stata una rinascita. Volevo riprendere il mio percorso artistico, che spazia dal pop al rock, e dare maggiore attenzione ai testi. Comunque, per tutta l’estate non sono stata ferma, anzi…».

Giusy Ferreri fino al 23 settembre sarà impegnata con le ultime date del tour estivo per presentare il suo album “Cortometraggi”, ma poi tornerà subito dal vivo in teatro questo autunno, a partire da due anteprime il 1° ottobre a Roma e il 3 a Milano. «Sto disfacendo le valigie e al tempo stesso sto già pensando a cosa mettere nelle prossime. È vero che non ho sfornato tormentoni ma sono stati mesi impegnativi. Oggi sono a casa ma domani riparto» ci racconta al telefono la cantante.

È stata in giro per l’Italia ma avrà avuto più tempo per godersi la famiglia…
«Non in tutte le occasioni riesco a muovermi con Andrea (Bonomo, il suo compagno, ndr) e nostra figlia Beatrice. Quando devo esibirmi in località non molto distanti da casa ci organizziamo per trascorrere qualche giorno insieme. Grazie al tour, siamo stati a Marina di Carrara, Cecina, Locarno, Imola... Ma generalmente per me l’estate è la stagione in cui mi dedico di più ai tour e alla mia musica».

Quando lei è impegnata con i concerti, è Andrea a occuparsi di Beatrice?
«È un ottimo papà, ci sa fare e io sono felice per questo meraviglioso equilibrio che si è creato tra noi. Anche Beatrice è una bimba comprensiva nonostante sia molto piccola: il 10 settembre compie 5 anni».

Cosa le ha chiesto come regalo?
«Una giornata a Leolandia e la festa con i suoi compagni di scuola. Lei ha già tanti giochi e le dico sempre che non deve incrementare il materialismo con cose inutili, e che è una bimba fortunata perché ha il mondo in casa».

Che bimba è Beatrice?
«Vive tutto con grande entusiasmo ed energia. Quando devo partire, mi guarda e mi dice: “Mamma, divertiti, io ti aspetto qui”. È dolcissima ma molto matura».

Mentre parla, Giusy si ferma per qualche secondo. Immagino che sia caduta la linea. Lei invece ride e mi spiega: «Lo sa che mia figlia è venuta a darmi un bacio in questo istante perché ha capito che parlavamo di lei? Fa sempre così. È davvero affettuosa».

E lei, Giusy, che bimba era?
«Energica e con una personalità spiccata come Beatrice. Ma mentre mia figlia è solare, io ero dispettosa e scontrosa. Alle elementari imitavo gli insegnanti, alle medie facevo la burlona. Tendevo a prendere tutti in giro, ero una ragazzina ribelle».

Sua madre come la gestiva?
«È sempre stata una donna riservata e severa nel cercare di “raddrizzare” sia me sia mio fratello. Quando ero adolescente ho fatto letteralmente dannare i miei genitori! Per fortuna ho recuperato con il tempo, ora sono una persona molto più serena».

Con Beatrice chi fa la parte del genitore duro?
«Io sono più scherzosa, non sono rigida, mentre Andrea detta le regole e mette i paletti. Nell’approccio educativo con Bea ci compensiamo, ecco».

Torniamo al suo ultimo album, “Cortometraggi”. Le sue canzoni raccontano spaccati di vita quotidiana come fossero film. Qual è il suo rapporto con il cinema?
«Lo amo molto, adoro Federico Fellini, al quale ho dedicato un brano nel mio ultimo album, ma anche Tim Burton e Wim Wenders. La pellicola è qualcosa di magico e autentico, i film sono un’ispirazione per chi scrive canzoni. Anche noi talvolta ci rivediamo nella trama di un film e nei suoi personaggi».

Restando in tema, quali sono i momenti più importanti o più sofferti che, d’istinto, le vengono in mente tramite delle immagini?
«Quando guardo il mio percorso, penso alle quattro vite che ho vissuto: il primo flashback riguarda il mio approccio, nell’adolescenza, alla musica e al desiderio di lottare per realizzare i miei desideri. Il secondo mi riporta a quando sono entrata in un ambiente lavorativo completamente distante dalla musica, il lavoro di cassiera all’Esselunga. Il terzo coincide con la realizzazione del mio grande sogno quando, a 28 anni, sono arrivata seconda a “X Factor”. E l’ultima fase è quella in cui sono diventata mamma di Beatrice, una cosa che mi ha fatto cambiare tanto».

E come definirebbe oggi la sua vita tramite il titolo di una canzone?
«“The miracle” degli immensi Queen: un miracolo, insomma».

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